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VOTI DI STAGI. GIOVANE E BELLO, SPREGIUDICATO E FOLLE: TUTTI SOTTO ESAME...
di Pier Augusto Stagi | 18/05/2021 | 17:04

Giro d’ITALIA. 8. Bello bellissimo, pure troppo. Non potevamo sperare di più in questi primi dieci giorni, nei quali i ragazzi non si sono risparmiati e se le sono date di santa ragione. Battaglia a viso aperto a Giro in pratica neanche è iniziato. Da domani si comincia a fare sul serio, sullo sterrato di Montalcino, nella tappa del vino, dove molti arrivano già con le gambe ciondolanti e i visi suonati, non certo per aver alzato il gomito, ma per aver spinto con le gambe fino all’ossesso.

P.S. Corridori e team da applausi, ma lo spartito studiato da Mauro Vegni e compagnia era degno di nota. E questa nota a margine è perlomeno doverosa.

GIOVANI. 9. Il Giro è la corsa dei giovani, delle verifiche, dei talenti da misurare, pesare, vedere, verificare. Mai come quest’anno la lotta per la maglia bianca coincide con quella della rosa. Cinquanta ragazzi si contendono il titolo di miglior giovane ed è più che probabile che il podio sia davvero un trionfo di primavera, un effluvio di sapori dolci tutti ancora da gustare. Bernal, Evenepoel, Vlasov, Attila Valter, Daniel Martinez: quattro nei primi 5, dieci nei primi 30. Gioventù al potere, il potere di incantare.

INEOS Grenadiers. 9. Forse Egan Bernal ha fatto fino a questo momento il suo, in un Giro da 7,5, ma i suoi granatieri sono stati semplicemente fantastici. Pronti a metter mine e a disinnescarle. Assaltatori, ma anche calcolatori. Forza e talento. Testa e gambe. Creatività e perseveranza. Da Filippo Ganna a Gianni Moscon, da Salvatore Puccio a Castroviejo, per arrivare a Martinez e Narvaez, tutti da applausi.

DECEUNINCK Quick-Step. 8. Sono lì, con il pupo a battagliare come se non ci fosse un domani. Vento in faccia e pedalare. L’impressione è che sia una squadra condizionata da Remco Evenepoel e non viceversa. Non è il team che trattiene il bimbo, ma è lui che li induce a correre alla garibaldina. Sono solo impressioni, ma è comunque una sensazione bellissima. Di aria pura.

ASTANA - Premier Tech. 8. Hanno un lupo di mare in ammiraglia come Beppe Martinelli e un ragazzino che al momento non è squalo ma nemmeno un tonno. Valsov è un delfino agile e divertente, che si diverte a stare lì dove si fa spettacolo.

TREK-Segafredo. 7. Bauke Mollema parte con il riduttore di velocità tirato. Vincenzo Nibali parte e non è poi così scontato, per via di quello che ha dovuto affrontare prima (ulna e radio fratturati, con conseguente operazione e giorni di inattività). Giulio Ciccone parte per vivere alla giornata, per inseguire tappe e ora si trova lì a controllare il proprio istinto inseguendo un sogno.

GROUPAMA-Fdj. 7. Manca Pinot? Ecco Attila. Attila Valter, che per tre giorni si regala e regala all’Ungheria - il suo Paese - la prima maglia rosa della storia in attesa di tingersi di rosa per una grande partenza, che potrebbe a questo punto essere davvero grandissima.

EF Education-Nippo. 6,5. Squadra ancora al completo, e metà Giro corso con grande lucidità. Carthy è lì, con la sua band, e deve incominciare ancora a suonare.

BAHRAIN Victorious. 8. Prima metà di Giro bello quanto brutto, per dire sfortunato. A casa Mikel Landa, che aveva dato l’impressione di stare benone ed era lì in rampa di lancio. A casa Metej Mohoric che rischia per davvero testa e osso del collo, ma nella malasorte va benissimo anche a lui. Però la squadra c’è, anche se sono rimasti solo in sei. Squadra tosta e presente, che fa sentire in corsa il proprio peso e poi c’è sempre lui, l’uomo in più, Damiano Caruso. Se dovesse arrivare nella top five, per me non sarà una sorpresa. 

ISRAEL Start-Up Nation. 8. Daniel Martin è in rampa di lancio, a soli 52” dalla maglia rosa, quella maglia che per due giorni è stata già sulle spalle di uno dei corridori più belli del ciclismo italiano e mondiale. Bello per il suo modo di essere, de intendere la professione e la vita: Alessandro De Marchi. È l’uomo può scatenare l’inferno, per riportarci in Paradiso.

Team BIKEEXCHANGE. 6. Giocano a nascondino, risparmiando energie. La loro punta, Simon Yates, che punta la rosa più bella, sembra interessato più a non perdere contatto dai primi che guadagnare tempo. Che abbia imparato dall’esperienza di due anni fa? Ci sono ancora dieci giorni per scoprirlo.

UAE Emirates. 6. Tutti per Davide Formolo, che con il suo rapportone si è posizionato lì, nella top ten. Poi qualche fuga, qualche volata non perfetta, più per la mancata intesa tra Molano e Gaviria che per altro. Ma ora inizia un altro Giro, e anche per loro girerà.

MOVISTAR Team. 6. Si sono mossi con discrezione, senza strafare. Parola d’ordine: restare lì, nel vivo della corsa. Missione compiuta.

Team DSM. 6. Anche loro, con Romain Bardet, hanno fatto il minimo sindacale per non perdere le ruote dei migliori. Romano sembra non stare neanche male, aspettiamoci di tutto: l’esperienza non gli manca. Peccato per Jai Hindley. Un anno fa sorpresa del Giro, quest’anno sorprende per la sua assenza.

Alpecin-FENIX. 6,5. Una bella vittoria di tappa con Tim Merlier, che proprio oggi - sfiancato dalla fatica – ha deciso di abbandonare la corsa. Da domani c’è un Giro tutto da reinventare, con Louis Vervaeke da portare il più su possibile.

AG2R Citröen. 6,5. Maglia azzurra di miglior scalatore per Geoffrey Bouchard (51 punti contro i 48 di Bernal), per il resto squadra un po’ indietro in chiave classifica. Ma il terreno per risalire, c’è.  

BORA-Hansgrohe. 6. Buchmann è forse partito più lentamente del previsto perché forse non si aspettava un via così fulmineo. È dietro, ma non indietrissimo. Peter Sagan il suo l’ha già fatto e lo farà. Matteo Fabbro e Giovanni Aleotti hanno tutto per riempirci il cuore.

INTERMARCHÈ-Wanty-Gobert. 7. Sono tra le sorprese di questo Giro, con la vittoria di tappa più che meritata di Van der Hoorn sul traguardo di Canale. Per i ragazzi di Valerio Piva è già un Giro vinto.

JUMBO Visma. 5. Tra gli squadroni più attesi e attrezzati è forse quello che sta al momento rendendo meno. George Bennett va piano, o almeno fin qui è andato piano. È a oltre dieci minuti dalla maglia rosa, un po’ troppo. Non lontano un altro ragazzino, Tobias Foss, che potrebbe salvare la baracca.

EOLO-Kometa. 7. Delle formazioni di seconda divisione è chiaramente quella che per il momento si è distinta, per continuità e un Lorenzo Fortunato che ha chiaramente sorpreso. È il migliore dei ragazzi che militano in formazioni piccine meglio piazzato: 28° a 8’28”. Sfiorano la vittoria nella tappa di Guardia Sanframondi con Francesco Gavazzi (2°). Considerando che sono al loro primo Giro della storia, non è niente male.

COFIDIS. 7. Due terzi posti con Elia Viviani e poi il successo di tappa a Guardia Sanframondi ad opera del TGV proveniente da Lione Victor Lafay. Roberto Damiani, conoscendolo, forse pretendeva qualcosa di più, ma come primi dieci giorni non è poi male…

Team QHUBEKA Assos. 6. Sfortunatissimi, perdono il loro piccolo grande uomo di riferimento e di classifica Domenico Pozzovivo. Restano zoppi e si devono arrangiare. Con Nizzolo qualche buona volata (due secondi), e ora un Giro da onorare con qualche invenzione.

LOTTO Soudal. 5. Si chiamano lotto e poi rinunciano a farlo. Un po’ per guai veri e un po’ per quelli presunti. Dobbiamo fidarci, ma lo ammetto, faccio fatica. Al momento è il team che ha più ritirati al proprio attivo: tre. Caleb Ewan convince niente. Gli altri (De Buyst e Marcczynski) ci può stare, soprattutto il polacco che ha ancora a che fare con i postumi del covid.

BARDIANI- Csf Faizané. 6,5. Marengo, Fiorelli si danno un gran da fare, così come Giovanni Carboni o Samuele Zoccarato. Insomma, i ragazzi di Roberto Reverberi e Mirko Rossato dimostrano voglia e personalità: non sono qui né a fare un giro di piacere e nemmeno a pettinare le bambole. Con un pizzico di fortuna in più potevano anche aver già brindato, ma c’è tempo.

ANDRONI Giocattoli Sidermec. 7. Si sbattono come pochi e non è un caso che il loro Simon Pellaud, lo svizzero più puntuale di un orologio svizzero, comandi due classifiche: quella dei traguardi volanti (davanti a Marengo e al compagno di squadra Tagliani) e quella delle fughe (sempre davanti a Marengo e Gougeard dell’Ag2r). Ah, dimenticavo il premio della combattività: Simon Pellaud davanti a Umberto Marengo e Egan Bernal. Insomma, tre classifiche per sognare, in attesa che Cepeda o Tesfazion spicchino il volo.

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