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GIRO D'ITALIA A VILLAFRANCA TIRRENA L'OCCASIONE PER GLI SPRINTER
di Giuseppe Figini | 06/10/2020 | 08:10

E’ Catania, con le sue atmosfere e attrattive peculiari, seconda città dell’isola, ad accogliere la partenza della tappa che chiude il “poker” siciliano del Giro d’Italia 2020, che finora ha riservato davvermo tante sorprese, in particlare ieri sull'Etna con la vittoria di Caicedo, la maglia rosa di Almeida e le crisi di Yates e Thomas.

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E’ nel cuore della fertilissima e popolatissima piana che porta il suo nome, sulle sponde del mar Jonio, alle pendici meridionali dell’Etna, l’imponente e iconica montagna vulcanica che domina la città e simbolo identificativo di Catania e dei suoi dintorni.

La città rimanda a una lunga e articolata storia di varie epoche, così come le bellezze monumentali che la arricchiscono quali l’anfiteatro romano, la cattedrale medievale dove sono conservate le spoglie di un grande catanese, il compositore Vincenzo Bellini (1801-Puteaux Francia 1835). Nei pressi, sempre in piazza Duomo, sorge il caratteristico Palazzo degli Elefanti e da lì inizia la via Vittorio Emanuele contornata nel suo sviluppo da varie testimonianze di rilievo che contemperano monumenti, storia e cultura cittadini di differenti periodi. Da qui parte una lunga direttrice viabile rettilinea di oltre 3 km., realizzata all’inizio del 1700 dopo il devastante terremoto del 1963, la via Etnea. E’ caratterizzata dal lastricato in pietra lavica e fiancheggiata da molti edifici di particolare pregio architettonico. Sempre nei pressi del Duomo sorge la chiesa di S. Agata, venerata patrona di Catania ricordata anche da altre chiese. Nella centrale piazza Duomo, caratterizzata da prospettive settecentesche, è collocata la fontana con l’elefante, simbolo di Catania, chiamata “Liotru”, realizzata in pietra lavica. Non distante c’è il Castello Ursino di metà 1200, fatto costruire da Federico II^; contiene collezioni d’arte del museo comunale. Via dei Crociferi è un’altra strada monumentale dove trionfa lo stile barocco, presenza costante, e di pregio, in città.

Catania ha regalato alla cultura scrittori e letterati quali Giovanni Verga (Vizzini 1840-1922), indicato come l’esponente di riferimento del verismo, il concittadino Luigi Capuano (Mineo 1839-1915) e vari artisti, di differenti generi, in epoche diverse. Sono da ricordare – fra molti - Emilio Greco (1913-Roma 1885), scultore di fama internazionale, scrittore e pure illustratore e anche il noto latinista, accademico e politico Concetto Marchesi (1878-Roma1957). Era nato a Catania ed era orgogliosamente catanese Candido Cannavò (1930-Milano 2009), sportivo praticante in gioventù, giornalista e scrittore di successo, con molteplici interessi in vari settori della vita, direttore storico di lungo corso della Gazzetta dello Sport e sempre molto vicino al Giro d’Italia in particolare e al ciclismo in generale.

Catania e il suo territorio propongono, in profusione, prelibate specialità di terra e di mare e fra queste, gli spaghetti alla Norma con melanzane fritte in olio e irrorati con salsa di pomodoro e ricotta salata, diversi primi e molto altro. Specialità della zona anche i dolci, soprattutto con il marzapane.

Catania è stata sede di tappa nel 1930 con vittoria di Michele Mara, poi nel 1949 successo del catanese Mario Fazio, nel 1976 – era la partenza del Giro –la semitappa d’apertura con partenza e arrivo a Catania, sprint vincente di Patrick Sercu che siglerà il bis nel pomeriggio nella semitappa Catania-Siracusa. Purtroppo, nella frazione del mattino, accadde l’incidente di corsa fatale per lo spagnolo Juan Manuel Santisteban della Kas vittima di una caduta sul guard-rail nei pressi di Aci S. Antonio. E’ poi l’olandese Jean-Paul van Poppel (il padre di poliedrici corridori d’oggi) a imporsi nel 1986 che si ripete poi nel 1989 nella tappa inaugurale di quel Giro. Sempre sprinter sul gradino più alto del podio nel 1989 con Mario Cipollini e nel 2003 Alessandro Petacchi.

Nel 1965 la cronometro da Catania a Taormina fu vinta da Vittorio Adorni, nel 1967 Franco Bitossi si impose nella Catania-Etna mentre nel 2018 Catania ospitò la ripresa della corsa rosa in Italia dopo la riuscita esperienza in Israele con arrivo a Caltagirone dove vinse Tim Wellens.

La tappa è relativamente breve con l’unica difficoltà rappresentata da Portella Mandrazzi poco dopo metà corsa.

L’itinerario punta nord e incontra subito Acireale, popolosa città contigua al capoluogo affacciata sul mar Ionio e che sorge su un altopiano, una sorta di terrazzo di origine lavica detto “la Timpa”, a un’altezza di circa 160 metri, quasi a strapiombo sulla costa dove sorgono varie borgate.  Sono gli agrumeti e il verde di varie coltivazioni che connotano il territorio conosciuto anche come Riviera dei Ciclopi. Sulla centrale ed elegante piazza del Duomo caratterizzata dallo stile barocco, si affacciano, oltre alla cattedrale dedicata a Maria Santissima Annunziata, la chiesa dei Ss. Pietro e Paolo e il palazzo comunale. E’ di valore anche la basilica collegiata di San Sebastiano, monumento nazionale. Gli edifici delle Terme ricordano quando quest’attività era in auge. Famoso è il Carnevale.

Si tocca la frazione di Guardia, per giungere a Giarre, grosso centro con il neoclassico Duomo e altri interessanti edifici con sviluppata economia commerciale e agricola e poi Fiumefreddo di Sicilia, zona d’agrumeti e turismo estivo.

Si esce dalla provincia di Catania per entrare in quella di Messina, lasciando anche la costa ionica, passando per Chianchitta, frazione suddivisa fra Giardini Naxos e Taormina e salire, nell’ambito comunale di Motta Camastra, comune dove si trova la frazione di Fondaco Motta, dove passa la gara, nel suggestivo e caratteristico paesaggio della valle dell’Alcantara al nome del fiume che vi scorre. Segue Francavilla di Sicilia, primo traguardo volante della tappa e da qui inizia la non difficile salita a quota m. 1125 verso il GPM di 4^ cat. di Portella Mandrazzi, interamente nel comune di Francavilla di Sicilia, salita già toccata dalla corsa rosa nel 1999 e nel 2003, alla congiunzione fra le catene montuose dei Nebrodi con i Peloritani e che mette in comunicazione il versante est del mar Ionio con il versante nord del mar Tirreno. Si scende per Novara di Sicilia, fra i borghi più belli d’Italia con pregevoli, tipici, edifici seguita da Mazzarrà S. Andrea e ritrovare il fondovalle per raggiungere Terme Vigliatore. E’ al centro del golfo tra le penisole di Milazzo e il promontorio di Tindari, con trattamenti termali curativi già noti ai tempi dei romani, prima del secondo traguardo volante situato a Barcellona Pozzo di Gotto, il comune più popoloso dopo il capoluogo provinciale Messina con numerosissime frazioni, affacciata sul Tirreno, con storia antica, tradizioni popolari e edifici vari di rilievo di differenti epoche. Sono qui nati il noto giornalista Emilio Fede (1931) e il poliedrico artista e scrittore Emilio Isgrò (1937).

Si supera lo svincolo di Milazzo e si giunge a Monforte Marina, frazione sul mare di Monforte San Giorgio, con il Duomo di San Giorgio Martire, zona di prevalente economia agricola con agrumeti e uliveti e la pesca “sbergia” (paragonabile alla nettarina), tipica ed esclusiva di questa zona, oltre a attività del terziario. Si continua per Spadafora, località balneare con attività commerciali che hanno prevalso sulla tradizione agricola.

E’ il comune di Villafranca Tirrena che propone il traguardo di tappa per la prima volta. Per conformazione e caratteristiche l’arrivo si presenta adatto alle ruote veloci del gruppo. Il territorio sorge in dolce zona collinare con florida agricoltura ma il nucleo abitativo è concentrato nella fascia di pianura vicino al litorale. E’ un comune con recente data di nascita poiché è frutto della fusione di varie località avvenuta nel 1929. E’ di notevole impatto il panorama che offre Villafranca Tirrena che accentua le sue caratteristiche di centro turistico abbinate a valenze culturali, proprie della zona, con un terziario commerciale sviluppato. Aziende di medie e piccole dimensioni operano nei comparti dell’alimentare, della gomma, del vetro, metalmeccanico,della cantieristica e altro ancora.

La biblioteca civica e quella antica del convento contribuiscono alle varie attività culturali di questo centro che propone pure interessanti edifici di culto e civili.

 

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