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LE STORIE DEL FIGIO. LE SAMYN E IL RICORDO DI QUEL RAGAZZO-CAMPIONE SCOMPARSO TROPPO PRESTO
di Giuseppe Figini | 01/03/2024 | 08:09

Si è appena disputato il “Le SAMYN”, in Belgio, una semiclassica nata nel 1968, nella zona dell’Hainaut, provincia della Vallonia che confina con le Fiandre Occidentali e Orientali, del Brabante Fiammingo e di quello Vallone e con la Francia. Regione di estese pianure salvo qualche rilievo verso la zona delle Ardenne, “le plat pays”, come cantava Jacques Brel, poeta cantautore belga.

È stata definita nella presentazione su questo sito “la più fiamminga delle corse valloni e/o la più vallone delle corse fiamminghe”. In origine, nel 1968, la gara era denominata Grand Prix de Fayt-le-Franc, il nome della località attorno alla quale si sviluppava il percorso. E primo al traguardo fu José Samyn, promettente corridore nato nel vicino dipartimento del Nord della Francia, nel 1946 da madre francese e padre belga che, nel 1964, optò per la nazionalità francese.

Ottimo passista, potente, dotato anche di notevole spunto veloce e con valida predisposizione pure per la pista, già nelle categorie giovanili si destreggia bene sulle strade lastricate con pavé che abbondano anche nella sua zona tanto che questa gara è individuata quale “semiclassica fiamminga in terra vallone”. E in corsa sa sempre interpretare con intelligenza lo svolgimento e i movimenti.

Passa professionista nell’aprile del 1967 con la francese, produttrice di birra, per il primo nome, Pelforth-Sauvage-Lejeune guidata dall’esperto Maurice De Muer e dove correvano anche il “nordista” di Lille Jean-Marie Leblanc, poi giornalista di vaglia all’Equipe e quindi direttore, per molti anni del Tour de France, e l’occhialuto, forte, olandese Jan Janssen.

Samyn vince il G.P. di Denain, non distante da Roubaix, semiclassica del nord della Francia, con pavé in abbondanza, pane per i denti del giovane Joseph e, tanto per gradire, conquista la frazione n. 11 del Tour de France vinto dal regolarista Roger Pingeon. L’anno seguente vinse una tappa della Parigi-Nizza, secondo nella Freccia Vallone.

Nel 1969, sempre con il d.s. De Muer, entra nella Bic rivestendo la maglia arancione-nera di Jacques Anquetil e vincendo la classifica finale del Tour de l’Oise. Purtroppo, alla fine d’agosto, muore all’ospedale di Gand tre giorni dopo un grave incidente nel criterium di Zingem, caduto dopo uno scontro con uno spettatore. Aveva solo 23 anni.

Nel 1970 gli organizzatori decisero d’intitolarla a Joseph Samyn, il primo vincitore nel 1968 della gara che parte ora da Frameries con traguardo a Dour, è collocata abitualmente in calendario nella settimana dopo la Omloop Het Nieuwsblad, titolo di un diffuso giornale e apertura tradizionale della stagione belga.

L’albo d’oro presenta nomi di notevole prestigio, con molti “van…” E, unico italiano che vi figura, è Matteo Trentin, primo nel 2022.

La recente edizione ha decretato una contrastatissima vittoria al photofinish per gli uomini (successo del belga Rex) mentre, per la versione Samyn des Dames organizzata dal 2012, trionfo della toscana Vittoria Guazzini che segue quello di Marta Bastianelli lo scorso anno con un podio tutto tricolore con Maria Giulia Confalonieri e la stessa Guazzini al terzo posto.

 

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