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I VOTI DI STAGI. GLI ATTACCANTI SONO “DA 8”, I BIG PER ORA MERITANO 5 E DOMANI...
di Pier Augusto Stagi | 22/05/2023 | 14:25

GIRO 106. 6. Due settimane di corsa, falcidiate dal maltempo, deturpate da condizioni meteo al limite, ma a tutto c’è un limite. Le due tappe Regine di questo inizio di Giro erano quella del Gran Sasso a Campo Imperatore, che viene corsa alla grandissima solo da una parte del gruppo, mentre i big si guardano, si studiano e attendono tempi migliori. Il tempo non è nemmeno tanto inclemente, ma c’è tanto troppo vento e le più buone intenzioni vengono spazzate via. L’altra, quella che arriva a Crans Montana, viene mutilata: da 199 km (già il Gran San Bernardo era stato troncato) a 74. Tappetta corsa alla grande solo da una parte del gruppo. Le tappe più belle: quelle di Fossombrone (voto 8,5) e Bergamo (voto 10) per un insieme di cose: finalmente sole e, quindi, tantissimi appassionati sulle strade. Una vera e autentica invasione. Poi, diciassette corridori che regalano agli appassionati uno spettacolo di altissimo livello. Voto a Mauro Vegni che l’ha disegnato: 8. Voto a quei corridori che hanno tutti i santi giorni dato battaglia: 8. Voto ai big che sognano rosa, ma finora ci hanno regalato un Giro grigio: 5.

SOUDAL QUICK-STEP. 6,5. Hanno vinto due tappe con Evenepoel, poi costretto ad andare a casa causa “Coviddi”. Restano in tre (sono penultimi nella classifica per squadre) e davvero si fanno in quattro. Davide Ballerini si sbatte come pochi e non si accontenterà di certo: anche per lui c’è l’ultima settimana.

INEOS GRENADIERS. 7. Nove piazzamenti nei dieci, quattro giorni in maglia rosa con Geraint Thomas. Corrono con attenzione e, nonostante abbiano perso Tao e Ganna, restano un team di riferimento.

UAE EMIRATES. 8,5. Zitti zitti sono lì, con l’uomo di classifica Joao Almeida che è quarto a pochi secondi da Thomas e Roglic. La squadra c’è e si fa vedere. Due le vittorie di tappa, per tenere su il morale della truppa, che è sicuramente alto in attesa delle tappe che andranno tutte all’insù.

GROUPAMA FDJ. 7,5. Sei piazzamenti nei dieci e maglia rosa sulle spalle di Bruno Armirail. Pinot, il galletto, ha l’agonismo di un ragazzino, ma i risultati sono da bimbo capriccioso. Punta la maglia azzurra, ma adesso c’è affollamento. Potrebbero saltargli i nervi.

JUMBO VISMA. 8. Roglic è sempre lì, quando ha voluto si è anche fatto vedere meglio di altri, come nella tappa di Fossombrone. L’unico vero attacco in questo Giro è in ogni caso il suo.

BORA HANSGROHE. 8. Kamna non sembra brillantissimo, ma in ogni caso se la può ancora giocare. Intanto il team di Enrico Gasparotto si è già portato a casa due tappe con Nico Denz, in attesa di far ballare il gruppo.

BAHRAIN VICTORIUS. 8,5. Una vittoria di tappa con Milan che veste anche la maglia ciclamino, nove piazzamenti nei dieci in totale, Damiano Caruso lì messo più che bene. Al comando della classifica a squadre è lì che controlla e aspetta: mi raccomando, non esageriamo con l’attesa.

TEAM ARKEA SAMSIC. 4. Terzultimo posto nella classifica a squadre, due soli i piazzamenti nei dieci. Barguil già a 12 minuti. Insomma, in queste due settimane non proprio benissimo.

ALPECIN DECEUNICK. 6,5. Una vittoria di tappa con Groves, dieci piazzamenti in totale nei dieci. La nota più lieta? Un ottimo Oldani.

INTERMARCHÈ CIRCUS WANTY. 6,5. Nove piazzamenti, ma tanto tanto movimento, per un team che vuole assolutamente andare a segno in una tappa.

TEAM DSM. 7. In maglia rosa per cinque giorni con il norvegese Andreas Leknessund, che in ogni caso arriva alla resa dei conti in 5° posizione nella generale. Cinque piazzamenti nei dieci e la possibilità di ricoprire ancora il ruolo di sorpresa.

MOVISTAR. 6,5. Una vittoria di tappa con Rubio, che sta scaldando i motori, per tappe a lui più congeniali.

TEAM JAYCO ALULA. 8. Una vittoria con il mitico Michael Matthews, poi nove piazzamenti nei dieci e un Eddie Dunbar che è nelle zone alte. Nessuno se n’è ancora accorto, ma lui c’è.

TREK SEGAFREDO. 8. Una vittoria con Mads Pedersen e la bellezza di 12 piazzamenti nei dieci: nessuno come loro. Squadra che era venuta per andare a caccia di tappe e fino a questo momento stanno on orando alla grandissima la corsa rosa.

EOLO KOMETA. 8. Due settimane da protagonisti, con la parte più difficile che deve però arrivare. Dieci piazzamenti (tantissimi!), e una vittoria con Davide Bais che è andato al riposo con la maglia azzurra degli scalatori. Nella speciale classifica per squadre sono decimi. Fin qui, Giro da capogiro.

ASTANA. 6,5. Prima settimana insufficiente, seconda totalmente diversa. Squadra che sale di tono e qualcosa si inventerà. Non manca di corridori, non manca di spregiudicata iniziativa.

AG2R CITRÖEN. 6,5. Una vittoria di tappa con Aurélien Paret-Peintre, che è anche ad un passo dalla top-ten.

CORRATEC SELLE ITALIA. 6. Sono la cenerentola del gruppo, ma nel loro piccolo stanno facendo grandi cose.

GREEN PROJECT BARDIANI CSF FAIZANÈ. 6. Quattro piazzamenti, con Fiorelli e Tonelli. Ora la parte più delicata: c’è da forzare la mano, se le gambe diranno di sì.

EF EDUCATION EASYPOST. 8. Secondo posto nella generale per squadre, due vittorie di tappa con Cort e Healy. Un Giro fin qui gagliardo e all’insegna del coraggio. Se c’è da osare loro non si tirano mai indietro e Hugh Carthy è lì in zona top ten.

ISRAEL PREMIER TECH. 6,5. Terzi nella generale a squadre, loro che formalmente sarebbero un team Professional, modello Alpecin degli anni scorsi, però. Nessuna vittoria, ma sette piazzamenti nei dieci. Per la classifica avevano solo Pozzovivo, ora correranno per le tappe.

COFIDIS. 4. Quint'ultimi nella classifica a squadre, due piazzamenti nei dieci. Davvero troppo poco.

Vincenzo NIBALI. 10. L’idea non è nemmeno mia, ma del presidente Urbano Cairo, che sul palco del Giro esattamente un anno fa, propose al nostro Squalo di essere testimonial e uomo immagine della corsa rosa. Il nostro Bernard Hinault, insomma. Per certi versi è un po’ come il tasso, come l’adorabile e inarrivabile “blaireau”. Rappresentativo e discreto. Credibile e misurato. Sa di cosa si parla e parla quando è il caso di parlare. È l’uomo giusto al posto giusto. E anche qualcosa di più.

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