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GIRO D'ITALIA 2022. IL GIRO APPRODA NEL CONTINENTE E CHIAMA I VELOCISTI ALLA RIBALTA
di tuttobiciweb | 12/05/2022 | 08:15

Dopo le emozioni in terra di Sicilia, con l'annuncio di Vincenzo Nibali che a fine stagione chiuderà la sua carriera, e la traversata dello Stretto che ha condizonato notevolmente l'arrivo in hotel dei corridori ieri sera, il Giro riparte stamani da Palmi per iniziare la lunga risalita della Penisola.

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Quella che porterà al traguardo di Scalea dopo 192 chilometri è una tappa non particolarmente impegnativa che si snoda essenzialmente lungo la strada a scorrimento veloce ss. 18 lungo la costa tirrenica della Calabria. Unica leggera asperità di giornata la lunga e blanda salita dopo Mileto fino all’Aeroporto Razza di Vibo Valentia, un Gpm di 4a categoria dopo soli 34 chilometri che non inciderà minimamente sugli esiti della corsa. Che sulla carta è destinata ad essere dominata dai velocisti, stavolta senza se e senza ma.

ALLA SCOPERTA DEL TERRITORIO

La tappa parte da Palmi, adagiata sull’esteso “terrazzo” inciso sul fianco settentrionale del monte Sant’Elia, contrafforte dell’Aspromonte proteso verso il mare, all’estremità meridionale della Calabria tirrenica. Qui, di fronte all’impareggiabile scenario naturalistico offerto dalle vicine Isole Eolie, dallo Stretto di Messina e dalla vista del vulcano Etna, Palmi è incastonata a mezza costa tra spiagge basse e sabbiose e scogliere alte e rocciose, tanto da poterla definire “città di mare e di colle”.

L’indiscutibile bellezza paesaggistica, dovuta appunto alla sua posizione, è incorniciata da una vegetazione tipicamente mediterranea che ne caratterizza lo scenario: palme, fichi d’India, giardini d’aranci e soprattutto uliveti si dispiegano lungo la “piana di Palmi”, testimoni del passaggio, in tempi ormai lontani, di Greci e Saraceni.

La città nasce alla fine del X secolo, fondata dai profughi della cittadina limitrofa di Taureana, scampati ai saccheggi e alla distruzione del loro paese. Dapprima lo sviluppo della città fu lento e solo dopo il XV secolo Palmi divenne centro attivo del commercio e delle industrie, cominciando a espandersi.

Oggi, Palmi è una città che continua a crescere; con i suoi oltre 20.000 abitanti, registra ogni anno una grande affluenza di turisti stranieri, soprattutto durante il periodo estivo, attratti dalla natura e dalle bellezze del luogo, ma anche dalla cucina: da assaporare gli antipasti di formaggi, salumi e verdure, la “pasta china”, la “struncatura con le sarde”, la pasta accompagnata dal rinomato pescespada o dalla seppia. E per chi ama i sapori della montagna da non perdere le gustose pietanze realizzate con i legumi locali. Piatti d’eccezione sono lo stoccafisso, preparato in svariate ricette tipiche, la gustosa parmigiana di melanzane o di zucchine, la tortiera di alici e, tra i dolci, le zeppole, la pignolata e le nacatole.

Da segnalare anche la presenza nella città dell’Accademia d’Arte Drammatica della Calabria, una scuola di teatro frequentata da giovani provenienti da tutte le regioni d’Italia.

Il tracciato della corsa lascia Palmi per raggiungere, poco dopo, la città di Gioia Tauro, che dà nome al golfo e alla piana omonimi. Ricca di storia, Gioia Tauro ospita un Museo archeologico di recente inaugurazione oltre a sfoggiare un pregevolisssimo centro storico di origine medievale: dal belvedere, in condizioni meteorologiche favorevoli, si possono ammirare lo Stromboli e alcune delle Isole Eolie

Si prosegue per Rosarno, vertice settentrionale della Piana di Gioia Tauro, che si affaccia da una collina sul porto di Gioia Tauro e sulla pianura circostante. Il simbolo della città è la Torre dell’orologio, che fa da sfondo alla via principale, corso Garibaldi. Tra gli edifici religiosi degni di nota vi sono la chiesa di San Domenico, ora detta chiesa del Rosario, annessa al distrutto convento dei padri domenicani predicatori, fondato nel 1526 col nome di Santa Maria del Soccorso. Il convento ospitò fra Girolamo Musitano, uno dei più dotti teologi del XVII secolo. A Rosarno è presente il Parco archeologico di Medma, antica città della Magna Grecia, costituito da una grande distesa di ulivi nelle immediate vicinanze dell’attuale cimitero di Rosarno. Strettamente connesso al parco archeologico è il Museo di Medma, che espone una gran parte degli oggetti rinvenuti negli anni.

Dopo il passaggio nella provincia di Vibo Valentia si supera Mileto, già capitale di una contea sotto Ruggero I d’Altavilla (1031 circa-1101), che fu in seguito il primo Conte di Sicilia. La cittadina ospita i resti di una abbazia dell’XI secolo, andata distrutta durante il terremoto del 1783, oltre a una cattedrale in stile neoromanico in cui, durante le feste natalizie, viene allestito uno spettacolare presepe.

Si sale poi a 515 metri presso l’Aeroporto “Luigi Razza”, GPM di 4a categoria, all’interno del comune di Vibo Valentia, passaggio successivo del percorso. Si giunge quindi a Vibo Valentia, capoluogo dell’omonima provincia, per un traguardo volante nella città più popolosa della cosiddetta Costa degli Dei. Crocevia sin dai tempi dell’antica Grecia e dell’Impero romano, domina, con il suo porto e le stazioni turistiche, l’hinterland, la catena montuosa delle Serre e anche la zona marittima, fino al porto del quartiere Marina. È in prossimità di Vibo Marina, precisamente in zona Porto Salvo, che si trovano le maggiori concentrazioni di attività industriali del comune.

Incantevole è il centro storico dominato dall’antico Castello normanno-svevo che oggi ospita, al suo interno, il Museo archeologico “Vito Capialbi”, ricco di reperti archeologici italiani, greci e romani, ceramiche medievali e oggetti rinascimentali. Di notevole effetto artistico è il Duomo, in stile barocco, e dedicato al patrono San Leoluca, le cui porte in bronzo, opera dell’artista Giuseppe Niglia, raccontano molto sulla storia di questa terra.
Interessanti e da visitare sono inoltre le rovine di Hipponion, comprendenti le grandi mura del VI e V secolo a.C. e alcune torri della vecchia città.

Anche a tavola Vibo Valentia non delude: la cucina vibonese si presenta genuina e dal gusto molto forte, “piccante” soprattutto, per il grande e tradizionale uso del peperoncino. Tipico piatto di questa terra sono i cosiddetti “fileja”, una pasta fatta in casa che viene arrotolata su un ferretto e poi condita con ragù di carne. Gustose sono anche le specialità del circondario: i latticini del Monte Poro, soprattutto il pecorino, la stuzzicante “nduja”, un insaccato stagionato prodotto nell’area di Capo Vaticano, e la famosa cipolla di Tropea.

L’oratore e politico romano Marco Tullio Cicerone (106-43 a.C.) sostò a Vibo Valentia in diverse occasioni, raccontate nel dettaglio in opere e lettere.

La corsa prosegue nella provincia di Catanzaro sfiorando l’Aeroporto internazionale di Lamezia Terme e raggiungendo, sulla costa, Falerna Marina, frazione del comune di Falerna. Collocata in prossimità di importanti vie di comunicazione, Falerna Marina ha avuto un importante sviluppo commerciale durante gli anni Novanta del Novecento. La sua collocazione geografica ne ha fatto un centro turistico balneare. Il lungomare di Falerna è come un giardino alberato che costeggia il mare, interamente pedonale, che durante la stagione estiva si anima con l’apertura di chioschi, bar, pub, pizzerie e gelaterie. Sulla costa si trovano diversi lidi attrezzati con ombrelloni, sdraio e spazi per i più piccoli. La caratteristica peculiare di questo tratto di costa sono i venti che l’attraversano, che lo rendono uno dei migliori luoghi del mediterraneo per praticare lo sport del kite-surf.

Si prosegue sulla costa della provincia catanzarese attraversando Nocera Scalo, frazione del comune di Nocera Terinese, prima di arrivare alla provincia di Cosenza. Un veloce passaggio attraverso la frazione di Campora San Giovanni, il cui porto turistico offre collegamenti rapidi per le Isole Eolie, porta all’ingresso ad Amantea. Il paese sarebbe nato grazie alla fondazione, nell’attuale area di Amantea vecchia, di una cittadella fortificata chiamata Nepetia a opera dei greci bizantini. Nepetia fu conquistata dagli arabi nel IX secolo, che la elevarono a capitale di emirato ribattezzandola Al-Mantiah. Quando, nell’885, Niceforo Foca, condottiero bizantino, riconquistò la città, rimase il nome di Amantea. Ad Amantea nacque, nel 1864, il compositore, pianista e musicologo Alessandro Longo.

Si continua poi il percorso sulle strade costiere che passano per le località di Longobardi Marina e Torremezzo di Falconara per raggiungere, superato il 130° chilometro della tappa, alla città di Paola.

Una delle mete del turismo religioso calabrese, Paola è nota per aver dato i natali a Francesco da Paola, fondatore dell’Ordine dei Minimi, proclamato santo nel 1519. La città ospita il Santuario regionale di San Francesco da Paola, sito nella parte alta e collinare del territorio comunale, in una valle costeggiata da un torrente e ricca di vegetazione. Il santuario custodisce parte delle reliquie del santo patrono della Calabria, e al suo interno contiene due basiliche, una moderna e una risalente al XVI secolo.

Da Paola si prosegue in direzione nord scendendo verso Marina di Fuscaldo, frazione del comune di Fuscaldo. Secondo traguardo volante della tappa, Guardia Piemontese Marina è frazione del comune di Guardia Piemontese, che ha la particolarità di essere un’isola linguistica occitana nel meridione italiano: la comunità fu infatti fondata nel XII secolo da rifugiati valdesi provenienti da Bobbio Pellice, in Piemonte.

Guardia Piemontese, e in particolare proprio la frazione marina, è l’ambientazione di Guardia ‘82, una nota canzone di Brunori Sas, cantautore calabrese vincitore di due Targhe Tenco e di un Nastro d’Argento. Da qui si prosegue, sempre sulla costa, verso Cetraro Marina, frazione del comune di Cetraro, che fu probabilmente la prima città marittima fondata dagli antichi Bruzi, per passare poi brevemente da Diamante, partenza della tappa successiva, e Santa Maria del Cedro, che ospita un antico castello normanno, il Castello di San Michele, risalente all’XI secolo.

La tappa termina quindi a Scalea, una delle città più antiche della Calabria, erede della città greco-lucana Laos e della romana Lavinium. Il borgo antico di Scalea presenta un’architettura tipicamente medievale dominata dai resti del Castello Normanno. Sul litorale è presente la scogliera dell’Ajnella, ricca di grotte e piccole baie, mentre la spiaggia si estende per chilometri verso sud ed è interrotta solo dall’imponente scoglio su cui si erge Torre Talao.

Scalea si trova al centro della Riviera dei Cedri, che si estende per circa trenta chilometri lungo il mar Tirreno e poi verso le montagne del Parco Nazionale del Pollino, rappresentando, di fatto, la porta del Parco nazionale più grande d’Europa. La Riviera prende il nome dalla tipica coltivazione locale, il cedro, utilizzato come pregevole candito, come aroma per liquori o dissetanti bevande, per la preparazione di granite, creme e marmellate.

Elemento principe della cucina scaleota è il pesce azzurro: dalle alici marinate a quelle ripiene, fino alla “rosamarina”, una salsa a base di pesce, olio e peperoncino.

da TvRoadbook

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