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I VOTI DI STAGI. ROGLIC SALTA DA UN PODIO ALL'ALTRO, YATES INVECE SVENTOLA
di Pier Augusto Stagi | 11/05/2019 | 21:14

Primoz ROGLIC. 10. Primo, portarsi avanti con il lavoro. È chiaro che il Giro è lungo, c’è tanta montagna e c’è ancora tanto cronometro, ma questo non è un problema per il ragazzo sloveno: piuttosto lo sarà per gli altri. Unica incognita, che equivale ad una speranza per gli appassionati, è la tenuta. Sarà capace Roglic di restare ad alto livello per tre settimane? La risposta ci arriva direttamente dal Tour, dove il ragazzo è arrivato 4°, non certo esimo. Ha stoffa e talento da vendere questo ex fuoriclasse del salto con gli sci, che continua però a saltare, da un podio all’altro.

Simon YATES. 7. Alla fine sbaglia, perché è vero che la pioggia non arriva, ma parte quando si alza un vento contrario pazzesco, che lo condiziona e non di poco. Alla fine la sua prestazione è più che buona. Ma se avesse corso assieme a Dumoulin, Nibali e compagnia, secondo me avrebbe fatto ancora meglio.

Vincenzo NIBALI. 9. Sarà per la Mc Laren che lo tallona alle spalle, ma il siciliano va su con il turbo. Vola lo Squalo, e se non fosse per quel prodigio di nome Primoz Roglic, il suo prologo sarebbe semplicemente da applausi a scena aperta. Vincenzo c’è, e questo ci basta.

 Miguel Angel LOPEZ. 8. Tempone per il colombiano dell’Astana. Forte sul piano, forte in salita, forte dall’inizio alla fine. Per lui il quarto tempo, a pochi secondi dalla nobiltà del Giro, a 28 secondi dal fenomeno sloveno, ma la strada è lunga, e il ragazzo dell’Astana non ha fretta.

Tom DUMOULIN. 4. Sulla carta se la dovrebbe giocare con Roglic. Ha forse qualcosa di più dello sloveno, di certo non ha nulla di meno. Però oggi la differenza è abissale. È vero che è solo l’inizio, ma chi avrebbe predetto un avvio così brutto?

Rafal MAJKA. 7. Il polacco fa sul serio e ha tutto per proseguire il lavoro.

Bauke MOLLEMA. 6. Fa la sua onorevole figura. È qui per restare nelle zone alte della classifica, e ci resta.

Davide FORMOLO. 5,5. Non è un cronoman, e lo sappiamo bene. Però dal 26enne veronese qualcosa di più era lecito attendersi.

Arnaud DEMARE. 6. È il primo a cambiare la bicicletta, ma alla fine, però, non cambia passo e sostanza.

Tao GEOGHEGAN HART. 7. Il ragazzo della Ineos disputa un’ottima crono. È qui per imparare, per prendere appunti, per tenere alto il nome della nuova Sky: ci riesce.

Awet GEBREMEDHIN. 7. Nato in Eritrea, il corridore della Dimension Data vive da rifugiato a Jonkoping, in Svezia. Sta studiando lo svedese, quando l’avrà imparato, gli daranno la cittadinanza. Per ora ha imparato (61° a 1’27”) ad andare in bicicletta. Per la lingua c’è tempo.

Giulio CICCONE. 7. Parte per mettersi alla prova, per testarsi, per verificare il suo stato di salute in salita e l’abruzzese nel tratto in salita, fa registrare il miglior tempo (6’02”, alla media di 20.823 km/h). Prestazione, questa, che gli dà un gran morale in vista delle montagne e per il momento gli affida la maglia azzurra di Mediolanum come miglior scalatore.

Damiano CARUSO. 7. Buonissimo tempo il suo. Uno degli uomini di fiducia di Vincenzo Nibali fa segnare il tempo di 13’34”. Si mette lì, nella zona di Enzo, nella fase alta della classifica. Zone alte, per chi è sempre all’altezza.

Hiroki NISHIMURA. 6. Il giapponese della Nippo Vini Fantini fa subito le valigie e lascia il Giro. Niente da fare per lui, il tempo è tiranno. Paga 4’36”, e va fuori tempo massimo. Giusto il tempo di assaporare la fragranza di rosa.

Ettore GIOVANNELLI. 8. Dal 1999 al 2017 è la voce della F1 per mamma Rai. È lui a prendere da Ezio Zermiani il testimone, poi in seguito alla rinuncia della F1 da parte della Rai, Ettore entra nel mondo del ciclismo. Oggi, incredulo, si è ritrovato davanti un’ammiraglia rossoblù (colori di Bologna e del Bologna) che poco aveva dell’ammiraglia e molto di una F1. Il team diretto da Brent Copeland è da quest’anno proprietà della McLaren (dal prossimo anno si chiamerà Mc Laren), ha deciso di mettere qualche cavallo in più nel motore. Per Ettore, quel rombo, è stato un ritorno al futuro.

San LUCA. 10. Lo spettacolo della crono del Giro è davvero uno spettacolo. Da Piazza Maggiore a San Luca una montagna di passione, vibrante e contagiosa. Un immenso abbraccio che ci ha lasciato senza respiro, ma con un ricordo che ci resterà per sempre nel cuore. 

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