Il post è di Roberto Petito, è stato pubblicato ieri sui social, ma merita di essere proposto perché è una «denuncia in diretta» con nuovo annesso invito al rispetto del codice della strada e alla convivenza fra utenti. Con una grande paura per quanto successo e il sollievo per una vicenda che avrebbe potuto avere un esito molto molto peggiore.
Oggi ho assistito ad una scena che come genitore come persona umana e tecnico di ciclismo non avrei mai voluto assistere. Ero in auto con il mio collaboratore Fabio Bordacchini dietro i nostri allievi e ad una quindicina di amatori per l’allenamento che facciamo tutti insieme la domenica, quando ad un certo punto ho visto arrivare un automobilista alla guida di una Golf in senso contrario a folle velocità e ho capito subito che non ci poteva essere margine di speranza.
L’impatto con i circa 20 ciclisti è stato di una violenza tale che mentre vedevo volare in aria bici e persone ho pensato di dover fare i conti con più vittime. Il mio pensiero è andato rivolto subito ai miei 7 ragazzini che cercavo tra i rottami di bici spezzate e altre persone rivolte a terra malconce: comincio la conta finché appaiano tutti e 7, a quel punto mi tranquillizzo (per modo di dire) e mi fiondo sul più grave di tutti. Scorgo il viso gia tumefatto di sangue e scopro che si tratta di Massimiliano Piras, nostro socio e consigliere, che ha avuto la peggio riportando la frattura di tibia e perone di una vertebra e qualche costola. È stato trasportato d’urgenza in eliambulanza a Roma, la può raccontare lui come tutti i membri del gruppo che, a parte qualche botta e qualche taglio e il grande spavento, non ha riportato gravi danni.
Qui ritorna il discorso sicurezza stradale, molte volte sono i ciclisti ad essere indisciplinati, ma oggi viaggiavano tutti in fila su una strada rurale a zero traffico eppure trovi lo scemo del villaggio che fa strike.
Caro governo investi i soldi su strutture pubbliche per fare ciclodromi che possano garantire il futuro dei nostri figli perché la biciclette esista da oltre due secoli e non morirà domani: appassionati ciclisti, amatori e semplici sostenitore di ambiente e viabilità non li fermerà nessuno, e se vogliamo un Paese più pulito ed educato prendiamone atto.
Vi do un consiglio, andate a vedere i protocolli di alcuni Paesi confinanti con il nostro, Svizzera Austria e Francia, ad esempio. a volte fare anche un copia e incolla di leggi e normative significa essere un Paese civile e responsabile.
A me per oggi basta il fatto che la possiamo raccontare.