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#EUROTRACK23. BUONO IL BILANCIO AZZURRO MA IL GRIDO D'ALLARME DEL CT NON CADA NEL VUOTO
di Paolo Broggi | 12/02/2023 | 18:40

È buono il bilancio della spedizione europea a Grenchen. Non ci sono state le undici medaglie dell'edizione 2022, ma il livello qualitativo di questa rassegna continentale è stato di gran lunga superiore rispetto a quello di Monaco 2022. E non poteva essere diversamente, visto che i Campionati Europei sono stati il primo appuntamento valido per conquistare i punti necessari alla qualificazione per i Giochi Olimpici di Parigi2024.

Per guadagnare i punti le prossime occasioni saranno le tre prove di Nations Cup - Jakarta dal 23 febbraio, Il Cairo dal 14 marzo, Milton (Canada) dal 20 aprile) poi i campionati del mondo di agosto a Glasgow, quindi gi Europei 2024 e le ultime tre prove di Nations Cup della prossima primavera.

Un paio di dati per chiarire il valore di questa rassegna continentale: nel 2022 l'Olanda si era fermata a sei medaglie con un solo oro, stavolta nel ha conquistate 10 con tre titoli. La Gran Bretagna a Monaco aveva portato molti giovani quindi senza ori e con cinque medaglie, a Grenchen ha schierato i titolari e conquistato 12 medaglie con 4 titoli.

ENDURANCE. Dicevamo del bilancio azzurro: eccellente quello degli inseguitori, arrivati al titolo nella prova a squadre e con Milan anche in quella individuale. In più Consonni ha dato spettacolo laureandosi campione europeo della corsa a punti, conquistando l'argento nell'omnium e replicando poi lo stesso risultato al termine di una straordinaria madison con Scartezzini. È mancato Viviani, che nella sua eliminazione ha pagato una condizone fisica non eccellente che poi è sfociata in un attacco influenzale che gli ha impedito di partecipare proprio all'omnium e alla madison.

Questo è stato a tutti gli effetti l'Europeo di Simone Consonni, un corridore che è arrivato ad uno straordinario grado di maturità e di consapevolezza, che non ha paura a gocarsi il tutto per tutto, ad accettare le sfide, ad inventarsi colpi da maestro. Su strada ha già iniziato la stagione con il piede giusto, gli auguriamo di continuare su questa strada perché la sua serietà, la sua dedizione e la sua abnegazione meritano di essere premiate.

Qualche battuta d'arresto questa volta c'è stata in campo femminile: il quartetto è sempre di eccellente livello, anche senza Chiara Consonni, impegnata su strada negli Emirati. Importante il recupero di Letizia Paternoster, rientrata a tutti gli effetti nel gruppo dopo il brutto incidente della scorsa estate proprio agli Europei. Di contro, le inseguitrici azzurre non hanno raggiunto le finali individuali, come forse era lecito attendersi, Rachele Barbieri ha steccato entrambe le prove sulle quali puntava, eliminazione e omnium, e Silvia Zanardi ha pagato nella corsa a punti una evidente mancanza di esperienza.

Sapevamo che gli Europei organizzati a febbraio, in un calendario sempre più contingentato, avrebbero visto arrivare qualche stradista in non eccellenti condizioni di forma, è lo scotto da pagare, ma tutto sommato possiamo essere soddisfatti delle prestazioni di azzurri e azzurre.

VELOCITA'. I segnali di crescita sono sempre più evidenti in campo maschile l'impresa di centrare la qualificazione olimpica resta... un'impresa ma Bianchi, Tugnolo e Stefano Moro hanno confermato il loro valore e Mattia Predomo è la rivelazione: al primo anno tra gli Élite il diciannovenne bolzanino si è mosso alla grande tra i colossi del keirin conquistando uno storico quarto posto.

In campo femminile, Miram Vece non è più sola e già questa è una notizia: Ivan Quaranta ha trovato nuove risorse in Giada Capobianchi ha convinto Rachele Barbieri a mettersi in gioco nella velocità olimpica e ha quindi iniziato a costruire da zero un settore che prima non c'era. Il lavoro in questo caso è svolto in chiave Los Angeles 2028, appuntamento che sembra lontano ma che poi tanto lontano non è.

MEDAGLIE. Tre titoli europei conquistati con il quartetto dell'inseguimento (Lamon, Milan, Consonni, Moro e Ganna i cinque atleti impegnati), con Jonathan Milan nell'inseguimento individuale e con Simone Consonni nella corsa a punti. Argento per lo stesso Consonni nell'omnium prima e nella madison poi con Michele Scartezzini, e per il quartetto femminile (Elisa Balsamo, Vittoria Guazzini, Martina Alzini, Martina Fidanza e Letizia Paternoster) e bronzo per Vittoria Guazzini ed Elisa Balsamo nella madison.

Sette medaglie sono un bel bottino e pongono l'Italia nell'immediata scia di colossi come Germania, Gran Bretagna, Francia e Olanda: una considerazione merita il fatto che tutte le nazioni che ci precedono nel medagliere attingono abbondantemente dal settore della velocità, quello che Ivan Quaranta ha appena iniziato a costruire e che sicuramente in futuro ci darà grandi soddisfazioni.

IL GRIDO D'ALLARME. In attesa di conoscere le valutazioni a mente fredda del ct Marco Villa balza evidente all'occhio come sia sempre più disperatamente attuale il grido d'allarme che il timoniere azzurro ha lanciato qualche giorno fa: «I risultati ottenuti nelle gare di gruppo ci devono far riflettere: ci mancano le gare in Italia e se solo potessimo utilizzare Montichiari per farne qualcuna, questo ci aiuterebbe».

Rispetto alle nazioni più forti d'Europa continuiamo a pagare lo scotto di non avere un velodromo coperto disponibile al 100% e di non poter proporre ai nostri atleti degli scontri diretti con avversari di qualità che certamente li aiuterebbero a crescere. Non è difficile da comprendere: Bianchi e Predomo possono crescere molto di più affrontando avversari di livello piuttosto che battagliare tra di loro, così come Barbieri e Zanardi hanno bisogno di correre con continuità su pista, pur continuando la loro attività su strada. Non possiamo chiedere sempre nuovi miracoli a Marco Villa o perlomeno dobbiamo metterlo nella condizione di poterli fare. E non possiamo più aspettare, l'Olimpiade è domani.

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