Editoriale
Riceviamo e pubblichiamo la risposta del Ministro della Sanità, Professor Umberto Veronesi, sollecitato sull’argomento doping dalla lettera aperta di Gian Paolo Porreca pubblicata sul numero di ottobre di tuttoBICI.

Quale Ministro oltre che medico e appassionato di ciclismo, mi sono fatto carico delle problematiche che legano lo sport al doping e questi alla salute di quanti praticano attività sportiva.
D’altronde il 1° obiettivo del Piano Sanitario Nazionale 1998-2000 - “Promuovere comportamenti e stili di vita per la salute” - sollecita già condotte a favore della salute. Prime fra tutte l’attività fisica le cui capacità protettive nei confronti di patologie di tipo cronico-degenerativo, in particolare quelle cardio-cerebrovascolari, osteoarticolari e metaboliche sono ormai scientificamente dimostrate. Eppure sono proprio queste malattie ad affliggere sempre più gli sportivi, sia che pratichino attività agonistica, sia quella amatoriale.
Alcuni ricercatori hanno messo in relazione l’uso di quelle sostanze cosiddette dopanti con l’incremento tra gli atleti di queste patologie.
La ricerca svolta dalla Commissione scientifica antidoping del CONI nell’ambito della Campagna “Io non rischio la salute” espone alcuni dati certamente indiziari di alcuni comportamenti quantomeno anomali soprattutto per quel che riguarda i parametri relativi alla presenza nell’organismo di ormoni quali l’eritropoietina di sintesi (Epo) e quello della crescita (GH).
Questa ricerca è solo preliminare a tuttavia la mia preoccupazione è stata quella di avviare due nuovi gruppi di studio. Il loro compito, molto delicato, è quello di dare certezze nell’ambito delle sostanze cosiddette dopanti. È un impegno che il Ministero della Sanità si assume per la salvaguardia della salute dei cittadini ma anche per garantire agli atleti regole di comportamento sanitario entro le quali essi si possano sentire sicuri di agire nella più completa correttezza. Per questo l’obiettivo finale della ricerca è quello di individuare un metodo di rilevazione che dia certezza assoluta sull’assunzione di queste due sostanze e di definire un procedimento che sia in grado di verificare quali parametri ematologici rientrino o meno nei limiti.
Il progetto di ricerca si articola in due gruppi: uno preposto allo studio dei parametri ematologici che consentono di evidenziare un’abnorme stimolazione farmacologica dell’eritropoiesi affidato al professor Carlo Bernasconi, Ordinario di Ematologia dell’Università di Pavia; l’altro preposto allo studio dei livelli ematici dell’ormone della crescita (GH) con verifica e raffronto delle metodiche impiegate per tale determinazione e indagine dei fattori che possono causare variazioni dei livelli ematici di questo ormone, affidato al professor Eugenio Muller, Ordinario di Farmacologia dell’Università di Milano.
Si tratta di una ricerca dai tempi relativamente brevi, perché, nonostante la complessità delle procedure tecniche, è indispensabile garantire ai cittadini, ma soprattutto a coloro che praticano lo sport, certezze scientifiche, che mettano al riparo da dubbi e sospetti.
La Commissione Nazionale per la ricerca sanitaria, poi, ha nominato un gruppo di controllo formato da suoi esperti e dell’Istituto Superiore di Sanità con il compito di seguire in tutti i suoi momenti i lavori della ricerca.
Il 22 settembre scorso, quindi, il Ministero della Sanità ha ricostituito,
a due anni di distanza da quando fu sciolta, la Consulta per la medicina dello sport, così da avere una sede permanente di consultazione e valutazione nell’ambito della medicina preventiva.
Tra gli incarichi prioritari della Commissione c’è: l’aggiornamento delle normative vigenti nel settore della tutela sanitaria delle attività sportive; l’istituzione del libretto sanitario sportivo; la predisposizione di un modello di cartella clinica riguardante la tutela della salute degli atleti professionisti (con l’aggiornamento degli accertamenti clinici e diagnostici già previsti per il calcio, il ciclismo ed il pugilato, nonché la determinazione ex-novo di quelli per il golf, la pallacanestro ed il motociclismo); e decidere circa la gratuità o meno delle visite di idoneità all’attività agonistica per i minorenni.
Inoltre nel recente schema di riordino del Ministero della Sanità il Dipartimento per l’ordinamento sanitario, la ricerca e l’organizzazione del Ministero avrà tra i suoi compiti la pianificazione, tramite linee guida, della medicina dello sport.
Anche le Autorità di molti altri Paesi si stanno occupando concretamente dei problemi connessi all’impiego improprio di determinati farmaci, identificando in questo gesto un grave rischio per la salute di un gran numero di cittadini che praticano attività sportive a livello più o meno amatoriale. Per quanto riguarda l’Italia, il Parlamento sta già esaminando un progetto di legge riguardante il doping. Segno questo che a tutti i livelli, nelle Istituzioni, è forte l’intenzione di fare piazza pulita di falsi campioni e finti sportivi, assicurando così la salute di tutti i cittadini e dello stesso sport.
Prof.UmbertoVeronesi
Ministro della Sanità

Ringraziamo il Ministro per la tempestività della Sua risposta, e ci auguriamo che il dicastero da lui diretto possa fattivamente contribuire alla svolta radicale di questo annoso problema che ormai dilania da troppo tempo il mondo dello sport. In attesa di una legge di Stato, tanto promessa e altrettanto attesa, confidiamo nell’esperienza della Scienza per approdare a regole certe e inconfutabili, atte a dare credibilità ai controllori e ai controllati.
Cogliamo l’occasione per un paio di considerazioni che hanno ad ogni modo a che vedere con il dibattito aperto proprio in occasione della pubblicazione della lista degli «atleti sospettati» di aver abusato di ormone della crescita (GH), e resa nota dal Corriere della Sera.

Come ci auguriamo che la Commissione scientifica antidoping del CONI faccia il suo corso, e il Ministero vigili con il Suo «gruppo di controllo», speriamo che per il Presidente Petrucci non esistano più figli e figliastri. Perché, due mesi fa il presidente del CONI non si avviò con passo altrettanto spedito verso la Procura per presentare una denuncia contro ignoti, dopo che sui giornali era finito Marco Pantani? Per il romagnolo gli esami erano al limite, ma regolari. Anche lui meritava rispetto e tutela. Esattamente come gli altri.

Giustamente gli atleti, con Antonella Bellutti in testa, si sono indignati per questo ennesimo atto di sciacallaggio ordito ai loro danni. Ma ci saremmo aspettati, da sportivi veri, un atteggiamento diverso, molto più solidale nei confronti di un loro collega: Marco Pantani. Lo sport e gli sportivi saranno destinati a essere «usati» e maltrattati fin quando non capiranno che gli interessi comuni, si ottengono assieme. Reclamano rispetto? Che imparino a rispettarsi. Rosolino, Idem, Bellutti, Trillini, Abbagnale, invece, hanno pensato, con «papà» Petrucci, solo a salvare la loro bella faccia e le loro belle medaglie. Ma hanno perso l’ennesima occasione.

Pier Augusto Stagi
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