Gatti & Misfatti
Gli amici d'oro della pista

di Cristiano Gatti

Non conosco personalmente Elia Viviani, ma confesso di avere tifato per lui quasi fosse un amico intimo. Certe lotte, tenaci e temerarie, costruite da lontano e sul finire perfino avversate dalla sfortuna, vedi caduta, certe lotte attirano subito grande complicità, qualcosa che va ben oltre il tifo patriottardo di routine, riscoperto ogni quattro anni con la retorica noiosa dell’Italia minore e valorosa, tanto cara e tanto umana.

A sangue freddo, dopo le baldorie e l’enfasi del mo­mento, trovo doverosa una riflessione per ristabilire un minimo - ma proprio una dose omeopatica - di verità su questa storica medaglia d’oro, che adesso ha un sacco di padri e di madri, di cugini e di zii, ma che in realtà è di po­chissimi, fi­glia di una famiglia ristretta, negletta, emarginata. La povera fa­miglia della Pista Italiana.

Allora, faccio rispettosamente un passo indietro e mi limito ad ap­plaudire il grande Viviani, re­stando però a doverosa distanza, come sono sempre stato rispetto alla pi­sta (ognuno hai suoi gusti, por­ca miseria: per me il ciclismo è maschile e su strada). Non vo­glio invadere nel momento gio­ioso una famiglia che non conosco molto e che non frequento. Rivolgo vi­vissimi complimenti e necessarie riverenze a chi davvero ci ha messo del suo, direttamente o indirettamente, anche solo a livello di appoggio ideale. Viviani per primo, non si discute, perché di tutti i corridori italiani - con ottimi contratti e buone prospettive su strada - si è sempre mantenuto uno spazio per questa passionaccia pistaiola. Tanti suoi colleghi si convincono a frequentare i velodromi per una pura questione utilitaristica, perché l’esercizio è indiscutibilmente utile poi in strada. Vi­via­ni no, ha un amore sincero, da sempre. Ci va perché gli piace e perché ci crede. Mai medaglia fu più giusta: premia un atleta che nel suo Paese è costretto ad an­dare persino controcorrente, con­tro il declino del settore e contro le negligenze dell’ambiente. Viviani non è un oro per caso: è un oro sognato, co­struito, cercato e alla fine centrato con precisione chirurgica. Dettaglio secondario, ma neppure tanto: Viviani è un grande spot per l’intero ciclismo italiano, perché parla bene e ragiona meglio, perché è un ragazzo del suo tempo con un’evidente sensibilità e una tangibile saggezza. Chi l’ha scoperto a Rio, magari aspettandosi un energumeno trinariciuto, è rimasto di marmo. Alla scoperta di una ragazzo d’oro. Ma sul serio.

Restituito a Elia quello che si merita, ci sono gli altri. Ovviamente il ct Villa: come ci crede lui alla pi­sta, ci credono in pochi. Questi pochi magari non hanno messo mano nell’operazione Viviani, ma sicuramente mettono da una vita fatica, frustrazioni, delusioni, mortificazioni come ultimi sacerdoti della pista, credendoci da sempre, amandola da sempre, battendosi da sempre. Certo non sono i miei colleghi giornalisti, che nei giorni di Rio hanno scrit­to poemi sul romanzo di Vi­viani e della pista azzurra, sempre con quel tono di rimprovero verso il mondo intero, a vanvera, sparando nel mucchio, per dire vergogna Italia, non ti meriti questo oro, così insensibile e sciatta nei confronti di un settore magnifico. Che carini, che anime belle. Prova però tu a chiedergli nei quattro anni di silenzio, prima e dopo la medaglia, venti righe e un titolo sui loro giornali, per la pista e per i pistard. Prova e vedrai l’effetto che fa. Farisei.

Parlando di amici veri della pista, sempre, nella buona e nella cattiva sorte, parlavo di persone con cui in alcuni casi ho anche polemizzato pesantemente, ciascuno a difesa dei propri gusti. Parlo ad esempio di Silvio Mar­tinello, di Claudio Santi, di Fabio Perego, di Mario Va­lentini, tutti in modo diverso persone serie, tutti comunque innamorati da sempre di progetti come quello che ha portato Viviani fino lassù (ovviamente ce ne sono tanti altri: si sentano coinvolti). Se Elia non si offende, un pezzo del suo pregiato gingillo va messo al collo di questa gente particolare, talmente appassionata e fedele da rasentare spesso an­che l’anacronismo, con una sfida al tempo e ai costumi che ormai è disperata. Io sto dall’altra parte, penso proprio che la pista italiana corra in scia al pugilato e al sollevamento pesi: trova sempre meno consensi e passioni, piace a un numero sempre più ristretto di sportivi. Succede. La gente cambia gusto per motivi insondabili, senza avvertire. Per un sacco di cose. Io li capisco, gli ultrà romantici della pista. Nel mio piccolo, ho la passionaccia dei classici. Ormai sono come la pista: non li legge quasi più nessuno. Co­munque non ne faccio una ma­lattia. Piccato nel mio amore, mi limito a pensare una cosa sola: la gente non sa cosa si per­de. Se credono, può essere l’orgogliosa consolazione anche per Viviani e i suoi seguaci.
Copyright © TBW
TBRADIO

00:00
00:00
In occasione del 50° anniversario del primo arrivo del Tour de France sugli Champs-Élysées, Santini presenta la collezione speciale Arrivée Paris-Champs-Élysées, parte della collezione ufficiale Tour de France 2025. Un tributo ai luoghi simbolici dell’edizione di quest’anno, che si affianca...


In un ciclismo in cui chi si ferma è perduto, continua il costante processo di innovazione messo in atto da DMT, azienda che accompagna da diversi anni il Campione del Mondo Pogačar. Arrivano così le nuove Pogi’s Superlight, già ai...


Accoppiare bene casco e occhiali è molto importante, del resto, si tratta di due elementi destinati a darci sicurezza e comfort ed è essenziale che ben si sposino sia da un punto di vista strutturale che per il design. In...


Potremmo senza dubbio definirlo il kit più veloce prodotto da Castelli ed è quello con cui il team Soudal Quick-Step sta correndo il Tour de France 2025. Aero Race 8S Jersey e Free Aero Race S Bibshort sono posti da...


La più grande ciclista italiana della storia aggiunge un’altra perla ad una carriera fenomenale: Elisa Longo Borghini ha conquistato, per il secondo anno di fila, la classifica generale del Giro d’Italia Women, vestendo la Maglia Rosa finale sul palco di...


Ieri è sta una giornata prestigiosa per il Team Lidl-Trek, vincitori al Tour de France con un velocissimo Jonathan Milan in sella alla sua Madone, una bici che da circa un anno viene utilizzata dagli atleti del team per vincere...


Con il nuovo borsello sottosella Aero Wedge Pack DX Topeak ridefinisce le forme e gli ingombri di questo accessorio rendendolo elegante e aerodinamico. Spazioso e versatile, offre spazio in abbondanza e si integra in maniera moderna al design della bici....


La mossa è decisiva, Pinarello oggi con la presentazione della Dogma GR e della Grevil F completa un’offerta gravel di altissimo livello coprendo così ogni possibile esperienza gravel. Come le iconiche Dogma F e Dogma XC, la nuova Dogma GR...


Q36.5 è lieta di annunciare il lancio del kit ufficiale per le gare di Mountain Bike 2025 di Tom Pidcock, presentato ufficialmente oggi alla UCI Mountain Bike World Cup di Andorra. Il kit rimane fedele alle preferenze di Tom Pidcock...


Il body da ciclismo è stato completamente sdoganato ed ora è sfruttatissimo su strada non solo dai pro ma anche dagli amatori, ma un aspetto è da sottolineare, questo capo oggi è sempre più aerodinamico e comodo. Il prodotto esaminato...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024