Gatti & Misfatti
Sei anni, troppo poco

di Cristiano Gatti

Santo cielo, che clima. Sem­pre peggio. Per anni si an­dava alle corse e tutti si guardavano in giro circospetti, scettici, diffidenti. Un campione staccava gli altri e tutti a chiedersi com’è possibile fare quella differenza. Un gregario vinceva una tappa e tutti a chiedersi com’è possibile di­ventare improvvisamente cavalli di razza do­po una vita a portare la soma. L’u­ltimo dei pi­squani riusciva ad arrivare in gruppo e tutti a chiedersi ma tu pensa quello, si staccava sul pri­mo cavalcavia e adesso tiene fino alla fine. Ma com’è possibile?

Eppure era ancora poco. Lo sport del sospetto, che non ha eguali in nessun’altra di­sciplina (benchè ci sia terreno molto fertile), evidentemente non ne ave­va abbastanza. Perché davvero non resti il minimo spazio alla me­ra­viglia pulita e sincera, alla fantasia candida, allo stupore assoluto, da­vanti alle fatiche vere dei ciclisti, ci siamo ultimamente dotati anche del so­spetto di scorta: il motorino. Ca­so mai qualcuno godesse della fama del chimicamente pulito, del corridore che davvero procede a pane e acqua, adesso è sistemato: va bene, magari non si dopa, ma siamo sicuri che sotto al sedere non abbia il motorino.

Ragazzi, che clima. An­da­re al Giro e tirarsi dietro questo peso mor­to del disfattismo cosmico, che spegne già sul nascere qualsiasi slancio. Ci siamo ridotti proprio bene. Ovviamente dico “ci siamo” ragionando come se fossimo tutti una famiglia. Per essere rigorosi, è chiaro che bi­sognerebbe dire “ci hanno”. Co­sì ci hanno ridotti i furbi e i mal­fattori di tutte le risme, campioni e mezze calzette, vecchi e giovani, maschi e femmine. Dai professionisti agli amatori, tutto un mondo di menti malate disposte a qualunque bassezza pur di migliorare in qualcosa. Di fregare il prossimo a più non posso. Senza remore, senza scrupoli. Anzi, credendosi nettamente più volpi degli altri.

È per questo che quando una volpe ci lascia la zampa, bisogna solo fe­steggiare. E andare giù pesanti con le bastonate. Da questo punto di vista, trovo piuttosto equa, compatibilmente con le norme vigenti, la pena di sei anni inflitta alla popolare Fem­ke Van Den Driessche (mi ci vorrebbe il doping solo per ri­scrivere le generalità). Questa tizia è a pieno titolo la prima vittima del motorino. Sperando sia l’ultima, ho il forte sospetto che non lo sarà. Resta il fatto che in linea teorica, almeno per come la vedo io, sei anni siano comunque pochi. Per una cosa del genere, comprovata al cento per cento, io non starei più a perdere tempo: radiazione, al­tro che squalifica. Fuori dalle scatole una volta per tutte. La signorina restituisca le braccia all’agricoltura, vada a fare la pettinatrice ad Albinea, si met­ta in proprio a infilare collanine. Ma nel mondo del ciclismo non mette più piede. Dice il buonista: sei anni significano comunque carriera finita. E bra­vo il mio buonista. Ma quando si ragiona di ideali e di etica, il risultato pratico interessa poco: deve passare il concetto che la colpa è talmente grave, talmente vigliacca, da me­ritare soltanto la parola fine. Conta la simbologia. Nessuno mette al muro nessuno. Ma in una gara di biciclette, neppure a un incrocio con la bandierina in mano, mai più. E ovviamente non mi dilungo oltre per dire che analogo atteggiamento an­drebbe tenuto pure per il do­ping chimico, provato al cento per cento. Basta, via, chiuso. Game over. Chi fa simili danni risarcisca in denaro a sparisca dalla circolazione. I furbi ci sa­ranno sempre: ma è ora che sappiano una cosa soltanto, che quando ci lasciano la zampa non c’è una seconda possibilità.

Tanta ferocia per così poco? In fondo la Van Den Eccetera non ha ammazzato nessuno. Né lei, né Armstrong, tanto per aggiungere esempi. Anche questa è una posizione che non sopporto più. Certo questi signori del tarocco non assassinano fisicamente nessuno. Non scorre sangue. Ma siamo proprio sicuri che non siano dei veri boia? A me pare che i loro reiterati e spudorati imbrogli una vittima la la­scino sul pavimento. E torno di colpo all’inizio: cos’altro è, questo clima mortifero di sospetto totale, che ci rovina il gusto di ammirare, di gioire, di credere, se non una vittima inerme di quei crimini? Quando parlo di radiazione, non è tanto l’Epo o il motorino in sé che penso di castigare. Molto più seriamente, pretendo che il killer paghi per il suo vero crimine, per la vera vittima che resta sul pavimento: l’idea stessa della no­stra passione.
Copyright © TBW
TBRADIO

00:00
00:00
La nuova sella Nago R4 PAS AGX, una sella semi-tonda caratterizzata da un evidente e caratteristico T-shape, è l’elemento con cui Prologo va a completare la linea di selle AGX, quella che per intenderci è destinata ad una buona parte di...


Oggi  Colnago torna ufficialmente nei velodromi con un modello pronto a fare storia, ovvero il nuovo T1RS. In questa modernissima bici da pista si concentra quanto di straordinario è stato fatto da Colnago con i progetti TT1 e Y1RS. ...


"Il paradigma dell'alimentazione nel ciclismo per fortuna è cambiato rispetto a quando si pensava più che altro a trasportare sulla bici un corpo più leggero possibile. Quando si è capito che gli standard di allenamento erano di dominio di tutti...


In ASSOS la definiscono senza mezzi termini il capo invernale per eccellenza, una giacca progettata per consentire prestazioni elevate anche quando il freddo è pungente. Il limite per diversi capi invernali non riguarda certo il grado di isolamento termico, ma...


La novità era nell’aria e dopo le varie prove sul campo nelle più importanti manifestazioni gravel al mondo, arriva oggi con tutta la sua forza la nuova piattaforma Super Record 13 wireless con le sue tre declinazioni: Road, Gravel, All...


Se i pedali Kéo prodotti da LOOK Cycle sono un’assoluta garanzia in termini di prestazioni e affidabilità, arriva oggi quello che potremmo definire un vero potenziamento del prodotto, un potenziamento in grado di cambiare le regole in termini di sicurezza....


Pare che l’idea di partenza sia proprio questa, ovvero quella di interpretare un nuovo concetto di occhiale sportivo in cui tra lente e montatura non ci sono confini, ma solo totale continuità. Vediamola così, anzi, parliamo di integrazione visto che...


Consideriamola l’età del cambio di ritmo, una sorta di giro di boa ed è così che una volta compiuti i cinquanta anni dovremmo prendere in esame alcuni aspetti che prima non prendevamo affatto in considerazione. Cambiano i tempi di recupero,...


Cosa ci fa un CEO da miliardi di euro con un due volte vincitore del Giro d'Italia? Venerdì 3 ottobre atleti e staff della Polti VisitMalta hanno avuto l'occasione di confrontarsi con un mentore speciale. Un uomo che non proviene...


Il nuovo configuratore “YOUR LOOK A la Carte” diventa il braccio armato della tua immaginazione, anzi, direi che è e sarà il traduttore universale che ti permetterà di progettare il tuo sogno originale. Così prende vita la nuova esperienza di...


TBRADIO

-

00:00
00:00
SONDAGGIO
OSCAR TUTTOBICI 2025. SCEGLIETE IL MIGLIOR TECNICO ITALIANO DELL'ANNO
Dieci candidati, tocca a voi assegnare il Gran Premio Fondazione Iseni y Nervi





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024