Passano gli anni, è passato pure un secolo, ma ci ritroviamo ciclicamente e ciclisticamente sempre allo stesso punto: ai clienti segreti di Michele Ferrari. La processione dal santone.
Qui non ho la minima voglia di entrare nel merito delle singole vicende. Già troppo ne abbiamo sentito, visto, parlato. E Pozzato fuori dalle Olimpiadi per l’intercettazione, e Schwazer pescato qualche giorno prima, e il polemicone sui misteriosi atleti in nero avvistati dalle parti di Sankt Moritz (pensa come può ridursi un uomo: allenarsi vestito da beccamorto per non farsi riconoscere). Tornando indietro nel tempo, l’interminabile lista dei sospetti, dei sicuri, dei probabili, degli ipotetici sportivi motorizzati Ferrari. E che diamine: sarebbe il caso di finirla, una volta o l’altra. Sarebbe il caso che gli atleti se lo ficcassero bene in testa: non possono pretendere di cadere dal pero, candidi come arcangeli, se qualche volta, ogni tanto, saltuariamente le loro libere frequentazioni vengono scoperte, riferite, sanzionate. Devono saperlo, a che gioco si gioca: loro sono liberi di raccontare tutte le favole che vogliono, noi però siamo liberi di non bercele proprio come acquasanta. Poi amici come prima. Forse.
Lo dico anche in modo molto grossolano: a me, di chi sia e che cosa faccia Ferrari, importa poco o nulla. Non ho elementi probanti per conclusioni certe. Per inciso: persino la nostra federazione ha dovuto scartabellare parecchio per capire se come medico sia ancora rispettabile oppure se sia finito nel girone degli infrequentabili. Ma non è questo il punto. Il punto che voglio chiarire, a nome di chi segue lo sport con un minimo di passione, è come non se ne possa più del ridicolo teatrino. Quante volte li abbiamo visti all’opera, i prestigiosi clienti Ferrari. All’inizio negano tutto. Stando a loro, Ferrari sarebbe un disoccupato nullafacente che da vent’anni aspetta il primo cliente. E pazienza se invece, così risulta, sia decisamente benestante, a stare bassi con le valutazioni. Niente da fare. Ferrari? Non ci va nessuno. Io? Mai andato. Mai conosciuto. Ferrari chi, la macchina o lo spumante?
Di fronte alle prime prove, però, scatta la seconda fase: la timidissima ammissione. Ma certo, che male c’è, sono andato da Ferrari, quando nessuno sapeva che fosse squalificato, e comunque mi ha girato soltanto tabelle d’allenamento, mai parlato di sostanze, in ogni caso sono almeno cinquant’anni che ci siamo separati…
Alla fine uno rimpiange il vecchio Lance Armstrong, l’unico che nella mia lunga frequentazione io abbia sempre sentito dire parole elementari sul tema: “Sì, mi prepara Ferrari, è il numero uno e una bravissima persona”. E quanto ci vuole: un campione fa le proprie scelte e se ne assume le responsabilità. Fino in fondo. Punto. Non serve essere eroi: basta essere uomini.
Giunti a questo punto, stremati da una nuova annata di ferrarismo, mi sembra equo stabilire una piccola regola di funzionamento, sperando valga per sempre (anche perché, intanto lo dico solo tra parentesi, ho la sensazione che in qualche cassetto stazionino altre liste di famosi clienti, pronte ad uscire al momento giusto). Amici sportivi, non state più ad affaticarvi e ad affaticarci con nubi di parole patetiche. Sappiamo già tutto: Ferrari non è il diavolo, Ferrari rilascia solo tabelle d’allenamento, Ferrari è un galantuomo che non prescriverebbe nemmeno la tachipirina in punto di morte. Però basta. Però bisogna che ve ne facciate una ragione. Bello o brutto che sia, giusto o sbagliato che sia, andare da Ferrari è ormai un peccato. Squalifiche a parte, non viene visto bene, scatena subito pesanti sospetti, attira pessime reputazioni. Lo vogliamo capire? Lo vogliamo accettare? Questo è lo stato delle cose, creatosi nell’arco di tanti anni e di tanti fatti. Poi ciascuno liberissimo di andare da chi crede. A suo rischio e pericolo. Non è che poi, scoperta la cosa, facciamo gli indignati e ci chiediamo che cos’è tutto questo clamore, tutto questo scandalo. Andare da Ferrari significa questo, purtroppo o per fortuna, e non c’è più niente che si possa cambiare. Ci sono comportamenti, gravi o innocenti, che comunque si portano dietro un codazzo di valutazioni. Bisogna saperlo, bisogna piantarla con i vittimismi e con le lacrime di coccodrillo. Hanno stufato.
Amico atleta, comportamento per comportamento, tanto per capirci: tu sei liberissimo di raccontarci che vai a Montecarlo perché il luogo è ubertoso e profuma di salmastro, ma nessuno purtroppo riuscirà più a impedire il vago sospetto che tu ci vada per pagare meno tasse. Così: tu ci puoi pure raccontare che ti sposti a vivere in Spagna, anzi a Madrid, perché lì si vive, si mangia, ci si allena meglio. Però ce lo devi concedere: come impedirci di pensare che la gente, negli ultimi anni, si sia spostata in esodo verso Madrid perché lì, oltre alla buona cucina, gira roba che fa volare gli asini?
La 785 Huez è la bici tuttofare di casa Look, un modello nato per chi desidera confrontarsi con sé stesso e con gli altri quando la strada comincia a salire. Scattante, leggera ed elegante, conquista su strada e si prende...
Progettate per assicurare un controllo senza pari, le scarpe Q36.5 Unique Pro uniscono tecnologie italiane di produzione all'avanguardia con una struttura che massimizza stabilità, potenza e comfort. Con un peso di appena 225g (taglia 42) e uno stack minimo di...
Il Rubino in casa Vittoria è un pneumatico iconico, un prodotto particolarmente apprezzato da chi pedala ogni giorno. Oggi il nuovo Rubino torna in aula versione completamente rinnovata che si pone al centro della gamma stradale Vittoria. Pur restando un...
Santini ha appena svelato la nuova collezione ufficiale dedicata al Tour de France e al Tour de France Femmes avec Zwift e la linea Maillot Jaune, un sentito omaggio alla grande corsa a tappe francese, alla sua storia, al suo...
Quella che avete appena visto in foto è la S-Works Tarmac SL8 Remco “Golden Season” LTD, un tributo all’anno da record di Remco Evenepoel che diventa limited edition visti i soli 272 esemplari disponibili in tutto il mondo. Da tempo non...
Il Giro d’Italia 2025 è per Miche un evento speciale. L’azienda trevigiana di ruote e componentistica per il ciclismo è alla sua prima esperienza come sponsor di un team UCI WorldTour. Ha stretto un contratto triennale con il team Groupama-FDJ...
Pinarello è orgogliosa di annunciare il suo ritorno come bicicletta ufficiale del Giro d’Italia. La 108ª edizione di questa prestigiosa corsa parte dalla città albanese di Durazzo venerdì 9 maggio e si concluderà a Roma domenica 1 giugno. La tappa...
De Rosa, da oltre 70 anni ambasciatrice della tradizione artigianale ciclistica italiana, sceglie di svelare la sua nuova 70 Icona Revò alla vigilia del Giro d'Italia. Una bicicletta accompagnata da un claim - eccellenza senza compromessi - che non lascia...
Nel cycling kit formato dalla Aero Race 8S Jersey e dal Free Aero Race S Bibshort Castelli ha concentrato più di un decennio di innovazione ed esperienza maturata nel mondo del professionismo. Il risultato? Pazzesco ed è a disposizione dei...
Ieri nel tardo pomeriggio è calato il sipario su FSA Bike Festival Riva del Garda, con la quarta e ultima giornata tutta dedicata allo Scott Junior Trophy, dove i campioni di domani hanno potuto dimostrare le proprie capacità sulla mountain...
TBRADIO
-
00:00
00:00
SONDAGGIO
30 ANNI DI TUTTOBICI, VOTATE LA COPERTINA PIU' BELLA