Gatti & Misfatti
La giusta causa

di Cristiano Gatti

Visto che nessuno si prende la briga di radiarli, l’unica alternativa rimasta è fargliela pagare pesan­te­mente: sen­za arrivare alla legge del taglione, mettendo semplicemente mano al loro portafogli. Quando si dice che la lotta al doping e ai dopati è fatta solo di chiacchiere, si fanno soltanto delle stupide chiacchiere. Non è vero: chi vuo­le, con un minimo di coraggio e di schiena dritta, può almeno difendersi. E non è poco. È molto più di tante chiacchiere.

Affronto di nuovo l’argo­men­to, anche in pieno cli­ma di Giro, perché non vorrei mai che una notizia basilare fosse già passata allegramente in cavalleria. A costo di di­ventare noioso, voglio qui ri­prenderla e rimarcarla con quattro righe d’evidenziatore: la Li­quigas, benemerito club superstite di un made in Italy serio e organizzato, ha schienato legalmente il suo ex-dipendente Bel­tran, a suo tempo pizzicato con le mani nelle porcherie. Con­si­de­randosi giustamente molto dan­neggiata da questa pessima pubblicità, la società ha compiuto il passo che da sempre è possibile, anche solo a livello simbolico: ha denunciato, con richiesta di risarcimento danni, il suo di­pendente infedele.

Capisco che il linguaggio possa suonare nuovo, nel ciclismo: ma un corridore che si dopa altro non è che un dipendente infedele, tale e quale un operaio che saboti con atto di bieco luddismo l’im­pianto a lui affidato, o un dirigente che sottragga dalla casa un quantitativo di denaro azien­dale. Se cominciamo a ra­gionare così, cambia la prospettiva dei rapporti e probabilmente cambiano pure le conseguenze di troppi tradimenti. Guarda caso, difatti, la Li­qui­gas ha vinto la sua causa sportiva contro Beltran. È un evento storico, che può fare giurisprudenza anche in futuro. Difficile dire se una sentenza di questo ge­nere possa effet­ti­vamente ob­bligare Beltran a scucire in mo­do coatto gli euro che deve, ma questo in fondo conta poco: non è con 100 o 150 mila euro che la Liquigas cambierà i suoi bilanci, se mai a rimetterci in caso di man­cato incasso sono le onlus cui la som­ma sarebbe lodevolmente destinata. Che conta, che resta, che brilla in tutta la sua novità è il principio: il corridore dopato è prima di tutto una ro­vina per il marchio stampato sul­la sua maglia. Come gli dà un grande beneficio con una vittoria, ugualmente gli arreca un gravissimo danno quando bara. Sembra persino banale, ma nell’ambiente in cui ci muoviamo è semplicemente un evento rivoluzionario.

Non credo di dire fesserie ricordando come sono le consuetudini del ciclismo. Prima della Liquigas, prima di Bordonali (il team manager in causa con Di Luca per il tradimento al Giro), io ho sempre vi­sto la squadra in posizione ambigua, a dir poco, in occasione di casi doping. La cosa mi ha sempre stupito e anche un po’ indignato: ma co­me, io mi accorgo che la colf ruba nei cassetti di casa e anziché sentirmi ferito di­vento il primo difensore della la­dra? Così le squadre: trovano un corridore dopato in casa, ma pro­prio loro, anziché montare su tutte le furie, minacciare di im­piccarlo sulla pubblica piazza, cercare in ogni modo di strangolarlo seduta stante, sono le pri­me a correre in soccorso. Ma, sa, dobbiamo valutare, vo­glia­mo ve­derci chiaro, questi test non so­no sempre così attendibili, chiederemo spiegazioni al ra­gazzo, siamo stupiti perché ha sempre tenuto un comportamento esemplare, nessun pronunciamento pri­ma delle controanalisi, e co­munque tutti nella vita possono sbagliare…

Quante ne abbiamo sentite, di questo genere. Io capisco il garantismo e la prudenza iniziali, ma poi non capisco più. Quando il tradimento è accertato, caro il mio corridore, io non mi trattengo più: ti perseguito, ti massacro, ti rovino. Per­ché deve essere chiaro a tutti che con la tua di­sonestà non hai fat­to male solo a te stesso - tu puoi anche an­dare al diavolo - ma hai fatto malissimo ad un’azienda ri­spet­tabile, che investe soldi per farsi buona pubblicità, che ha dietro centinaia di famiglie, che soprattutto non può giocarsi la reputazione per un imbecille come te.

Così mi sembra umano e naturale ragionare. Que­ste mi sembrano le reazioni più scontate. Invece no: per anni, i club hanno fatto da crocerossine ai loro poveri corridori in disgrazia. Povere gioie, come si fa a lasciarli solo in momenti così difficili, già hanno tanti problemi… Lo di­co sinceramente: dopo dieci an­ni di vergogne, da­vanti alle ro­vine di questi tempi (signori, ci siamo accorti che il ci­clismo fa sempre più fatica a penetrare nelle passioni italiane?), ecco, di fronte a queste conseguenze non è più possibile alcuna pie­tà. I corridori, grandi e vaccinati, devono sapere che dei propri atti si risponde: non solo con una ridicola squalifica di due anni, praticamente una vacanza, ma in un’aula di giustizia, con la concreta possibilità di pagare in soldoni i danni provocati.

Ringrazio personalmente le Liquigas, i Bordonali e tutti quelli che eventualmente vorranno seguirne la strada. Mi piacerebbe tanto che co­minciassero a farlo anche gli or­ganizzatori delle gare (penso a co­sa potrebbe preten­dere il Gi­ro, gloriosa ma­ni­festazione po­po­lare d’Italia, ne­gli ultimi anni finita regolarmente nel cesso). Adesso non c’è nemmeno più la scusa che “tanto la causa si perde nel vuoto”. Adesso c’è la prova pro­vata che il corridore può essere trascinato in tribunale. Se in­vece, anche dopo questi precedenti, le società continueranno a muoversi nell’ambiguità e nella nebbia, allora la conclusione mi sembra inevitabile: le squadre non possono denunciare nessuno perché so­no ricattabili. Come tutti i com­plici.
Copyright © TBW
TBRADIO

00:00
00:00
In occasione del 50° anniversario del primo arrivo del Tour de France sugli Champs-Élysées, Santini presenta la collezione speciale Arrivée Paris-Champs-Élysées, parte della collezione ufficiale Tour de France 2025. Un tributo ai luoghi simbolici dell’edizione di quest’anno, che si affianca...


In un ciclismo in cui chi si ferma è perduto, continua il costante processo di innovazione messo in atto da DMT, azienda che accompagna da diversi anni il Campione del Mondo Pogačar. Arrivano così le nuove Pogi’s Superlight, già ai...


Accoppiare bene casco e occhiali è molto importante, del resto, si tratta di due elementi destinati a darci sicurezza e comfort ed è essenziale che ben si sposino sia da un punto di vista strutturale che per il design. In...


Potremmo senza dubbio definirlo il kit più veloce prodotto da Castelli ed è quello con cui il team Soudal Quick-Step sta correndo il Tour de France 2025. Aero Race 8S Jersey e Free Aero Race S Bibshort sono posti da...


La più grande ciclista italiana della storia aggiunge un’altra perla ad una carriera fenomenale: Elisa Longo Borghini ha conquistato, per il secondo anno di fila, la classifica generale del Giro d’Italia Women, vestendo la Maglia Rosa finale sul palco di...


Ieri è sta una giornata prestigiosa per il Team Lidl-Trek, vincitori al Tour de France con un velocissimo Jonathan Milan in sella alla sua Madone, una bici che da circa un anno viene utilizzata dagli atleti del team per vincere...


Con il nuovo borsello sottosella Aero Wedge Pack DX Topeak ridefinisce le forme e gli ingombri di questo accessorio rendendolo elegante e aerodinamico. Spazioso e versatile, offre spazio in abbondanza e si integra in maniera moderna al design della bici....


La mossa è decisiva, Pinarello oggi con la presentazione della Dogma GR e della Grevil F completa un’offerta gravel di altissimo livello coprendo così ogni possibile esperienza gravel. Come le iconiche Dogma F e Dogma XC, la nuova Dogma GR...


Q36.5 è lieta di annunciare il lancio del kit ufficiale per le gare di Mountain Bike 2025 di Tom Pidcock, presentato ufficialmente oggi alla UCI Mountain Bike World Cup di Andorra. Il kit rimane fedele alle preferenze di Tom Pidcock...


Il body da ciclismo è stato completamente sdoganato ed ora è sfruttatissimo su strada non solo dai pro ma anche dagli amatori, ma un aspetto è da sottolineare, questo capo oggi è sempre più aerodinamico e comodo. Il prodotto esaminato...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024