Gatti & Misfatti
Ciclismo kamikaze

di Cristiano Gatti

C’è un tema eterno e affascinante che negli ultimi tempi proprio il direttore Stagi ha riportato in auge con una bella intervista al piemme Spinosa, ora impegnato su altri fronti a Paola, ma famoso come grande accusatore di Michele Ferrari, discusso guru dei preparatori. Quale tema? Lo riassumerei in una frase, estratta dall’intervista: «Basta ipocrisie: i grandi campioni sono divi dello spettacolo, dunque devono essere liberi di fare ciò che vogliono. La lotta al doping va inasprita nelle categorie dilettantistiche e amatoriali». Appunto: doping libero agli altissimi livelli, perché tanto qui la lotta è persa, e poi perché comunque un divo dev’essere libero di gestirsi come vuole. La tesi non è per niente eccentrica o folkloristica. Ha una sua logica e una sua rispettabilità (tutte le idee motivate ne hanno). Sarebbe bello e interessante sapere che ne pensa la gente. Ma in attesa di un eventuale pronunciamento popolare, provo a dire come la penso io.

Premessa: è vero che la lotta al doping non vincerà mai. Chiedo: la legge ha mai eliminato il male, il delitto, il malaffare? Certo che no. Nell’amena cerchia dell’umanità, bene e male sono in eterno contraddittorio. Nel senso che c’è sempre chi ci prova e c’è sempre chi prova a non permettergli di provarci. Dunque, è stupido pensare che l’antidoping un giorno riesca davvero a eliminare il doping. L’antidoping - come tutte le leggi e tutte le polizie del mondo - può solo braccare il doping, inseguirlo, stanarlo, e al momento opportuno presentare il conto. È già molto, se riesce a fare questo.

Seconda premessa. Praticamente una domanda: da dove nasce l’idea che considera i grandi protagonisti dello spettacolo liberi di gestirsi come vogliono? Bisognerebbe parlarne un po’ di più e un po’ meglio. Ma per proseguire nel discorso è utile darla per scontata. Passi come buona: al grande artista non vanno eretti limiti e barriere. Faccia come vuole, purché produca l’arte che gli chiediamo.

Ricapitolando: l’antidoping non batterà mai il doping, i grandi campioni sono liberi di creare come meglio credono. Va bene. Ma allora: possono bastare queste due constatazioni per sbaraccare la complicata e farraginosa macchina da guerra messa in piedi dal 1998 in poi, con risultati alterni e con un ciclismo purtroppo ancora guardato con diffidenza?

Vengo alla risposta che mi sono dato io, personalissima e niente affatto risolutiva, dopo lunghi anni di penose frequentazioni ciclistiche. Date le premesse, la conclusione non può comunque che essere una sola: è meglio per tutti se il piemme Spinosa si concentra totalmente sui racket calabresi. Le sue idee sul doping libero, motivate e rispettabili, sono comunque da lasciare in fondo a un cassetto. Restano affascinanti, ma nella realtà diventano tremende. Per un motivo, soprattutto: aprono le porte a quello che qui, sbrigativamente, definirei il ciclismo dei kamikaze.

Che ciclismo sarebbe? Non voglio farla lunga con un trattato. Bastano poche parole. Più che altro, basta pensare alla storia e alla tradizione del ciclismo, anche se potremmo dire di tutto lo sport. Restando a noi: tutti sappiamo che cosa è successo in questi lunghi anni, tra retate e arresti, blitz e processi, famiglie rovinate e sponsor in fuga. Tutti quanti abbiamo visto quante vetrate sono venute giù, con danni ancora difficilmente quantificabili, e comunque ingenti. Eppure, nonostante tutta questa litania di scandali planetari, ogni mese c’è regolarmente qualcuno che ancora si fa colpire e affondare per uso di doping. In questo scenario, c’è tutto il senso della mia conclusione: gli uomini atleti continueranno a provarci. Figuriamoci quando eventualmente abolissimo per decreto la lotta al doping, con le sue regole, i suoi limiti, i suoi castighi. I grandi campioni liberi di gestirsi? Ma per favore. Qui c’è gente che per vincere una grande corsa è disposta a rovinarsi la salute per sempre. L’hanno fatto anche per corse piccole, figuriamoci. Senza controlli e senza pene, nessuno potrebbe più fermare i kamikaze della chimica, capaci di sacrificarsi per il bene della propria famiglia e dei propri discendenti. Vinco il Tour, divento miliardario, mi sistemo per la vita. E pazienza se questa vita sarà più breve: dopo di me, godranno mia moglie e i miei figli. Sono i ragionamenti che nel loro piccolo già fanno persino gregarioni e mezze figure. Immaginiamo come possono farsi strada nella testa di chi ha un grande giro o una superclassica a portata di mano. Droga pesante, guadagni pesanti. E il kamikaze va indomito a immolarsi. Perché ne vale la pena, perché la causa lo merita.

No, non mi sembra il caso. Doping libero un bel niente. Saranno lacunose, inique, sbalestrate: ma le regole servono. Scelgo il male minore. Quanto meno, si va avanti come adesso: sappiamo che il doping è imbattibile, sappiamo che ancora ci provano, ma sappiamo che chi ci casca è perduto. Se proprio vogliono doparsi, obblighiamoli a doparsi con ansia e paura. Paura del castigo e della pena, ovviamente, visto che paura dei danni alla salute non ne hanno. Ma lasciamogliela, quest’ansia. Sappiano i nostri acrobati della chimica che al minimo errore, alla minima distrazione, alla minima svista, lo sbalestrato antidoping è lì puntuale, sull’uscio di casa, con il suo pesante conto in mano. Le regole non eliminano il reato: i limiti di velocità non impediscono che il demente sfrecci a duecento orari, così come la galera non elimina il gusto di evadere le tasse in grande stile. Ma c’è un ma: le regole, limitate e derise che siano, costituiscono comunque l’ultimo appiglio - anche solo come consolazione - per chi cocciutamente crede nella lealtà. Ce ne sarà ancora qualcuno, o no?
Copyright © TBW
TBRADIO

00:00
00:00
Vi presentiamo due bici che profumano di leggenda, da una parte la bici con cui Ganna ha vinto il suo quinto titolo nazionale, la velocissima Bolide F TT 2024, dall’altra l’innovativa Dogma XC Hardtail 2023, quella con cui Tom Pidcock...


In occasione del 50° anniversario del primo arrivo del Tour de France sugli Champs-Élysées, Santini presenta la collezione speciale Arrivée Paris-Champs-Élysées, parte della collezione ufficiale Tour de France 2025. Un tributo ai luoghi simbolici dell’edizione di quest’anno, che si affianca...


In un ciclismo in cui chi si ferma è perduto, continua il costante processo di innovazione messo in atto da DMT, azienda che accompagna da diversi anni il Campione del Mondo Pogačar. Arrivano così le nuove Pogi’s Superlight, già ai...


Accoppiare bene casco e occhiali è molto importante, del resto, si tratta di due elementi destinati a darci sicurezza e comfort ed è essenziale che ben si sposino sia da un punto di vista strutturale che per il design. In...


Potremmo senza dubbio definirlo il kit più veloce prodotto da Castelli ed è quello con cui il team Soudal Quick-Step sta correndo il Tour de France 2025. Aero Race 8S Jersey e Free Aero Race S Bibshort sono posti da...


La più grande ciclista italiana della storia aggiunge un’altra perla ad una carriera fenomenale: Elisa Longo Borghini ha conquistato, per il secondo anno di fila, la classifica generale del Giro d’Italia Women, vestendo la Maglia Rosa finale sul palco di...


Ieri è sta una giornata prestigiosa per il Team Lidl-Trek, vincitori al Tour de France con un velocissimo Jonathan Milan in sella alla sua Madone, una bici che da circa un anno viene utilizzata dagli atleti del team per vincere...


Con il nuovo borsello sottosella Aero Wedge Pack DX Topeak ridefinisce le forme e gli ingombri di questo accessorio rendendolo elegante e aerodinamico. Spazioso e versatile, offre spazio in abbondanza e si integra in maniera moderna al design della bici....


La mossa è decisiva, Pinarello oggi con la presentazione della Dogma GR e della Grevil F completa un’offerta gravel di altissimo livello coprendo così ogni possibile esperienza gravel. Come le iconiche Dogma F e Dogma XC, la nuova Dogma GR...


Q36.5 è lieta di annunciare il lancio del kit ufficiale per le gare di Mountain Bike 2025 di Tom Pidcock, presentato ufficialmente oggi alla UCI Mountain Bike World Cup di Andorra. Il kit rimane fedele alle preferenze di Tom Pidcock...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024