Editoriale
NONSOLOWATTEFREQUENZE.Potevano mancare polemiche e vecchi sospetti sul Tour del Centenario? Certo che no. Anzi, mai vetrina poteva essere più suggestiva, stimolante, più blasonata e vera di quella di quest’anno. E allora sotto con tutte le valutazioni del caso.
In questo gioco ci sono entrati un po’ tutti, in particolare i giornali francesi, ad incominciare da Le Monde, che si è divertito molto a raccontare della sfida tra Armstrong e Ullrich, ma soprattutto a parlare di Michele Ferrari e Luigi Cecchini, i loro due «preparatori», rigorosamente fra virgolette. Ma è la velocità straordinaria di questo Tour da record (media finale 40,940 km/h) ad attirare i sospetti più alti, come una calamita. Sul quotidiano Libération, ha fatto molto scalpore l’intervento di Antoine Vayer, docente di sport e scienziato di «ricerca dell’allenamento», che ha scritto: «gli atleti ciclisti livellano ancora le loro performance verso l’alto. Fino a dove? Come se gli anni EPO & c. non fossero mai esistiti». Lo stupore sale con le sue cifre: «i primi sei della classifica sviluppano una potenza media fra i 416 e i 423 watts», mentre l’anno scorso soltanto il vincitore Armstrong «in montagna arrivava a superare 415».
Un carico da mille contro la credibilità di questo Tour de France da poco passato agli archivi ce lo mette il giornale satirico Le Canard Enchaine: «per questa edizione del Centenario - rivela una fonte anonima al giornale - la parola d'ordine ben recepita da polizia e doganieri, era “giù le mani dal Tour”».
Il dibattito è quindi aperto, ognuno dica la sua. Noi, che vogliamo sognare quanto voi, ma allo stesso tempo non ce la sentiamo di chiudere gli occhi, vi riproponiamo questi dotti commenti giunti d’oltralpe e andiamo oltre.
Nel senso che si può sicuramente nutrire dei sospetti, avere delle perplessità, ma è anche vero che dobbiamo attenerci ai fatti e i fatti parlano chiaro: ufficialmente il Tour del Centenario è stato pulito. Ma vogliamo andare ancora più in là, soprattutto oltre. Fino all’aspetto più bello e autentico di questo Tour. Non possiamo ridurre tutto a un mero calcolo di watt, percentuali, pendenze, aspetti aerodinamici e frequenze: vogliamo parlare un po’ di corridori e delle loro teste? Credo che questo Tour abbia portato alla ribalta il carattere, la forza di volontà, la tenacia di due atleti assolutamente eccezionali e fuori dal comune, ma forse nemmeno così fuori dal comune, visto le storie offerte dai vari Casper, Baldato, Di Luca, Simoni e soprattutto Tyler Hamilton. Storie di volontà, tenacia e sacrificio. Un Tour che sarà ricordato per l’entusiasmante braccio di ferro tra due «giganti della strada», Lance Armstrong e Jan Ullrich, fenomeni naturali, simbolo di professionalità il texano e di forza il tedesco. Credete davvero che questi due fenomeni nascano semplicemente da calcoli algebrici? A parità di beverone, Armstrong vince per la sua maniacale ricerca della perfezione e per la sua assoluta e spietata lucidità tattica. Non per altro. E quei momenti di assoluta sportività: vi sarà restato negli occhi e nel cuore quel gesto di Ullrich a Luz Ardiden? Il texano finito a tappeto, ma non finito, che viene atteso dal rivale tedesco: credete proprio che queste cose nascano in laboratorio?

SEMPREINFORMATI.«È lì, nell’aula 43, che Del Piero ha scoperto ciò che neppure lui sapeva: di essere stato iscritto al registro degli indagati per oltre un anno, dal 17 luglio 1999 al 30 agosto 2000 (data dell’archiviazione; dovrebbero essere stati indagati pure Didier Deschamps e Angelo Di Livio). Il reato? Frode sportiva». Questo si legge sui quotidiani sportivi del 22 luglio scorso. Solo al momento del processo per frode sportiva che vede imputati Antonio Giraudo e Riccardo Agricola, rispettivamente amministratore delegato e responsabile dello staff medico della Juventus, si viene a conoscenza che alcuni giocatori erano stati indagati. Nulla di clamoroso, ma a noi, popolo del ciclismo, che per i grandi pensatori dello sport universale soffriamo costantemente di calimerite acuta, questa cosa ci ha fatto un po’ specie. Domanda, che giriamo volentieri ad un avvocato: come è possibile che un libero cittadino venga iscritto nel registro degli indagati e che questo non venga a sapere assolutamente nulla? Una cosa comunque è certa, ed è costantemente sotto gli occhi di tutti: quando un informazione di garanzia raggiunge un corridore ciclista, questo diventa immediatamente di dominio pubblico e non c’è giornale che non ne parli. Quante fortune hanno i corridori: loro sono sempre informati. Tempestivamente.

CENTODIQUESTINUMERI.A questo punto scusatemi se per un attimo parlo di noi. Certo, dopo le celebrazioni per il Tour del Centenario ci sentiamo anche un po’ ridicoli a festeggiare il nostro modestissimo Centenario. Però tuttoBICI raggiunge quota 100. Quello che avete tra le mani è il centesimo numero della nostra giovane storia. Nati nel maggio del 1995, oggi ci troviamo a festeggiare un traguardo importante. Non è tantissimo, ma è certamente molto. Per noi è un modo come un altro per fare un punto della situazione, un brindisi a quello che è stato fatto, e a quello che saremo chiamati a fare. Un modo come un altro per ricordare gli inizi, che non sono distanti ma nemmeno più così vicini: sapete, tra un anno e mezzo, nel maggio del 2005, saranno 10 anni. E allora auguri e grazie di tutto. Grazie a quanti hanno collaborato con noi, ma soprattutto grazie a voi, che ci avete scelto e ogni mese ci scegliete. Auguri e Cento di questi giorni. Pardon, cento di questi numeri.
Pier Augusto Stagi
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