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CARRERA PODIUM. Passuello e l'amore per il triathlon
dalla Redazione | 20/06/2014 | 08:08

L’azienda Podium, player italiano di riferimento nel mercato delle bici da competizione, è da sempre impegnata nella ricerca e nella valorizzazione di campioni emergenti del ciclismo italiano e internazionale. Per questa stagione la scommessa vincente risponde al nome di Domenico Passuello, il triatleta livornese che, vittoria dopo vittoria, punta diritto a un grande traguardo: l’Iroman Hawaii 2014. Podium con il marchio Carrera è infatti partner ufficiale del cronoman italiano, impegnato in uno degli sport più adrenalinici, il Triathlon, fedele compagna la bici Carrera che sfida il vento, la TTS01. Per saperne di più sulle prestazioni tecniche che si possono raggiungere grazie alla preparazione costante ed estrema che vede coinvolto ogni muscolo del corpo umano e grazie alle qualità tecniche di una bici da veri campioni, abbiamo scelto di fare due chiacchiere con Domenico Passuello.

Come è nata la passione per il Triathlon?
«Ho sempre sentito parlare di triathlon fin dagli anni 90 perché nella città dove vivo, Livorno, è da sempre stato uno sport praticato. In realtà la mia attenzione personale verso questo sport è nata in Australia nel 2005/2006 mentre ero, per cosi dire, nel mio anno sabbatico dopo la parentesi con il ciclismo. Vedevo un sacco di gente che praticava i tre sport con grande entusiasmo ho avuto un impressione incredibilmente positiva, poi ho iniziato nel 2009 a praticarlo perché la mia voglia di fare sport è tornata solo molto tempo dopo la mia uscita dal ciclismo, la nausea da fatica si è placata solo dopo molti anni così come lontananza dagli sport in generale».

Cosa significa essere Triatleta?
«Significa allenarsi molto e fare molti sacrifici che non sempre sono ripagati ma quello che offre questo sport in termini di arricchimento della vita non ha eguali, è un ambiante giovane e dove non si rischia mai di annoiarsi, le gare sono in ogni parte del mondo e le esperienze di vita che si uniscono a questa attività sono incredibilmente varie, le conoscenze aumentano dopo ogni gara e le persone conosciute di conseguenza possono lasciarti qualcosa che in una vita normale non sarebbe naturalmente possibile. Per me è più uno stile di vita che “una vita da atleta».

Quali sono le difficoltà di questa disciplina?
«Per queste gare di ironman o ironman 70.3 sicuramente il tempo per allenarsi e le energie per farlo. Non è sicuramente uno sport semplice ma la soddisfazione di portare a termine una di queste avventure non credo abbia eguali in nessun altro sport, spesso è una sfida più con se stessi che con gli altri».

Qual è il tuo punto di forza?
«Il mio punto di forza è non aver mollato mai negli anni passati quando tutto sembrava perduto dopo i numerosi infortuni che hanno frenato la mia crescita fisica e sportiva ma se parliamo in termini puramente tecnici devo dire che la frazione ciclistica è quella in cui spesso riesco a costruire la base per i miei successi anche se, spesso, potrei permettermi di giocarmi la vittoria anche nella frazione di corsa finale che però è sempre la più rischiosa, viste le frequenti crisi nelle quali chiunque può incappare».

Come è avvenuto l’incontro con l’azienda Podium?
«Conoscevo Davide Boifava già dai tempi in cui ero ciclista e spesso mi sono avvicinato alla possibilità di far parte della sua squadra cosi quest’anno, vedendo anche quello splendido bolide che la Carrera aveva realizzato per le prove contro il tempo, ho deciso di chiamarlo per sapere se era interessato a mostrarla anche nel nostro ambiente e devo dire che Davide è stato molto entusiasta di questo. Cosi abbiamo iniziato quest’avventura che al momento sembra avere molto successo».

Quali sono le caratteristiche tecniche che la bici da triathlon deve assolutamente avere?
«La bici da triathlon deve essere una bici da chrono ma più versatile e questo perché le gare non sono mai di 10-20 o 40 km ma sempre di 90 o 180km e soprattutto con percorsi misti o ricchi di salite e quindi molto difficili da interpretare con una bici troppo estrema».

Come soddisfa queste esigenze la TTS01?
«Mi soddisfa proprio nel fatto che ho non difficoltà ad affrontare i cambiamenti di percorso, questa bicicletta ha inclinazioni che vanno bene per ogni percorso e questo per me è fondamentale, sarebbe difficile affrontare una gara di 180km con 2000mt di dislivello su un mezzo troppo estremo, con scarsa guidabilità e poca comodità, la TTS01 Carrera è tutt’altro invece. Infatti io sono riuscito per esempio a finire i 180km di un Ironman con 1900mt di dislivello a 39km/h di media senza sacrificare i miei muscoli per poi correre la maratona finale di 42km di corsa! Oppure viaggiare in un mezzo Ironman, 90km di bici, a 44km/h di media correndo poi una mezza maratona in 1h14’, non sarebbe stato possibile ottenere queste prestazioni cosi diverse tra loro se avessi avuto un mezzo poco valido. In effetti la TTS01 Carrera è una delle pochissime bici da time trial che vengono fatte su misura, in Italia, con la tecnologia del carbonio fasciato».

Podium da sempre applica alla produzione dei telai cura artigianale e permette a tutti di personalizzare al massimo la propria bici. Anche tu hai usufruito di questa possibilità? Quali sono state le tue richieste?
«In realtà sono stato poco esigente in questo e mi sono fidato dei tecnici Carrera, loro con le mie misure hanno sviluppato il resto e devo dire con grande successo, forse è anche questo il segreto di questa azienda, avere persone competenti alle sue spalle, aspetto difficile da trovare adesso in questo mercato un po’ pazzo. Inoltre avere un prodotto italiano è ovvio che ti da garanzie superiori in tutti i termini rispetto ad una bici costruita chissà dove e da chi».

Per concludere, quali sono le sensazioni, emozioni o pensieri che si provano durante una corsa su TTS01?
«Vi dico solo questo, io ho corso l’Ironman a Los Cabos dove la frazione ciclistica è di 180km, registrando il miglior parziale in questa frazione, salendo sulla bicicletta solo 4 volte prima della gara, diciamo forse ho percorso 200 km in totale, certo le mie gambe mi hanno aiutato ma devo aggiungere altro!?...si, che sono finito pure sul podio!»

Tecnica, versatilità e grande passione, questi i segreti per  perfetto per affrontare con successo uno sport che ha come unico avversario il tempo. Domenico Passuello ci ha raccontato la sua testimonianza, tracciando un profilo significativo delle qualità di una bici tutta italiana come la TTS01, nata dal lavoro sartoriale di tecnici specializzati che da sempre contribuiscono a fare grande un marchio storico del ciclismo internazionale, come Carrera di Podium.
Ora non ci resta che prepararci a conoscere le nuove e avvincenti sfide di questa vincente accoppiata dello sport italiano!  

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