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CONSONNI, REALINI, I "FINALI STUPENDI DA SCRIVERE" POST-INFORTUNI E LA... SECONDA-PRIMA VOLTA AL TOUR
di Nicolò Vallone | 24/03/2025 | 15:29

Stamattina vi abbiamo documentato l'edizione numero 11 del convegno Mapei Sport, per quanto riguardava il grosso dell'evento con gli interventi più tecnici. La giornata è terminata nel pomeriggio con una "tavola rotonda" su un tema particolarmente delicato nello sport: Oltre l'infortunio, resilienza e ripresa della carriera.

A partire dalla testimonianza in prima persona di Veronica Squinzi, amministratrice delegata di Mapei, all'insegna del parallelismo tra allenamento dell'atleta e allenamento della mentalità aziendale, c'è stato naturalmente tanto Sassuolo Calcio, col videomessaggio dell'allenatore Fabio Grosso e la presenza dell'amministratore delegato Giovanni Carnevali, dei giocatori Filippo Romagna ed Edoardo Pieragnolo e della giocatrice Cecilia Prugna. Con loro l'ex capitano del Sassuolo, oggi allenatore della Juventus Primavera, Francesco Magnanelli, ma anche Andrea Panzeri, chirurgo che ha operato Sofia Goggia e diversi atleti di discipline invernali.

E poi ci sono i ciclisti Lidl Trek, squadra che si avvale del prezioso supporto del Centro Mapei: un uomo e una donna, Simone Consonni e Gaia Realini. La scalatrice abruzzese, della quale trovate un'intervista nel numero di questo mese della nostra rivista tuttoBICI dove racconta il suo infortunio e il suo recupero verso il rientro in gara alla Vuelta a Extremadura d'inizio marzo, ha lanciato un messaggio che ha strappato gli applausi dei duecento presenti: «Nella vita sportiva come in quella di tutti i giorni ci sono gli alti e i bassi, e solo con forza e tenacia si può scrivere un finale stupendo. Se ci si arrende, è impossibile!»

Per quanto riguarda Consonni, vi riportiamo qui di seguito le sue dichiarazioni sul palco seguite da un rapido scambio di battute che abbiamo avuto a margine dell'evento:

«Il giorno prima del Mondiale di Glasgow nel 2023, delle piante erano cadute sulla ciclabile a causa del maltempo e feci un frontale con un altro ciclista alla vigilia delle mie prove su pista: ruppi clavicola destra e scafoide sinistro, per fortuna anzi è stato l'unico infortunio grosso fin qui in carriera. Una particolarità del ciclismo è che non sei sempre radunato insieme alla tua squadra nello stesso posto, con un centro vicino a disposizione. All'epoca correvo in Cofidis e ringrazio ancora Roberto Damiani (presente in platea) e tutto lo staff per come mi hanno assistito nel rientro in competizione. Così come la Lidl Trek in cui corro dall'anno scorso è una struttura che ti dà una sicurezza pazzesca, con super-professionisti che ti consentono di approcciarti in modo più sereno agli allenamenti e alle corse. Fondamentale è stata inoltre la mia famiglia, che mi stette vicino in quel momento non semplice. Noi ciclisti cerchiamo sempre quell'allenamento in più, quella ripetuta in più, per spingerci al massimo delle nostre possibilità, e quando sei infortunato e non puoi farlo è una frustrazione enorme. C'è bisogno anche di chi, accanto a te, ti ricordi di prenderti il tempo che serve.»

Qui si è parlato di infortuni ma tu stai benone, vero?

«Assolutamente sì! La stagione è partita molto bene, tra cronosquadre vinta a Valencia e volate vinte da Milan in vari appuntamenti World Tour. Abbiamo messo a punto il treno, commettendo pure quei piccoli errori che è bene commettere subito per sapere come evitarli nei momenti più importanti. Alla Tirreno-Adriatico ho avuto un piccolo momento no a causa sì di una caduta ma soprattutto di un problema gastrointestinale, non è stato facile moralmente guardare la vittoria di Jonny a San Benedetto senza poter essere lì in prima persona, ma è tutto superato. Ho rimesso su condizione a Nokere e Bredene e fra poche ore riparto in direzione Belgio per la De Panne di dopodomani. Fra due settimane questa prima positiva parte di 2025 andrà quindi in archivio allo Scheldeprijs.»

Andando un po' più in là coi programmi, a luglio ci sarà un Milan al Tour de France e di conseguenza un Consonni...

«Premesso che in un team del genere non hai mai il posto assicurato e dovrò meritarmi la chiamata, sarà per me una seconda volta ma la sento quasi come fosse la prima. Nel 2020 in Cofidis era il Tour di settembre nell'anno del Covid, centrai pure un podio a Lione ma in quel clima surreale non era la stessa cosa. Di sicuro sarà uguale ad allora il mio ruolo: all'epoca ero il "pesce pilota" di Elia Viviani, stavolta di Jonathan Milan.»

Di pari passo con le scelte di Jonny, quest'anno che oltretutto è il più lontano dall'Olimpiade metti un po' da parte la pista?

«Più che altro ci sono motivi di calendario, tra Coppa del Mondo praticamente in concomitanza dello UAE Tour e Mondiali che si terranno in Cile: un conto è andare in Belgio e Olanda, un altro è dover andare dall'altra parte del mondo, con la necessità di una pianificazione più elaborata. Comunque in pista mi ci alleno e quando posso ci gareggio, come alle Sei Giorni di Londra e Brema nei mesi scorsi.»

[FOTO Roberto Bettini]

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