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GIRO D'ITALIA U23. SI TORNA A CESENATICO DOPO LE SALITE DELLA NOVE COLLI
di Giuseppe Figini | 05/06/2021 | 08:06

Come nel gioco dell’oca si ritorna alla casella di partenza, a Cesenatico, dove quest’edizione del Giro d’Italia Giovani under 23 ha preso le mosse.
E la bella località romagnola ospita in questa frazione sia la partenza, sia l’arrivo, percorrendo le strade della famosa granfondo Nove Colli, sulla falsariga della tappa del Giro professionistico 2020, vinta da Jonathan Narvaez, corridore dell’Ecuador della Ineos, che precede l’ucraino Mark Padun, attardato da un incidente meccanico, secondo a 1’08” con la maglia rosa vestita dal portoghese Joao Almeida.

Sono pure le strade dove si allenava Marco Pantani e il segmentato profilo altimetrico della frazione non lascia alcun dubbio sulla sua natura di tappa dura, impegnativa, su strade “antiche” dell’entroterra che concedono poco o punto respiro.

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I tratti distintivi e le molteplici peculiarità di Cesenatico sono stati narrati nella presentazione della prima tappa. Vediamo ora lo sviluppo del percorso che abbandona presto la costa adriatica per ritrovarla poi solo al termine della tappa, dopo l’ampio giro che il tracciato propone all’interno della Romagna.

La tabella di marcia propone il passaggio, dopo la partenza effettiva, nel comune di Cesena per il bivio per Cervia, lo svincolo di Cesena dell’autostrada A14, con il profilo collinare di Cesena sullo sfondo, poi passare per Pievesestina e quindi raggiungere Capocolle, frazione di Bertinoro e Forlimpopoli, sulla Via Emilia, con la notevole Rocca Albornoziana e le mura che ricordano la sua storia e le sue tradizioni. È qui nato Pellegrino Artusi (1820-Firenze 1911), gastronomo e critico letterario. È l’autore di La Scienza in cucina e l’Arte del mangiar bene, scritti per sperimentazione diretta, ancora oggi libri pubblicati e tradotti in varie lingue e pure il pilota motociclistico è nato a Forlimpopoli nel 1986. Qui, nel 1901, Benito Mussolini si diplomò maestro elementare.

L’itinerario propone i primi rilievi toccando Bertinoro, caratteristico centro di struttura medievale, con il Palazzo Comunale del XIV secolo nella Piazza della Libertà. Qui sorge anche la Colonna dell’Ospitalità, detta pure “delle Anella”, collegata all’antica tradizione d’ospitalità di Bertinoro, celebrata ogni anno la prima domenica di settembre, in ricordo di quando i viaggiatori legavano agli anelli il proprio cavallo. In corrispondenza di ogni anello è scritto il nome di una famiglia che avrebbe ospitato il viaggiatore viandante. Arnaldo Pambianco (1935) è nato e vive qui; è stato un ottimo corridore vincitore del Giro d’Italia 1961, quello che celebrava il centenario dell’Unità d’Italia. Anche il musicista Gaetano Curreri, leader del gruppo musicale degli Stadium, è nato qui nel 1952 da famiglia d’origine siciliana.

Si sale ancora verso la sua frazione di Polenta, con l’antica chiesa cantata da Giosuè Carducci, GPM di 3^ cat. a m. 304, per scendere poi a Fratta Terme con gli stabilimenti termali in un vasto parco. Segue la discesa verso Meldola, con il Castello di Teodorano, l’antica Rocca, zona di sviluppata agricoltura con frutta, vino, allevamenti di polli e diversificate attività produttive. Dopo il bivio di Teodorano la corsa interessa Piandispino, dove inizia l’ascesa al GPM di 3^ cat. - m. 402 – di Pieve di Rivoschio, nel comune di Mercato Saraceno e, dopo la discesa nella frazione di Linaro, affrontare, a tamburo battente, la salita al GPM di 2^ cat. di Ciola, quota m. 560, con pendenze accentuate superiori all’8% nella parte iniziale, nella zona sovrastata dal Monte San Vicinio, altra frazione di Mercato Saraceno, il capoluogo comunale che s’attraversa a termine discesa, sulla riva sinistra del fiume Savio, dove sorgono nel territorio diverse e interessanti pievi. È buona zona agricola e vitivinicola del sangiovese DOC, di formaggi e salumi, con aree industriali dove operano diverse attività manifatturiere. Il traguardo volante di giornata è qui fissato.

Si riprende subito a salire verso il Barbotto, GPM di 1^ cat. a quota m. 505, pendenza media per km. 4,5 di salita dell’8,4% mentre il finale presenta anche il 17%.  È considerata la salita simbolo della Nove Colli ed era pure la “palestra” di riferimento e “termometro della condizione” negli allenamenti di Marco Pantani.

Passando per la sua frazione di Montegelli, si scende continuamente fino a Sogliano al Rubicone, percorrendo strade già interessate e luoghi già descritti nel corso della prima tappa, quali Sogliano al Rubicone e Borghi, cui segue una brevissima escursione nella provincia di Rimini, comune di Sant’Arcangelo di Romagna, precisamente nella frazione di Montalbano, per giungere in pianura, rientrando nella provincia di Forlì-Cesena, a Savignano sul Rubicone, quindi Gatteo poi Sala di Cesenatico e raggiungere per la seconda volta il traguardo della prima tappa di Cesenatico, posto sempre in Viale Carducci, all’altezza del monumento che ricorda Marco Pantani.

E dopo questa tappa, breve ma intensa e assai “dentellata”, la classifica generale - che ha visto ieri portarsi al comando il giovane talento spagnolo Juan Ayuso - dovrebbe proporre un’indicativa panoramica rivelatrice delle forze in campo in tema di salita, con cognomi e nomi, dei pretendenti alle posizioni di vertice della graduatoria generale finale.

Con questa tappa il Giro d’Italia saluta la Romagna e il mare Adriatico e si sposta nella pianura Padana per la 4a tappa, una cronometro individuale piatta, piattissima, lunga comunque km. 25,400, destinata a testare in profondità gli specialisti di grossa cilindrata delle prove contro il tempo e chiamerà comunque tutti i pretendenti d’ogni tipologia che mirano alla classifica generale a dare il massimo, senza risparmiarsi.


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