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TOUR, DOSSIER RITIRI. DA DEGENKOLB A POSTLBERGER, 30 GLI STOP
di Nicolò Vallone | 21/09/2020 | 08:02

Archiviata anche la passerella finale degli Champs Elysées, è il momento di fare i conti: il Tour de France 2020 ha raggiunto quota 30 ritiri. Di 176 corridori partiti il 29 agosto, 146 hanno preso parte alla decisiva crono di ieri. Un numero di forfait perfettamente in linea con la media degli ultimi anni. Eccezion fatta per le 93 defezioni registrate nella Grande Boucle del 1998 sconquassata dallo scandalo Festina, sono lontani i tempi dei pionieristici 80-100 ritiri (addirittura 121 nel Tour del 1928). Anche se fino a inizio Duemila non era strano vedere ancora oltre 40 corridori ritirati durante la corsa. Solo negli ultimi 15 anni si è raggiunto un vero contenimento, con il record di soli 21 ritiri nell'edizione dell'anno scorso.

Ricapitoliamo tutti i ritiri avvenuti in questo Tour del post-lockdown:

Nella 1^ tappa, John Degelkolb ha la peggio in una delle tante cadute sotto la pioggia di Nizza e arriva al traguardo fuori tempo massimo.

Nella stessa frazione sono caduti Rafael Valls (femore rotto) e Philippe Gilbert (frattura ginocchio sinistro) che hanno stretto i denti fino al traguardo ma non si iscrivono alla 2^ tappa.

Nella 3^ tappa Anthony Perez si scontra con la propria ammiraglia in discesa e si rompe spalla sinistra e alcune costole.

I 172 superstiti restano tali fino all'8^ tappa, durante la quale si ritirano William Bonnet e Lilian Calmejane (entrambi erano caduti nel "maledetto" acquazzone nizzardo inaugurale) e gli italiani Giacomo Nizzolo (riacutizzarsi di fastidi al ginocchio) e Diego Rosa, unico a ritirarsi per una caduta riportata effettivamente durante questa frazione (clavicola rotta).

Pirenei indigesti anche per Fabio Aru e Steff Cras, ritirati nel corso della 9^ tappa: il "cavaliere dei 4 mori" decide di fermarsi per condizioni fisiche non ottimali; il belga cede ai dolori alla schiena dovuti a una frattura vertebrale causata da una caduta (anche lui!) sotto la pioggia di Nizza nella prima frazione.

La 10^ tappa prende il via senza Domenico Pozzovivo, vittima di un infortunio al gomito rimediato (pensate un po') nella frazione inaugurale. E durante il percorso in riva all'Oceano, Sam Bewley cade in gruppo e si rompe il polso destro.

Nella decima frazione, in una caduta di gruppo diversa da quella del neozelandese, Davide Formolo si è fratturato la clavicola e non si iscrive all'11^ tappa. Mentre durante la corsa verso Poitiers si arrendono Gregor Muhlberger (febbre) e Ion Izaguirre, che cadendo in un angusto centro abitato si procura ferite e fratture sul lato destro del corpo.

Già durante il tratto di trasferimento di quell'undicesima frazione è invece caduto Ilnur Zakarin. Nonostante l'accertata frattura a una costola, il russo si presenta lo stesso ai nastri di partenza della 12^ tappa ma il dolore lo costringe a fermarsi durante la corsa.

Nella 13^ tappa una caduta in discesa costringe al ritiro Bauke Mollema.

Nella stessa caduta di Mollema è stato coinvolto pure Romain Bardet, che ha riportato una commozione cerebrale. Ha terminato la frazione ma non prende parte alla 14^ tappa, durante la quale poi si ritira Pierre Latour. Il motivo? Anche per lui, una caduta nella piovosa inaugurazione del Tour a Nizza: a distanza di due settimane, il dolore all'anca sinistra è insostenibile.

Nella 15^ tappa Sergio Higuita cade addirittura due volte e abbandona in lacrime.

Nella 16^ tappa alza bandiera bianca David Gaudu, ultima vittima della prima frazione di Nizza. E arriva fuori tempo massimo Jerome Cousin, che paga dazio sulle Alpi dopo aver animato con coraggio le prime tappe.

La 17^ tappa fa registrare i ritiri prima della partenza di Stefan Kung (energie da risparmiare per i Mondiali a cronometro di Imola) e soprattutto di Egan Bernal: il campione in carica, definitivamente staccato dalla maglia gialla in classifica generale e tormentato da fastidi alla schiena, decide di mollare e preparare i prossimi obiettivi. Poi durante la scalata del Col de la Madeleine dice basta un acciaccato Mikel Nieve. Infine Jens Debusschere taglia il traguardo fuori tempo massimo dopo essersi fermato ad aiutare il compagno Coquard in grossa difficoltà.

Affaticato dal tappone del giorno prima e debilitato da un'influenza, durante la prima scalata della 18^ tappa dà forfait André Greipel.

Nella 19^ tappa gli ultimi tre ritiri. Due prima della partenza: Michael Gogl e Jonathan Castroviejo decidono di mettersi a riposo in vista dei prossimi impegni. E uno dopo una manciata di chilometri di percorso: Lukas Postlberger viene punto in bocca da un'ape e finisce in ospedale per shock anafilattico (ora sta meglio).

Tutto liscio nelle ultime due tappe.

 

Sono solo 4 (su 22) le squadre che hanno portato da Nizza a Parigi tutti gli 8 corridori del proprio organico: Jumbo Visma, Deceuninck QuickStep, Movistar e Sunweb. Le altre sono arrivate a contare tra i 5 e i 7 uomini.

 

Proponiamo un elenco sintetico dei ritiri sopra citati, risuddiviso per team e ordinato dal minore al maggiore numero di forfait:

BAHRAIN MCLAREN: Valls

EF: Higuita

ARKEA SAMSIC: Rosa

TREK SEGAFREDO: Mollema

CCC: Zakarin

COFIDIS: Perez

ASTANA: I. Izaguirre

ISRAEL STARTUP NATION: Greipel

INEOS: Bernal, Castroviejo

B&B HOTELS VITAL CONCEPT: Debusschere

BORA HANSGROHE: Muhlberger, Postlberger

AG2R LA MONDIALE: Bardet, Latour

UAE TEAM EMIRATES: Aru, Formolo

MITCHELTON SCOTT: Bewley, Nieve

TOTAL DIRECT ENERGIE: Calmejane, Cousin

GROUPAMA FDJ: Bonnet, Gaudu, Kung

LOTTO SOUDAL: Degenkolb, Gilbert, Cras

NTT: Nizzolo, Pozzovivo, Gogl

 

Curiosità: Nizzolo e Postlberger si sono dovuti ritirare anche l'anno scorso. Inoltre diede forfait nel 2019 Soren Kragh Andersen, vincitore di due tappe nell'edizione 2020.

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