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INTERVISTA. DAVIDE MARTINELLI: "SARO' AL FIANCO DEI GIOVANI"
di Valerio Zeccato | 19/02/2019 | 13:52

Alla vigilia del 56° Trofeo Laigueglia, Davide Martinelli all'esordio stagionale, si è detto pronto per una stagione dove per prima cosa deve guadagnarsi il posto, corsa con corsa, nella vera e propria corazzata Deceuninck-Quick Step. Con il “figlio d'arte”, torniamo sull'argomento.

Hai detto che bisogna fare "a spallate" per trovare posto in squadra. Cosa pensi di fare?

«Penso che occorra subito partire bene. Difficile trovare una soluzione, bisogna sicuramente andar forte e sperare di entrare nelle grazie di qualche corridore importante del team che ti voglia con lui e che ti senta come supporto importante».

Hai parlato anche di supporto per le volate, anno dopo anno in questo ruolo stai crescendo sempre più. Cos'hai capito da quando sei passato tra i professionisti e quale può essere il tuo ruolo definitivo?

«Ho corso molto con Jakobsen l'anno scorso e anche quest'anno il mio calendario è molto simile al suo. Anche con il colombiano Hodeg lavorerò molto, lavorerò meno con Viviani, i programmi sono un po' diversi; mi dispiace, perché è italiano e mi piacerebbe di più supportare lui, anche se i due giovani Jakobsen Hodeg crescono molto bene. Hodeg ha già vinto una corsa in questo inizio di stagione e penso che a breve lo farà anche Jakobsen, che è un ragazzo molto bravo e professionale. Ho avuto modo di osservarlo in ritiro ed è migliorato anche molto in salita, considerata la sua pecca perché è un velocista puro. Questo mi fa ben sperare, perché in un anno è riuscito a crescere molto, può togliersi delle belle soddisfazioni ed io credo molto in questo ragazzo”.

Parli dei "giovani", dei “ragazzi”. Ma Davide Martinelli il prossimo 31 maggio compirà appena 26 anni. Non sei certo vecchio, questa che inizia è solo la quarta stagione tra i pro', ma da come parli e ti muovi sembri già la “chioccia” più che il “pulcino”.

«Ti racconto un aneddoto: quest'anno, per la prima volta, in ritiro mi hanno affiancato ad un neo professionista. Guardando la lista delle camere ho visto che tutti i corridori professionisti già da qualche anno, sono stati assegnati, in camera, con i neo professionisti. Questo mi ha fatto pensare: è come se mi avessero fatto un po' l'upgrade! Dopo il quarto anno il team si fida di me. Quello che mi dicono sempre è che sono un corridore del quale hanno fiducia, perché mi presento sempre competitivo alle corse, con un'ottima condizione, o almeno molto buona. Sono felice che abbiano fiducia in me e cercherò sempre di ripagarla. Quest'anno sono "in scadenza" di contratto: cercherò di essere convincente, con una ragione in più per riuscirci».

Davide Martinelli visto al Campionato Italiano di quest'anno a Darfo Boario Terme, vinto dal compagno di squadra Elia Viviani, è stato qualcosa di strepitoso. Hai lavorato per il capitano e nonostante tutto sei riuscito ad entrare nell'ordine di arrivo con un ottimo 10° posto. Non è facile correre sempre a quel livello, ma significa che però tante volte puoi farcela a restare a galla, a lottare con i primi.

«Sicuramente si può fare. Ripeto, è difficile in questa squadra avere degli spazi, tuttavia ho dimostrato che - quando me li lasciano- posso essere competitivo. A volte quando devi lavorare per gli altri, perdi l'istinto della vittoria e del finale, lo stesso istinto che da dilettante coltivi molto di più, perché hai molte più occasioni per farlo. Però penso anche che sia una cosa un po' innata, e mi piace sentire, ogni tanto, l'odore dell'arrivo. Quando, alla fine di una gara, ti sposti a 300 mt dall'arrivo, sei comunque in odore di vittoria o di risultato. Stai lavorando per un altro, però tieni allenato questo istinto».

I tuoi tifosi ti hanno soprannominato "Il diretto di Lodetto": quando c'è l'annuale raduno dei tuoi fans si sprigiona tutto l'amore che hanno per te: sei uno splendido ragazzo, prima di essere un ottimo corridore. E' questa la chiave da insegnare anche a coloro che, neo professionisti, saranno in camera con te?

«Mi fanno molto piacere queste parole. Anche domenia al Laiguglia erano presenti alcuni dei miei tifosi arrivati da Lodetto, partiti presto questa mattina per essere qui prima della partenza, ed è un bel sacrificio per chi lavora svegliarsi all'alba anche la domenica. La squadra ha capito tutto questo, e si fida di me. Anche io, quando sono passato professionista, per i primi due anni ho cercato di capire il più possibile: stavo sempre "a ruota". Oggi, qualcosa ho recepito ma la strada è ancora lunga e abbiamo ottimi corridori dai quali imparare per la gestione del finale, quindi cercherò di sfruttare queste occasioni che mi capitano in un team così forte come la Deceuninck-Quick Step».

 

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