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GIRO WOMEN. ANNA HENDERSON, LA EX SCIATRICE CHE HA STRAVOLTO I PIANI DEL GRUPPO
di Giorgia Monguzzi | 07/07/2025 | 16:30

Ad Aprica tutti si aspettavano la zampata di un’atleta gigantesca, circolavano i nomi di Lotte Kopecky, addirittura Lorena Wiebes, ma poi è arrivata lei, Anna Henderson che con una zampata incredibile ha stravolto i piani di tutti quanti. A  circa 40 km dall’arrivo la britannica della Lidl Trek e Dilyxine Miermont hanno tentato un attacco da lontano, una fuga destinata a finire da un momento all’altro, ma chilometro dopo chilometro il solco si è dilatato, il gruppo ha chiaramente sottovalutato la situazione e quando poi ha deciso di tiare ormai era tardi e la maglia rosa era ormai sfumata.

Subito dopo aver tagliato il traguardo Anna è scoppiata in un pianto quasi incontenibile, lei che è specialista delle corse contro il tempo non avrebbe mai pensato di vincere in questo modo e addirittura indossare la maglia rosa. Le sue compagne corrono ad avvolgerla in un abbraccio, “ma cosa cavolo hai fatto?” dicono alla britannica che le ringrazia una ad una. «Sono emozionatissima e indossare la maglia rosa è un vero e proprio sogno, è surreale. Dopo il traguardo sono scoppiata a piangere perché è la mia prima vittoria individuale nel World Tour, avevo già vinto una cronometro a squadre, ma arrivare al traguardo così è veramente pazzesco , sono incredula. L’attacco a 40 km dal traguardo sembrava folle, ma abbiamo voluto provarci, ci abbiamo creduto e solo nell’ultimo chilometro ho iniziato a rendermi conto che forse tutto era possibile, il gruppo era lontano, ormai era fatta – spiega Anna Henderson a tuttobiciweb  - nei metri finali ho dato tutto quello che avevo, dopo il traguardo stavo letteralmente tremando dall’emozione, per fortuna sono arrivate le mie compagne ad abbracciarmi, grazie a loro ho iniziato a realizzare quello che avevo fatto, è stato bellissimo»

Ad inizio stagione il piano della Lidl Trek per il Giro doveva essere completamente diverso, doveva esserci una corrazzata attrezzata per supportare Gaia Realini, ma dopo l’infortunio dell’abruzzese hanno dovuto stravolgere tutto e puntare a nuovi obiettivi. «Siamo venute al Giro senza una vera capitana, ma con l’obiettivo di vincere una tappa, esserci già riuscite è davvero una bella spinta. Avevamo messo questa giornata nel mirino, questa mattina il piano era di essere aggressive, dovevamo tentare di portare via un piccolo gruppo e poi giocarci tutto in uno sprint ristretto. Abbiamo cercato di fare corsa dura sin dall’inizio, poi ad in un tratto di valle a circa 40 km dal traguardo ho provato a scattare, le mie compagne sono state bravissime perché mi hanno sempre coperto, hanno fatto un lavoro incredibile, sono fiera di fare parte di questo team.» prosegue Anna che nel team statunitense sembra aver trovato il suo posto. Dopo 4 anni in Jumbo Visma, spesso a dover lavorare per le capitane finalmente può esprimersi al meglio e togliersi qualche soddisfazione personale. Le cronometro rimangono sempre la sua specialità principale, ma in un panorama femminile in cui le corse contro il tempo sono davvero poche, potrebbe reinventarsi come atleta da fughe e dagli attacchi imprevedibili.

Anna Handerson è felice ed emozionata, risponde alle nostre domande con il sorriso e ripetendoci più volte che tutto quello che è successo è veramente assurdo. Ad essere incredibile è la sua storia che quasi sembra surreale e ricorda molto quella di altri ciclisti di alto livello. Fino a qualche anno fa il ciclismo non era nemmeno nei suoi piani, al posto della bici c’era lo sci, una passione di famiglia nata per seguire il fratello maggiore, poi diventato musicista. Anna sulla neve era anche piuttosto brava, una delle migliori della selezione giovanile britannica, poi un infortunio l’ha costretta a cambiare strada, il ciclismo doveva essere solo un passatempo momentaneo, ma si è trasformato nella sua nuova vita. Sono Janet e John, i genitori di Anna a raccontarci questa storia incredibile (che potrete leggere domani mattina), appena l’atleta li vede corre ad abbracciarli e dà loro appuntamento per il giorno successivo. «Non so cosa succederà domani, se riuscirò a tenere la maglia o meno, ci spero tanto, vedremo come andrà, intanto cerco di godermi tutto al massimo e vivere questo sogno incredibile giorno per giorno»

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