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LE STORIE DEL FIGIO. WALTER DE LUCA, UNA VITA A TUTTA BICI
di Giuseppe Figini | 23/03/2023 | 08:14

Si definisce un “sessantottino” Walter De Luca, ma solo perché nato a Legnano nel 1968, il 6 luglio, residente però da sempre nella vicina Busto Garolfo, sposato con Morgana, due figli, Giulia e Pietro, proprio a cento metri dall’impianto del noto velodromo Roberto Battaglia, intitolato all’olimpionico della scherma degli anni del secondo dopoguerra, pista in cemento di metri 380,63, con curve non molto pendenti, e fondo recentemente rifatto in resina e cemento. E’ un velodromo particolarmente attivo e che contorna il campo di calcio. Su questa pista, da vari decenni, si sono alternate diverse generazioni di corridori che, già nelle iniziali esperienze fra i giovanissimi, acquisiscono i primi preziosi rudimenti di una specialità fondamentale come la pista, utilissimi anche per l’attività su strada. E qui i giovani trovano istruttori appassionati e competenti in un centro d’avviamento al ciclismo fa i più attivi in Italia.

E Walter De Luca, tornando al soggetto in oggetto, già a sette anni è tesserato per la Società Ciclistica Busto Garolfo dove gareggia fino alla categoria allievi, sempre con passione e divertimento. Segue il passaggio fra gli juniores, dove è tesserato con il Pedale Saronnese e successivo passaggio in un’altra attiva società della zona, la blasonata U.S. Legnanese, quella della classica Coppa Bernocchi e parecchio altro, quando passa fra i dilettanti.

Mette assieme una quindicina di vittorie nelle varie categorie in gare su strada e altre in pista con il successo su quella di casa nella nota “3 Sere di Busto Garolfo”, rassegna di tradizione specifica per la pista con albo d’oro ricco di nomi di primo rilievo. I risultati ottenuti gli consentono di frequentare ed essere inquadrato nella Compagnia Speciale Atleti dei Bersaglieri con sede a Milano, in Viale Suzzani, con l’allora capitano Angelo Giacomino, dove sono passati molti campioni. Ed è qui che conosce il vulcanico Renzo Zanazzi, quale appassionato tecnico della sezione ciclismo, poliedrico professionista ai suoi bei dì, strada, pista e pure ciclocross, in continuità, pedalatore di lunga lena e motivatore sia in bici, pedalando, con i cerchi appesantiti con piombi per dimostrare la sua teoria personale che è poi successivamente stata affinata, adottata e modernizzata dalle ruote lenticolari, sia con la parola che certo non gli mancava -, e assai incisiva, immaginifica e diretta, alternando l’italiano al meneghino.

E tanto ciclismo ha ostacolato il suo percorso di studi in odontoiatria, non finalizzato ma senza molti rimpianti. Il ciclismo, o meglio il settore produttivo che alimenta il ciclismo pedalato, diviene subito l’attività professionale di Walter De Luca che ha una sorta di “colpo di coda” agonistico ottenendo il brevetto di pilota delle moto da mezzofondo o stayer che dir si voglia, sempre sotto la guida di Mario Valentini e Renzo Zanazzi che, nella specialità, era noto quale “manettino kid” (pare che il diritto d’autore della definizione appartenga a Stefano Allocchio) per la sua propensione ad accelerare sulla manopola, “full gas” sempre, sia in sella alla bici e o alla moto, e pure nella vita, come si direbbe oggi.

Ottiene il brevetto di “pilota” in un’epoca nella quale la specialità, nonostante un indubitabile fascino tecnico e spettacolare, è in pratica quasi bandita dall’Unione Ciclistica Internazionale. E Walter De Luca si butta con impegno nell’attività lavorativa con un gruppo d’amici della zona con Cinelli Gran Ciclismo, marchio di primo rilievo fra le attività, sovente innovative, nel settore dell’eclettico Antonio Colombo che il nostro non esita a definire “maestro”, dal 1990 al 1993 quando passa alle dipendenze di un amico di Antonio Colombo, il compianto Maurizio Castelli, figlio di Armando Castelli, già anima e cuore della storico maglificio Vittore Gianni. Maurizio, a sua volta, è stato il creatore del marchio Castelli con il simbolo dello scorpione che subito si ritrova nelle posizioni di testa dello specifico mercato dell’abbigliamento ciclistico. Marchio acquistato da Antonio Colombo, dopo l’improvvisa scomparsa di Maurizio Castelli, e qui rimane fino al 2002.

Segue il lungo periodo in cui Walter De Luca è alla guida del gruppo vendite di una realtà di livello internazionale quale l’innovativo Gore Bike Wear, con sede italiana nel veronese, in zona assai prossima al Lago di Garda, dove opera fino al 2019.

E si sposta, sempre in Veneto, assai più a est però, a Treviso, dove raggiunge, alla Cicli Pinarello, l’amico e concittadino Luciano Fusar Poli, titolare di un brillante percorso nel settore produttivo del ciclismo dopo esperienze agonistiche, soprattutto in pista, con la squadra di specialisti dei tondini degli “Amici della Pista” guidata dal Maestro dello Sport Angelo Lavarda, poi dirigente sportivo nell’ambito della Lega Ciclismo Professionistico della FCI. E non è da dimenticare, soggiunge Walter De Luca, Marino Fusar Poli, fratello maggiore di Luciano, storico meccanico degli azzurri della pista e animatore delle due ruote nella zona, in varie forme, strada e pista, soprattutto quella di casa, una vera e propria istituzione, da tutti benvoluto per l’assoluta disponibilità e competenza.

Dopo oltre trent’anni d’attività Walter De Luca, da oltre un anno, è il responsabile delle vendite di Q36.5 – marchio d’abbigliamento tecnico di fascia alta – di Luigi Bergamo con sede a Bolzano. E’ il marchio “main sponsor”, come si dice, della neonata formazione pro cycling di matrice svizzera guidata dal manager sudafricano Doug Ryder, categoria Pro Team, che ha in Vincenzo Nibali (e qui basta la parola), nel nuovo ruolo di consulente tecnico e “ambassador”.

“Sono vecchio”, dice con una punta, giusto una puntina…, di civetteria, Walter De Luca che riflette e rimanda, ancora oggi, l’immagine del suo aspetto giovanile. E c’è proprio da pensare che la bicicletta, in tutte le sue declinazioni, faccia bene, molto bene.

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