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MARZANO. «QUEST'ANNO CON LA UAE MI PIACEREBBE VINCERE SANREMO E MONDIALE»
di Alessandro Brambilla | 17/03/2022 | 08:15

Marco Marzano, classe ’80, sarà uno dei direttori sportivi della Uae-Emirates in servizio alla Milano – Sanremo. «Da corridore professionista – racconta il tecnico di Turbigo – non ne ho mai disputata una: ero uno scalatore, la “Sanremo” è per passisti veloci. Io da ds cercherò di dare il meglio a supporto del team in armonia con gli altri tecnici. Lavoro in una squadra con proprietà di Abu Dhabi e vocazione molto internazionale. E’ bellissimo». 

Da atleta praticante lo scalatore Marco Marzano si è preso le soddisfazioni migliori tra under 23 ed elite dilettanti. E’ uno dei pochi a vantare due successi finali al Giro della Valle d’Aosta, spesso definito piccolo Tour de France, e nel 2004 si è aggiudicato il Giro d’Italia baby che terminò in cima al Terminillo, la montagna dei romani. «Quel Giro baby si tramutò in un grande duello tra me e Bertuola – spiega Marzano –  e fortunatamente in salita io ero più forte di lui. Mentre salivo il Terminillo passavo di fianco ai motociclisti dotati di radiocorsa e ascoltavo comunicazioni relative ai vantaggi. Le segnalazioni furono determinanti per la mia vittoria finale». Marco vinse la tappa e trionfò in classifica anche grazie agli abbuoni. Allora correva per la squadra del presidente Paolo Pagnoncelli: «Una grande persona, che ha fatto del bene a me e a tanti corridori di tutte le categorie».

Nel finale di stagione 2004 il ragazzo di Turbigo debuttò in prova tra i professionisti per la Lampre: «Ringrazio Beppe Saronni per la fiducia e anche i direttori sportivi Fabrizio Bontempi e Maurizio Piovani; grazie ai loro consigli mi sono ambientato nel professionismo». Il corridore Marzano ha sfiorato la vittoria nel Brixia Tour a tappe 2006,  concluso al secondo posto: «Mi ha battuto Davide Rebellin, un grande. Non ho rimpianti, da diesse è cominciata un’altra vita».

Fabrizio Bontempi, Piovani e Orlando Maini sono stati importanti per Marco all’inizio della carriera da direttore sportivo alla Lampre, a fine 2013. «La maglia della Lampre è l’unica che ho indossato da corridore professionista. E’ quasi normale che sia stata proprio la Lampre ad offrirmi la grande opportunità di lavorare nella massima categoria.  Nei lavori in partnership con Fabrizio Bontempi, Piovani e Maini nel curare logistica e strategie  ho velocemente intuito che fare il direttore sportivo è più difficile che gareggiare, per mille motivi». Marco quando dirige Diego Ulissi, Alessandro Covi e gli altri non è categorico rievocando il passato. «Troppe cose sono cambiate, ho preferito tirare una riga su quello che i direttori sportivi mi dissero o fecero fare quando ero corridore. In pochi anni i cambiamenti sono stati enormi».  

E adesso Marzano dirige spesso il fenomeno Tadej Pogacar: «E’ molto facile lavorare con “Taddeo”. Lui è un fuoriclasse, eppure ascolta con umiltà in ostri consigli. Gli piace tantissimo vincere. E quando può dà spettacolo anche per rispetto al pubblico, senza aspettare gli ultimi 90 minuti di corsa. Credo che il ciclismo avesse bisogno di un campione così grande».

La Uae non è solo Pogacar: «Davide Formolo,  Ulissi, Formolo, Covi e l’emiratino Yousif Mirza Al Hammadi sono molto professionali, limitandomi a quelli che seguo più spesso. Mi fa piacere che nel nucleo ci sia Covi, dotato di classe cristallina. Ha vinto due corse in febbraio anche perché il suo è stato un inverno da grande professionista: oltre ad allenarsi si è curato molto, senza mai ammalarsi e i frutti si sono visti subito».

Formolo ha un bel palmares da vincitore di tappa al Giro d’Italia e Campione d’Italia su strada, un bel fondista, eppure ormai sembra più una spalla di lusso anziché una punta. «Davide – precisa il diesse di Turbigo – avrà il suo spazio. In gennaio si è infortunato ad un polso. Sono certo che al Giro dei Paesi Baschi e al Giro d’Italia vedremo un bel Formolo».        

A fine stagione la Uae-Emirates avrà un corridore rivelazione? «Insisto con Covi, sarà lui la rivelazione. Per me disputerà una grande Sanremo, lo vedo sereno. E si farà vedere successivamente alla Settimana Coppi e Bartali, alla Freccia del Brabante e all’Amstel Gold Race, tutte corse adatte a lui».

Lo staff tecnico Uae-Emirates non sta pretendendo troppo da Covi, protagonista di gare già ai primi di febbraio? «Abbiamo già pianificato un suo stop agonistico in aprile: lo manderemo in altura a preparare il Giro d’Italia». Nella corsa rosa il varesino non dovrò scortare Pogacar, quindi avrà maggiori libertà tattiche. Al Giro 2021 Alessandro Covi ha sfiorato la vittoria in tappe importanti, compresa quella dello Zoncolan. «Uno che si esprimerà ad alto livello – puntualizza Marco – sarà il portoghese Joao Almeida in svariati tipi di gara».

In questi anni Pogacar ha abituato bene lo staff Uae-Emirates in merito ai risultati. «Oltre al Tour de France – osserva il diesse lombardo – quest’anno mi piacerebbe festeggiare le vittorie di un corridore Uae Emirates in Milano – Sanremo e Mondiale. Logico che tutti i nostri corridori punteranno anche alle altre gare con determinazione».  

Il direttore sportivo Marco Marzano non cambierebbe mai squadra. «Alla Uae Emirates sto benissimo, si lavora con strutture e mentalità professionali. Come Gruppo Sportivo è il top, con le grandi biciclette Colnago e i migliori fornitori». Solo qualcosa di azzurro potrebbe indurlo a tradire i colori di Abu Dhabi:  «Diventare commissario tecnico dell’Italia è il sogno di qualunque tecnico del ciclismo e soprattutto vivere l’atmosfera da ct agli Europei, ai Mondiali e alle Olimpiadi, ovvero quando ci si gioca tutto in una corsa, crea emozioni enormi. Sia chiaro, ora sull’ammiraglia azzurra c’è Daniele Bennati ed è molto preparato, il problema non si pone. Se in futuro la Nazionale dovesse farmi un’offerta chiederei al nostro team leader Gianetti il permesso sotto forma di aspettativa per passare dall’ammiraglia Uae a quella che fu di Alfredo Martini e altri tecnici importanti».  

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