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ANTALYA AL VIA DOMANI: NON SOLO ALPECIN, DA LONARDI A TUREK I NOMI DA SEGUIRE
di Nicolò Vallone | 09/02/2022 | 07:58

Partiamo dal numero generale: sono 158 i corridori che domani daranno vita al Tour of Antalya 2022, quarta edizione della corsa a 4 tappe di categoria 2.1 che ci porta alla scoperta di futuri talenti e di scenati storico-naturalistici meravigliosi nella costa meridionale della Turchia. Le squadre, come abbiamo ampiamente scritto ieri, sono 23: 9 Professional, 13 World Tour e una nazionale (Germania). Quasi tutti i team schierano 7 corridori al via, mentre il trio Bingoal-EoloKometa-Leopard si presenta con 6 atleti ciascuna.

Vi diamo subito un motivo per seguire la gara con particolare attenzione: l'Italia è la nazione più rappresentata, con 4 squadre su 23 che battono bandiera tricolore e 26 corridori nostri connazionali sui 158 di cui sopra.

Trascendendo da questioni "patriottiche", parliamo di una corsa in cui sì è decisiva la terza frazione, l'unica di montagna, ma ci sono altre tre tappe che, tra "mangiaebevi", ventagli e abbuoni (10'' al vincitore di tappa, 6'' al secondo e 4'' al terzo) possono entrare in gioco e sparigliare qualche carta.

Andiamo a fare una panoramica su alcuni nomi che animeranno questo Antalya:

Non ci sono formazioni World Tour qui ad Antalya, ma ce n'è una che lo è "di fatto": la Alpecin Fenix, che mette sul piatto Jay Vine e Fabio Van den Bossche per la classifica generale e Jakub Mareczko e Lionel Taminiaux per assaltare le tappe. L'altra big è la norvegese Uno X, che schiera un velocista già vincitore in Turchia dieci giorni fa al GP Megasaray, Tord Gudmestad, oltre al ben più esperto Lasse Hansen reduce dalla diaspora Qhubeka.

Similmente, la Bardiani Csf Faizanè dei neopro può contare su quell'Alessio Martinelli vincitore del GP Alanya sabato scorso. Già che siamo in tema di squadre italiane (nella giornata di oggi seguiranno approfondimenti specifici, restate sul nostro sito questo pomeriggio) la Drone Hopper Androni poggia su Eduardo Sepulveda in chiave classifica e su Umberto Marengo per la maglia "a punti". La Eolo Kometa, orfana all'ultimo momento di Alessandro Fancellu positivo al Covid-19, ha allestito un roster di forti scalatori attorno alla punta di diamante Giovanni Lonardi, secondo nella generale nel 2019, vincitore di tappa nel 2020, e trionfatore al GP Valencia che il 23 gennaio ha aperto le danze dello Europe Tour. Poi c'è la "quarta incomoda", quella Corratec che rientra tra le Continental: tanti emergenti al fianco del tandem serbo Stojnic-Rajovic.

Tanta italia anche in due squadre est-europee: la Gazprom RusVelo, praticamente una struttura italo-russa, presenta i vari Fedeli e Malucelli insieme al campione russo Artem Nych e allo "scalatore di categoria" Kevin Rivera, costaricano ma di formazione ciclistica nostrana; e poi la Giotti Victoria Savini Due, rumena ma molto italica, soprattutto con Alessandro Monaco 5° nel GP Alanya vinto da Martinelli della Bardiani.

Torniamo sui ProTeam esteri: la Bingoal punta sugli uomini da classiche, da Ludovic Robeet e Tom Paquot fino all'estone Karl Patrick Lauk, mentre desta parecchia curiosità l'inclusione di Bas Tietema, al rientro nel ciclismo professionistico dopo tre anni di florida attività social e YouTube; la Human Powered Health, nuova denominazione della Rally, va controcorrente e porta un roster di esperienza, dall'età media più vicina ai 30 che ai 20, in cui spicca lo sprinter Arvid De Kleijn (assente invece il nome di prestigio Chad Haga, che si sta concentrando sul calendario spagnolo); e poi c'è la Novo Nordisk, celebre e ammirevole squadra composta interamente da atleti diabetici.  

Capitolo Continental. Il campione in carica Max Stedman quest'anno ad Antalya lo si vede solo in foto, dato che ora pedala in Italia per la Mg K Vis, però è ben presente la sua squadra di allora, che nel 2020 si chiamava ancora Canyon e che oggi è Wiv SunGod: un mix di corridori britannici e irlandesi con una spolverata canadese. Nelle file della Leopard, all'esordio stagionale, è attesissimo Kevin Inkelaar, sceso di categoria dopo un biennio alla Bahrain. Non possono mancare naturalmente dei rappresentanti del Paese ospitante: le squadre turche Sakaria e Spor Toto hanno diversi corridori locali in organico, anche se gli uomini più pericolosi sono due stranieri, rispettivamente il moldavo Cristian Raileanu (2° qui nel 2018) e lo spagnolo Edgar Nieto. Atleti turchi però sono presenti pure in squadre straniere: nell'americana Wildlife c'è il passista veloce, anzi velocissimo, Ahmet Orken e nella tedesca Bike Aid c'è il campione nazionale turco a cronometro U23 Halil Dogan.

Ricca di nomi esotici la malese Terengganu, formazione "orientale" per eccellenza, tra sud-est asiatico, est dell'Africa e dell'Europa. Occhio però al nome più esotico di tutti: il mongolo Jambaljamts Sainbayar, che ha inaugurato l'Asia Tour a dicembre vincendo il Giro di Thailandia. Insieme a lui, l'ucraino Anatolii Budiak andato a podio sabato ad Alanya.

Si segnala la presenza di praticamente due nazionali: una de iure, quella della Germania composta da Under 23, e una de factu, il Minsk Cycling Club interamente bielorusso. Curiosamente, si tratta rispettivamente del gruppo più giovane e del più anziano in gara: dai 19 anni di media dei ragazzi tedeschi ai veterani bielorussi, tra cui il pentacampione nazionale Yauhem Sobal che ad aprile compirà 41 anni.

Chiudono il lotto la Felbermayr Simplon Wels di capitan Daniel Turek e dei giovani gemelli Mario e Florian Gamper, la Abloc ricca di talenti olandesi ma anche con l'ex campione finlandese Antti-Jussi Juntunen, e la Saris Rouvy Sauerland (terza squadra tedesca in gara) con un'altra coppia di gemelli, Abram e Michiel Stockman.

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