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LE STORIE DEL FIGIO. I TONOLI, ARTISTI DELLA MECCANICA
di Giuseppe Figini | 28/12/2019 | 07:45

 

Tonoli è un cognome che evoca, in ambito ciclistico, soprattutto per gli appassionati di mezza età o anche più, il ricordo di Giovanni Tonoli, un “gigante buono” del ciclismo, un “passistone”, come si usa dire, che sapeva esprimersi al meglio nelle corse contro il tempo, individuali o a squadre, indifferentemente. Non disdegnava, trovando l’occasione, affermazioni che lo distinguevano come valido “finisseur” e anche discreto velocista nelle volate ristrette. Era di Brugherio, grosso centro della cintura milanese, nato nella vicina Melzo per ragioni d’ospedale, nel 1947. Aveva un fisico possente con leve che gli consentivano di spingere i lunghi rapporti con alta frequenza di pedalata. Sono le qualità che l’hanno distinto nella sua carriera agonistica che non è approdata al professionismo per una sua precisa e più volte ribadita scelta personale, come ricordano molti suoi amici e colleghi dell’epoca.

Fra le squadre in cui ha militato Giovanni Tonoli, si possono ricordare, nelle categorie a crescere, la Selziere Cima, la società Ciclisti Padovani, la Rinascita Ravenna, la Polli di Lissone guidata da Pierino Baffi, il papà di Adriano. Erano società che coltivavano con particolare riguardo la specialità della corsa contro il tempo dove Giovanni Tonoli era una garanzia d’eccellenza conquistando diverse maglie azzurre nelle formazioni guidate dal C.T. Elio Rimedio nei quartetti della cronosquadre su strada e pure varie maglie tricolori nelle competizioni contro il tempo nazionali. Di particolare significato e ricco di risultati – pure individuali- è stato il periodo trascorso nella Rinascita Ravenna alla quale Giovanni Tonoli si sentiva particolarmente legato, di casa. Con il ferrarese Mauro Landini, passato professionista e in seguito collaboratore del suo amico Italo Zilioli, a lungo responsabile delle partenze del Giro d’Italia e Oscar Zamagni, diventato poi apprezzato tecnico nelle categorie giovanili con la Polisportiva Fiumicinese, Tonoli regalò con i compagni la prima maglia tricolore alla gloriosa società ravennate.

In contemporanea con l’attività pedalata Giovanni Tonoli prestava sempre grande attenzione e specifica passione mirata per la meccanica del mezzo. Infatti, conclusa l’attività agonistica fra i dilettanti, i “puri” come si definivano anche e ancora a quei tempi, si dedica anima e corpo, con il suo carattere schivo, piuttosto taciturno, serio all’attività di meccanico che dopo qualche varia esperienza lo conducono nelle formazioni di primo piano, del panorama nazionale e internazionale. Sono la Supermercati Brianzoli, la Chateau d’Ax e la Gatorade, team diretti dall’affermato manager bergamasco Gianluigi Stanga che poi proseguirà con Polti e altre squadre sempre affollate di corridori di primo piano e con personale a forte predominanza, connotazione e parlata orobiche. Nel frattempo c’è il matrimonio con la signora Delzia Bettinelli, conosciuta quale “miss” a Curno, dopo una corsa vinta. Passa così l’Adda e si stabilisce proprio a Curno, in provincia di Bergamo, quasi subito dopo il confine con la provincia di Milano. Nascono tre figli in rapida successione: Romina 1973, Antonio 1974, e Alice 1975. A metà degli anni 1990 e per varie edizioni, Romina e Alice, due splendide ragazze, sono state “miss”, sulle orme della mamma, nella carovana del Giro d’Italia.

Giovanni, con grande applicazione e serietà, è il meccanico di punta e il riferimento per le diverse questioni riguardanti il mezzo meccanico e, nonostante la sua scarsa o nulla loquacità, però lui fa parlare pinze e chiavi con le sue capaci mani, con l’eterna sigaretta fumante penzoloni fra le labbra e alla quale non seppe mai rinunciare nonostante molteplici sollecitazioni, è sempre impegnato nel suo lavoro al seguito delle corse, sempre in ottimi rapporti con i corridori. E una chimica speciale, all’insegna dei reciproci silenzi, comunque pieni di parole per i due nel loro codice interpersonale, bastava un gesto, uno sguardo per comprendersi, l’ha legato particolarmente – ricambiato - a Gianni Bugno che lo ricorda sempre con fraterno affetto.

Una rapida, veloce, malattia non lascia però scampo a Giovanni Tonoli che scompare il 25 giugno 1993, a soli 46 anni. Nonostante il relativamente breve periodo d’attività quale meccanico nelle corse Giovanni Tonoli ha saputo costituire un esempio di capacità e dedizione al mestiere tanto che vari suoi allievi che ancora oggi esercitano il suo “mestiere” o sono nell’ambiente professionistico con varie mansioni, ricordano il “Giuan”come il loro riferimento di capacità professionale e amicizia.

In parte il testimone lasciato dal papà per la meccanica delle due ruote è stato, in tempi successivi, raccolto dal figlio Antonio che ha continuato, in forma – definiamola stanziale, non girovaga ed errante - la professione del papà collaborando, in terra bergamasca, con importanti negozi e officine che proliferano nella zona che è costantemente e sempre devota con particolari motivazioni per le due ruote, in tutte le declinazioni e fruizioni.

Non ha un trascorso di rilievo nell’agonismo Antonio Tonoli ma il lavoro collegato alle biciclette è stato, ed è, una costante continua della sua attività che esercita con passione e capacità con molti amici e conoscenti che sovente gli ricordano il padre.

D’altronde, come si suole dire, buon sangue non mente.

 

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