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COMO. DE LILLO RACCONTA IL MONDO DEGLI STAYER
di Giuseppe Figini | 19/09/2019 | 07:36

E’ stata una serata ricca e particolarmente riuscita quella di lunedì 15 settembre scorso, organizzata da Centocantù con Paolo Frigerio e i suoi collaboratori, anche in ottica dell’arrivo il 12 ottobre del Giro di Lombardia, allo Yacht Club Como dove è convenuta l’abituale e qualificata platea, “zoccolo duro”, di questi tradizionali incontri che riaffermano l’interesse di enti, sponsor e istituzioni per le due ruote, in tutte le declinazioni, in terra lariana.

Un interesse che si è collegato anche, nella circostanza, a trascorsi agonistici di vario tipo in sodalizi comaschi, vuoi per il C.C. Canturino 1902, vuoi per la Comense, due società di lunga storia, di vari intervenuti.

Il tema principale era il ricordo del mondo degli “stayer” e a proporlo con un rapido excursus su figure storiche, con aneddoti ed episodi, con le sue liturgie e riti pagani, Domenico De Lillo, dapprima pistard di vaglia, eccellente “limatore”, tanto composto in sella da meritare il soprannome di “bela andadura” (facile la traduzione dal meneghino: bella andatura). La definizione è di uno che, di pista, un po’ s’intendeva, Antonio Maspes, che così indicava De Lillo, milanese del quartiere Isola, frequentatore del Vigorelli sin dalla più tenera età, al seguito del papà – pugliese d’origine -, massaggiatore e assistente del noto medico sportivo Giuseppe “Pepp” Frattini. E’ sempre stato uno della “parrocchia” De Lillo, termine con il quale il grande giornalista Mario Fossati indicava la competenza degli (allora) molti e assidui frequentatori della pista magica. E’ stato un florilegio di ricordi, citazioni di personaggi del mezzofondo, ridotti talvolta in dosi omeopatiche per questioni di tempo, esposti dall’ospite d’onore della serata che, per matrimonio con la signora Rosy, da quasi cinquant’anni è pure cittadino svizzero vivendo nel Canton Ticino, con continuo andirivieni fra Svizzera-Italia e viceversa, per unire sempre passato e presente in visione familiare e ciclistica. Oltre ai molteplici incarichi federali F.C.I. nel settore mezzofondo, e quelli anche a raggio più ampio, De Lillo è stato pure il direttore sportivo di formazioni di primo rilievo, sia fra i dilettanti, sia per i professionisti, sempre accanto a Moreno Argentin, già dal periodo della Baggio-San Siro, con l’amico di una vita e “patron” Alcide Cerato, curando sia la strada, sia la pista, e pure della Comense oltre ad altre esperienze in proprio in sella alle moto.

A fare da contrappunto, in alternanza con De Lillo, alla postazione dei relatori guidata con perizia nell’intenso “traffico” della serata da Edoardo Ceriani – responsabile dei servizi sportivi del quotidiano La Provincia -, c’era Andrea Bellati, valido corridore ticinese, di Mendrisio, approdato anche lui con successo al mezzofondo e Ruggero Borghi, buon professionista su strada a cavallo degli anni 2000 e che ora gioca in casa quale preparatore atletico dei corridori del C.C. Canturino presieduto pure da Paolo Frigerio.

E in tema di mezzofondo, motori, derny, pista – e di ciclismo in generale - è stata di partecipata e affettuosa presenza, insieme ai fratelli Christian e Sergio, la testimonianza di Cordiano Dagnoni, presidente del Comitato Regionale Lombardo della F.C.I., che ha ricordato la figura di papà Mario. Mario Dagnoni, dapprima corridore e poi valido “manetta” – definizione in gergo milanese degli allenatori stayer che lo ricorda nel novero dei protagonisti della specialità che praticava con immutata passione rubando tempo alla sua attività d’affermato industriale e ricoprendo pure diverse cariche nell’ambito F.C.I.-L.C.P. e dell’associazionismo sportivo. I figli lo ricordano anche continuando con il museo degli stayer situato a Milano, in via Rubattino, zona Lambrate, iniziato dal compianto Mario.

Era presente Roberto Dotti - laghèe di Argegno - che ha corso anche con il C.C. Canturino e che, al rullo di De Lillo, ha vinto, militando nella nuova Baggio-San Siro il mondiale stayer dilettanti 1985, a Bassano del Grappa e che ha donato una sua maglia al museo Dagnoni.

E’ stato ricordato Bruno Vicino che, sempre condotto dall’allenatore italo-svizzero, ha conquistato tre mondiali, oltre a vari altri successi.

In sala, come sempre, il dottor Claudio Pecci, responsabile di Mapeisport, all’epoca era il medico delle nazionali azzurre della pista, la signora Maria Talamona, figlia del “professore” Pier Luigi, pittore e insegnante nella professione ma che gestiva pure le moto e gli allenatori alla pista varesina di Masnago, unica rappresentante del gentil sesso in possesso – pare a livello mondiale - dell’abilitazione di allenatore del mezzofondo, il presidente provinciale FCI Franco Bettoni, Mirco Monti e Fausto Ferrario, già collega di De Lillo alla Nuova Baggio-San Siro e nella Commissione Tecnica LCP con De Lillo – e pure lui con trascorsi di d.s. al C.C. Canturino.

Mozione del cuore per De Lillo e vari altri per la partecipazione alla serata dei “senatori”, validi ex professionisti, il comasco Aldo Pifferi e il varesino Giuseppe “Pepp” Fezzardi, con la gentile signora Jessica Fornoni, la figlia del compianto Giacomo, il “Maestro”, un “gruppetto” sempre unito e che sovente, con Marino Vigna, si reca a trovare nella sua Desio Luigi Arienti, amico e compare di Fornoni, uniti – con Vigna - dall’oro delle Olimpiadi di Roma 1960.

E pure lì c’è stata benefica commistione fra pista e strada, proprio come nella bella serata di lunedì e, per completare qualche discorso solo accennato e curiosità non esaudita, c’è stata richiesta di un’altra puntata.

Centocantù, il C.C. Canturino, nella persona di Paolo Frigerio ha preso buona nota…

foto di Mauro Viotti

 

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