Editoriale
SPIAGGIATI. Stessa spiaggia e stesso mare ma, visto l’inizio, anche stessa Vuelta. Molto popolare, molto “cocco cocco bello”, tirata su come viene, tanto da partire con una cronosquadre spiaggiata – puntualmente neutralizzata -, in riva al mare e sulla battigia, con ombrelloni aperti e angurie a refrigerare i corridori. Sia ben chiaro, Cristiano Gatti in questo numero lancia l’allarme e ne ha ben donde. Il Giro non si può permettere di sottovalutare nessuno, deve correre ai ripari e fare in modo che la propria corsa resti punto di riferimento del ciclismo mondiale: seconda solo al Tour. Deve fare tutto il possibile per arginare l’avanzata della corsa iberica che dal 2008, con l’acquisizione del 40% è passata sotto il controllo dell’Aso che dall’anno scorso ne è diventata padrona assoluta, avendo perfezionato l’acquisto del 100% delle azioni. Però diciamocelo, il Giro in quanto a organizzazione non ha nulla di cui vergognarsi rispetto alla Vuelta. Ha ben poco da imparare da questa allegra brigata spagnola. Basta mettere a confronto la spettacolare partenza sulla pista ciclabile da San Lorenzo a Mare a Sanremo con l’abbrivio insabbiato e da infradito di Puerto Banus: Giro batte Vuelta 10 a 0. E poi basta dare un’occhiata ai palchi, alle transenne, alla partecipazione di pubblico. Non c’è match. Per quanto riguarda invece gli interpreti, è il caso di leggere la rubrica di Gatti laggiù in fondo. È salutare per tutti, anche per gli amici del nostro Giro.

ZITTI E MOSCA. Resto in argomento Vuelta-Giro, ma parto dal Tour. A luglio, sulle strade di Francia, abbiamo assistito a diversi momenti di tensione e contestazione o di lamento. Su tutti è risuonata la voce del magnate russo Oleg Tinkov, padre-padrone di uno dei team di riferimento del ciclismo professionistico mondiale, che ha parlato in nome e per conto di Velon, l’associazione che raggruppa undici dei maggiori team mondiali ed è nata con il principale scopo di far sentire la propria voce e il proprio peso nei confronti degli organizzatori. In particolare quelli del Tour, che con la corsa francese raccolgono parecchi milioni di euro grazie ai diritti televisivi. In pratica battono cassa, come già negli Anni Ottanta e Novanta avevano fatto senza successo le allora associazioni di categoria. «Lo spettacolo lo portiamo noi e con noi dovete dividere i proventi tivù», questo in pratica il succo del loro pensiero. L’Aso, come è solita fare, ha lasciato dire, convinta che tanto il pallino ce l’ha in mano lei e quindi fa quello che vuole. Difficile darle torto, alla luce anche della vibrante - diciamo così - protesta portata avanti da Velon. Tanto per cominciare sono corsi tutti in massa, con tutto il meglio dell’argenteria a loro disposizione, in Francia. Hanno fatto qualche gridolino, hanno battuto un po’ i piedi, ma niente di più. Nemmeno un accenno di protesta. Nemmeno una partenza ritardata. Niente di niente. Ma il capolavoro è stato compiuto proprio in occasione della Vuelta. I grandi magnati, i grandi manager avevano la possibilità di mandare un messaggio forte e chiaro all’Aso, lasciando a casa qualche campione. Niente, non ce l’hanno fatta. Hanno scelto di mettere in crisi l’organizzazione spagnola portando il meglio del ciclismo mondiale anche in Spagna. Sono scelte strategiche, forse noi non le comprendiamo fino in fondo, anche se mi assicurano che in tutto questo una logica c’è. Con Froome, Quintana, Valverde, Aru e Nibali fino a quando non si è attaccato all’ammiraglia, la corsa avrebbe avuto una tale e grande pressione mediatica che avrebbe solo fatto del male alla Vuelta e ai loro nuovi padroni dell’Aso. A scanso di equivoci, sto scherzando: è chiaro ed evidente. Come è chiaro ed è altrettanto evidente che sta scherzando anche Velon, che per il momento si è limitata solo a fare “bau” ai cugini francesi. Non scherzo però col dire che bisogna correre ai ripari, e i team hanno la concreta possibilità di rimediare il prossimo anno: qualche stella del firmamento ciclistico mondiale portatela al Giro d’Italia. Fate due parole con il nostro Mauro Vegni e provate una volta per tutte a trovare una degna e vera alternativa al Tour de France. Se poi, tra un anno, andranno nuovamente tutti a correre garruli in Francia, perché non se ne può fare a meno, perché il Tour è per sempre il Tour, che nessuno fiati più. Anche Tinkov: zitto e mosca. E non solo perché è russo.

Pier Augusto Stagi
Copyright © TBW
TBRADIO

00:00
00:00
Siamo alla quarta generazione per la celebre sella SLR di Selle Italia,  una dinastia di selle che attraversa indomita diverse ere del ciclismo dal passato fino ad oggi. Caratteristica nelle forme e nella sua leggerezza, trova oggi la sua massima...


Da fuori è proprio quello che vedete, ovvero una luce LED per bici, molto luminosa e dotata di una larghissima autonomia. In realtà c’è molto di più in questa luce, ovvero un sofisticato sistema di localizzazione GPS che vi regala tramite...


Di certo non ne avevamo fatto mistero nel giorno del suo lancio internazionale, infatti, la nuova Wilier Filante SLR ID2 di Wilier Triestina non solo spicca nel segmento delle bici AERO per via delle sue indiscusse doti, ma ruba la scena anche grazie...


Una nuova identità per valorizzare storia, tradizione e competenze tecniche. Con questo spirito URSUS presenta il suo rebranding, nato dal desiderio di comunicare in maniera ancora più profonda l’anima industriale dell’azienda fondata da Sergio Ferronato nel 1966 a...


Debutta ufficialmente Thoro, nuovo marchio italiano di biciclette che si propone di ridefinire il concetto di eleganza, forza e stabilità nel mondo del ciclismo ad alte prestazioni. Un brand che nasce da una visione chiara: creare biciclette esclusive, riconoscibili e...


Silverskin è un brand italiano specializzato in intimo tecnico sportivo ed è un marchio che si è fatto davvero apprezzare nelle ultime stagioni. La prossima collezione invernale verrà ufficialmente presentata durante la fiera internazionale dedicata agli sport invernali Prowinter 2026 che si...


Dal 2026 non sarà più possibile confondere la divisa di campionessa nazionale mauriziana di Kim Le Court con la maglia iridata. Nei giorni scorsi AG Insurance – Soudal e Soudal Quick-Step hanno presentato le nuove maglie Castelli con cui affronteranno...


Prima non si usavano addirittura, poi è arrivata la pelle…poi l’EPS bianco e puro ed è a questa breve storia che si ispira l’edizione speciale del casco IBEX 3 pensata da HJC, marchio in grado di spaziare dal motociclismo al...


È ancora inverno sul lago, ma i preparativi per uno degli eventi ciclistici più popolari d'Europa sono già in pieno svolgimento: il 32° Bike Festival Riva del Garda torna dall'1 al 3 maggio 2026 sull'iconico lungolago, ancor più grande e...


«Sportful ha fatto parte di alcuni dei momenti più significativi della mia carriera», ricorda Fabian Cancellara e sono ricordi bellissimi quelli che vengono a galla, come quelli inerenti alla stagione del 2010 che ha visto assoluto protagonista il campione svizzero. Tudor...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024