Mohoric, il genio di Matej

di Francesca Monzone

Per diventare dei campioni nel ciclismo bisogna seguire delle tappe precise e certe vittorie devono esseee costruite partendo da lontano. Questa è la filosofia che ha seguito da sempre Matej Mohoric, il campione sloveno convinto di non essere dotato geneticamente come i suoi connazionali Primož Roglic o Tadej Pogacar e che quindi, come lui stesso ha detto, ogni vittoria è costretto a inseguirla lavorando sui dettagli. Il capolavoro della sua carriera, fino ad ora..., è stata la Milano-Sanremo, vinta con un attacco a sorpresa lungo la discesa del Poggio che faceva parte di un piano ben preciso.
«Io non sono forte come Tadej o Pri­mož, per vincere devo cercare di sorprendere i miei avversari; naturalmente è molto più difficile perché devo sta­re molto attento a tutti i dettagli, cercando poi di non commettere errori».
Di errori Matej a Sanremo non ne ha commessi, ha saputo aspettare scegliendo il momento giusto in una gara sempre difficile da interpretare e pronosticare. Le di­scese difficili sono la sua specialità, ma sa anche cogliere successi sulle lunghe di­stanze e la Classi­cis­sima di Primavera è stato il connubio perfetto di queste caratteristiche.
«Ero molto concentrato, nel finale c’è stato qualche problema, ma alla fine sono riuscito a controllare ogni cosa. Ho sbandato prima quando ho preso un tombino, ho sbagliato l’ultima cur­va in discesa ma con il dropper sono riuscito a salvare la traiettoria, poi all’ultima curva per entrare in Via Ro­ma mi è caduta la catena perché ho sbagliato il rapporto, ma non ho mai perso la lucidità e così ho realizzato questo sogno incredibile».
Il campione nazionale sloveno in quegli ultimi interminabili chilometri che lo se­paravano dalla vittoria ha corso senza mai girarsi, perché sapeva che quello avrebbe potuto rivelarsi un er­rore fatale. Ma proprio in una via Ro­ma gremita di gente, Matej ha avuto la conferma che cercava, ha conquistato la vittoria perfetta.
«Ho spinto più forte che potevo per rientrare in gruppo e ci sono riuscito. Lo so che guido bene la bici, l’ho imparato quando facevo fuori strada. Correndo con gli amici con la bici in montagna, ho imparato a fare molto bene le curve e le discese ed è per questo che alla Sanremo ho potuto fare la differenza. L’arrivo è sta­to spettacolare, bellissimo, con tantissima gente sulle strade: grazie a tutti quelli che sono venuti a vederci, insomma abbiamo vissuto davvero una grande giornata».
La conferenza prima e la festa con i compagni di squadra dopo. Nel parcheggio di Sanremo alle spalle del traguardo era rimasto solo il pullman della Bahrein Victoriuos ad attendere il vincitore di giornata. Sceso dall’ammiraglia il primo saluto è stato con i meccanici e i massaggiatori, mentre i compagni di squadra lo attendevano tutti sul bus per un grande abbraccio.
«È stato tutto bellissimo e perfetto e finita la premiazione l’unica cosa che volevo era andare dai miei compagni, per abbracciarli e ringraziarli per quella giornata così bella».
In quella folle discesa verso San­remo, non è passato inosservato un par­tic­o­lare della bici dello sloveno: il dropper ovvero il reggisella telescopico.
«L’avevo testato già in cima al Poggio e avevamo visto che mi permetteva di avere una guida della bici più aggressiva. Penso che una volta provato, po­tremo vederlo con molta più frequenza anche sulle bici di altri corridori, perché fa molta differenza sia in allenamento che in gara. È un vantaggio che altri non avevano in gara e che io ho potuto sfruttarlo grazie gli amici della FSA che hanno realizzato un prodotto perfetto».
Matej corre e vince e nel gruppo in qualche mo­do è an­che un animatore. Prima che la Classicissima entrasse nel vivo, aveva prima chiacchierato con Po­gacar che poi ha sferrato i suoi at­tacchi micidiali e poi rivolgendosi a Davide Formolo gli aveva chiesto se a Sanremo ci fosse un ospedale.
«È vero, bisogna divertirsi anche un po’ in corsa e così ridevo con Tadej e Formolo perché siamo buoni amici, e ho chiesto se ci fosse stato l’ospedale prima di prendere la discesa, ma non voleva essere provocatorio...».
Tra i professionisti Matej Mohoric ha 16 ottenuto vittorie, la maggior parte di queste è arrivata su una distanza sempre vicina o superiore ai 200 km, dimostrazione di resistenza, coraggio e ca­pacità impressionanti. Lui è uno di quei corridori capaci di vincere non so­lo con la forza, ma anche grazie al suo temperamento e alla sua intelligenza, che lo hanno portato a conquistare ga­re in modo unico. Il successo nella Sanremo ha portato la terza Classica Monumento per la Slo­ve­nia. E con quella vittoria Matej è all’ottavo posto della classifica mondiale: Primož Roglic o Tadej Pogacar so­no lontani, ma lui è felice e vuole continuare a divertirsi in Belgio.
«Quando si tratta di esplosività, non ho possibilità contro Van Aert e Van der Poel. Dovrò giocare bene le mie carte - ha detto lo sloveno appena arrivato nelle Fiandre, dove ha colto il quarto posto ad Ha­rel­beke e il nono nel­la Gand-Wevelgem, suoi primi ap­puntamenti  -. Non sono certamente un super esperto, ma mi sento come a ca­sa in queste gare. Per correre su queste strade e fare risultato devi essere sempre ben posizionato e risparmiare energie, io posso riuscirci anche se mi man­ca solo un po’ di esplosività. In una certa misura ce l’ho, ma non come Wout o Mathieu. In uno sprint non ho alcuna possibilità contro di loro, quindi prima devo giocare le mie carte senza sbagliare». Ora lo aspetta la seconda esperienza al Gi­ro delle Fiandre, dopo il quarantunesimo posto del 2019.
«Il quarto posto alla E3 può andare bene non ho molta esperienza in queste corse e per fare bene in Belgio devi essere anche fortunato. Alla Strade Bianche, per esempio, sono stato mol­to sfortunato, mentre alla Sanremo la buona sorte è stata dalla mia parte: in qualche modo ho pareggiato e adesso vediamo al Fiandre cosa succederà».
La sua prossima gara sarà il Giro delle Fiandre: «Per la Ronde dobbiamo pen­sare a una strategia di­versa per lottare contro la Jumbo Visma. Ma an­che Mathieu Van der Poel sarà un rivale pericoloso. Sono grandi campioni, corrono a casa loro ma le gare... bisogna disputarle e quindi penso che tentare di vincere non sia un’impresa im­possibile».
Ma il discorso torna sempre al capolavoro della discesa del Poggio e all’abilità dimostrata nel guidare la bicicletta: «Qualcuno mi ha chiesto se sciavo e se nelle discese con gli sci ho imparato quello che so fare in bici: in realtà so sciare un po’ come tutti gli sloveni, ma la scuola migliore è stata quella dei boschi, quando da ragazzini ci lanciavamo veloci in discesa».
Matej è un corridore che non solo si diverte a canticchiare la colonna sonora dei film di James Bond quando è in gruppo, ma sa molte cose e ama impararne sempre di nuove tanto da essersi meritato il soprannome di Matej-pedia.
«È il soprannome che mi ha dato Wout Poels qualche tempo fa. Voglio sempre sapere tutto: sul materiale, ma anche sull’universo o cose del genere, sono uno che ha bisogno di conoscere i fatti. Poi quando nel gruppo qualcuno fa una domanda, tutti dicono: chiedi a Matej-pedia. Lo saprà».
Anche Mohoric, così come tutta la Bahrain Victorious, è passato dalla gioia della vittoria alla disperazione più profonda per quello che è accaduto ma Sonny Colbrelli.
«È stato un colpo, per tutti quanti. Non perché abbiamo perso un grande corridore per le Classiche, ma perché la sua vita era in gioco. Corro con Sonny dal 2018, lo conosco molto bene. Quando succede qualcosa del genere, tutta la prospettiva cam­bia improvvisamente. Ora spetta ai medici dargli le risposte che chiede, ma  se gareggerà di nuovo o meno per me è di secondaria importanza. La cor­sa è importante, ma non quanto la vi­ta».
E sull’incidente del bresciano aggiunge: «Sembrava davvero una brutta si­tuazione, ma presto - dopo circa un’ora, direi - abbiamo capito che il peggio era mai alle spalle. Gli ho persino parlato quella notte: stava be­ne, non era nemmeno sotto shock o qualcosa del genere. Semplicemente Sonny non ri­cordava niente. Pensavo di trovarlo terrorizzato do­po aver vissuto quell’esperienza, ma Colbrelli non ha paura. Era meno scioccato lui del resto della squadra».

Copyright © TBW
TBRADIO

00:00
00:00
È il casco più aerodinamico di casa Van Rysel ed è il modello più sfruttato dalla formazione Decathlon CMA CMG, team supportato anche con le bici e gli occhiali. Il casco RCR-F MIPS sfrutta una aerodinamica ottimizzata, forme aero per...


Avete presente quelle formule che hanno in buona parte dato ossigeno puro al mondo dell’automotive? Perfetto, proprio quelle che vi permettono di ottenere un’auto e pagarla in comode rate con annessi molti servizi per poi decidere se tenerla o cambiarla...


Siamo alla quarta generazione per la celebre sella SLR di Selle Italia,  una dinastia di selle che attraversa indomita diverse ere del ciclismo dal passato fino ad oggi. Caratteristica nelle forme e nella sua leggerezza, trova oggi la sua massima...


Da fuori è proprio quello che vedete, ovvero una luce LED per bici, molto luminosa e dotata di una larghissima autonomia. In realtà c’è molto di più in questa luce, ovvero un sofisticato sistema di localizzazione GPS che vi regala tramite...


Di certo non ne avevamo fatto mistero nel giorno del suo lancio internazionale, infatti, la nuova Wilier Filante SLR ID2 di Wilier Triestina non solo spicca nel segmento delle bici AERO per via delle sue indiscusse doti, ma ruba la scena anche grazie...


Una nuova identità per valorizzare storia, tradizione e competenze tecniche. Con questo spirito URSUS presenta il suo rebranding, nato dal desiderio di comunicare in maniera ancora più profonda l’anima industriale dell’azienda fondata da Sergio Ferronato nel 1966 a...


Debutta ufficialmente Thoro, nuovo marchio italiano di biciclette che si propone di ridefinire il concetto di eleganza, forza e stabilità nel mondo del ciclismo ad alte prestazioni. Un brand che nasce da una visione chiara: creare biciclette esclusive, riconoscibili e...


Silverskin è un brand italiano specializzato in intimo tecnico sportivo ed è un marchio che si è fatto davvero apprezzare nelle ultime stagioni. La prossima collezione invernale verrà ufficialmente presentata durante la fiera internazionale dedicata agli sport invernali Prowinter 2026 che si...


Dal 2026 non sarà più possibile confondere la divisa di campionessa nazionale mauriziana di Kim Le Court con la maglia iridata. Nei giorni scorsi AG Insurance – Soudal e Soudal Quick-Step hanno presentato le nuove maglie Castelli con cui affronteranno...


Prima non si usavano addirittura, poi è arrivata la pelle…poi l’EPS bianco e puro ed è a questa breve storia che si ispira l’edizione speciale del casco IBEX 3 pensata da HJC, marchio in grado di spaziare dal motociclismo al...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024