Rapporti & Relazioni

Ciclismo in tv? Troppo

di Gian Paolo Ormezzano

Forse non dovrei parlarne cioè scriverne. Ma non resisto alla voglia di chiarezza giornalistica. Pare un ossimoro, di questi tempi di bla-bla specie televisivo. Per me questa chiarezza  è stata vita, e riviverla significa non morire. Detesto i riferimenti personali, ma penso che questa volta siano proprio ne­cessari. Per via del pesantissimo covid che mi ha devastato, del mio lungo duro perdurante postcovid con i suoi misteri fisici inquietanti, della situazione generale del mondo sot­to pandemia eccetera eccetera, mi sono rifugiato, per quella terapia che nasce dai ricordi, nel ciclismo, ormai ovviamente televisivo. E grazie anche a provvidi (in questo specifico caso) ricoveri ospedalieri, me ne sono pappato davvero tan­to, grazie ad opportunità davvero da benedizione.
Tanto?
Troppo.

Lo dico, lo scrivo, lo se­gnalo, lo denuncio da in­namorato di questo sport, al quale fra  l’altro devo molto della mia bella vicenda giornalistica e soprattutto de­vo momenti intimi impagabili, pari a quelli che nel calcio mi ha offerto il mio, sempre più mio Toro.
Dunque: grazie al covid di un drammatico mese, con cinque ricoveri diversi e una sopravvivenza da miracolato, e poi ad un intervento cardochirurgico per rimettere a posto lo scorrere del sangue alterato dal tremendo tribolare da virus, e grazie anche - diciamolo - a provvide sistemazioni ospedaliere, nel senso di  letti davanti a teleschermi, ho potuto te­le­ammollarmi ciclismo su ciclismo. Come? Facile: Rai Sport sul canale 58, un po’di Rai 2 e via. Il direttore di Rai Sport, Auro Bulbarelli, un amico, uno che stimo, è abbondantemente ciclofilo. Il quasi vuoto dello sport da diretta, in questi tempi ormai lunghi di vi­rus, costringe, per riempire le 24 ore di trasmissione, a  rovistare e mandare in onda l’archivio. Rai Sport di Bulbarelli ha usato e sta usando abbastanza il calcio, si capisce, e per esempio Italia-Olanda e Italia-Polonia sono state televiste decine di volte, ovviamene fa tesoro delle non molte dirette (specialmente pallavolo, ma anche basket e pattinaggio e, sino a che c’è stata neve, sci alpino e nordico). Su tutto, comunque ciclismo e ciclismo, uno sport fra l’altro pochissimo presente nel pur vasto diorama concorrente di Sky. Ho avuto chicche sublimi, compreso se si vuole un campionato del mondo femminile del millennio scorso, da pellicola piovosa e con pedalatrici che sembravano suffragette.
Ho avuto le dirette del­l’inizio di stagione, senza pubblico, nei paesi arabi perché non ne frega niente a nessuno (però ci sono i soldi), da noi perché non si può assembrare (ma ho anche visto corse al nord con pareti quasi classiche di gente, e mascherine poche). Da italiano non sono ovviamente riuscito a godermi la saga fiamminga che sta, pare, esaltando il Belgio e l’Olanda, pronti a spartirsi la dominazione con Van Aert e Van der Poel, anche ciclocrossisti da grande richiamo, in attesa di Evenepoel che, guarito, do­vrebbe essere il meglio del bi­goncio, anche se con quel cognome e col nome Remco do­vrà essere sottoposto a mu­tilazione tipografica per stare, con diminutivo, nei titoli grossi. Alla faccia della mondializzazione in corso, ariecco il Van Qualkecosen/Stuyven che magari vince la Sanremo e quelli, tanti, terribilmente bra­vi, nati tutti in pochi chilometri quadrati, di cui scrivevo negli anni Sessanta. Ho visto il ritorno francese specie con Ala­philippe che però rischia di essere uno Jalabert, uno non da Tour, ho  constatato la botta presa dal ciclismo britannico con pesanti storie di doping. Rimango stupito dalla repente vitalità del ciclismo sloveno, quattro gatti ma che gatti! Mi sono persino dispiaciuto per lo slovacco Sagan che ormai non vincerà più, penso e temo, una Sanremo. Insomma, il lungo momento è confuso ma importante. E ven­go al punto, o almeno ad un punto, però a mio parere importante.

Cioè ad una domanda per la Rai e Bulbarelli e i santi e santoni del no­stro amato sport che ha pure un nuovo presidente: come si farà, con la stagione delle grandi corse e il Giro e il Tour eccetera, a dare un seguito lo­gico e proporzionato - di fronte specialmente al gran ritorno del calcio - di presenza televisiva, la sola che garantisce so­pravvivenza e altro, a tutto quanto ammollatoci in periodo solitamente di astinenza stagionale? Viziati dall’effetto-covid, forse perennemente posseduti, condizionati dal covid, temiamo di dover di­giunare dopo che abbiamo preso il gusto all’abbuffata. Terribile. Intanto, già ho letto eminenti critici televisivi im­pegnati a far sapere che la tivù dà troppo ciclismo. Aiuto.

Copyright © TBW
TBRADIO

00:00
00:00
Ci sono cose, ci sono momenti, ci sono nomi che non si dimenticano. Come una vittoria di tappa al Giro d’Italia, come l’odore di grasso e magnesio in una piccola officina italiana, come la prima volta che senti una bici...


Nella giornata di domenica Primož Roglič del Team Red Bull - BORA - hansgrohe ha vestito la Maglia Rosa e alla sua Specialized S-Works Tarmac SL8 sono stati assegnati leggeri ma piacevolissimi accenti rosa, giusto per celebrare questa importante giornata....


Hai sempre desiderato vivere l’esperienza Specialized su strada o perderti tra sterrati e strade bianche? Da oggi il sogno diventa realtà. Grazie alla nuova promozione valida fino al 9 giugno 2025, potrai finanziare la tua prossima bici (o qualsiasi altro...


Rivisitazione e celebrazione, qui c’è un po’ tutto per la 108esima edizione del grande Giro. È pronta la nuova maglia RS ASOR , la maglia “ribaltata” di Assos in cui il rosa si fa verde, un gioco in cui comunque...


I nuovi prodotti Ulac, distribuiti in Italia da Ciclo Promo Components, sono destinati interamente a chi pratica bikepacking e godono di un rapporto qualità-prezzo davvero interessante. Il portafoglio Ulac Touring Case GT è perfetto sia in città che lungo i sentieri,...


Le prime volte, soprattutto quelle importanti, vanno celebrate a dovere: per Ursus, il Giro d’Italia 2025 rappresenta la prima volta alla Corsa Rosa da partner di una formazione World Tour, il Team Picnic-PostNL. Dopo varie partecipazioni al Giro d'Italia al...


La 785 Huez è la bici tuttofare di casa Look, un modello nato per chi desidera confrontarsi con sé stesso e con gli altri quando la strada comincia a salire. Scattante, leggera ed elegante, conquista su strada e si prende...


Progettate per assicurare un controllo senza pari, le scarpe Q36.5 Unique Pro uniscono tecnologie italiane di produzione all'avanguardia con una struttura che massimizza stabilità, potenza e comfort. Con un peso di appena 225g (taglia 42) e uno stack minimo di...


Il Rubino in casa Vittoria è un pneumatico iconico, un prodotto particolarmente apprezzato da chi pedala ogni giorno. Oggi il nuovo Rubino torna in aula versione completamente rinnovata che si pone al centro della gamma stradale Vittoria. Pur restando un...


Santini ha appena svelato la nuova collezione ufficiale dedicata al Tour de France e al Tour de France Femmes avec Zwift e la linea Maillot Jaune, un sentito omaggio alla grande corsa a tappe francese, alla sua storia, al suo...


TBRADIO

-

00:00
00:00
SONDAGGIO
30 ANNI DI TUTTOBICI, VOTATE LA COPERTINA PIU' BELLA
Trenta copertine per raccontare la nostra storia: scegliete quella che per voi è la "copertina delle copertine"





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024