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GIRO D'ITALIA 2022. LA CORSA ROSA APPRODA IN SICILIA E TROVA SUBITO L'ETNA
di tuttobiciweb | 10/05/2022 | 08:15

Il Giro arriva in Italia, viene accolto dalla Sicilia e, dopo il primo giorno di riposo, riparte con la quarta tappa, la Avola-Etna Nicolosi di 172 km. Si tratta di una tappa che si sviluppa nell’entroterra siciliano: da Avola si attraversa la capitale del Barocco Siciliano Noto per toccare le zone di Pantalica e Vizzini.

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L’avvicinamento al vulcano è un continuo saliscendi anche se non propone vere salite. Le strade possono presentare difetti nel fondo stradale nei tratti più lontani dai centri abitati che mediamente presentano carreggiate ristrette e i consueti ostacoli urbani alla circolazione.

La salita finale, che si conclude al rifugio Sapienza come in altre occasioni, affronta un percorso inedito. Inizio a Biancavilla fino a incontrare la Strada Milia (Giro 2018): dopo l’Osservatorio Astrofisico si entra nella strada da Nicolosi per terminare al Rifugio Sapienza con il finale classico.

La salita misura 22,8 km e propone 1.358 metri di dislivello con una media del 5,9%.

ALLA SCOPERTA DEL TERRITORIO

Prima tappa in Italia del Giro 2022, avanti e indietro tra le province di Siracusa e Catania. Si parte da Avola, la “città esagonale”, affacciata sulla costa ionica della Sicilia orientale, tra il mar Ionio e i fianchi dei Monti Iblei. Tra i luoghi di interesse della città si può citare la chiesa madre, distrutta dal terremoto del 1693 e ricostruita quello stesso anno. Nei dintorni di Avola si può visitare la riserva naturale di Cavagrande del Cassibile.

Particolarmente rinomato è il Carnevale avolese, che attrae ogni anno migliaia di visitatori. Eccellenza gastronomica è la mandorla di Avola: la varietà più coltivata è la Pizzuta, un eccellente prodotto apprezzato nel mondo. Un altro prodotto del territorio è certamente il Nero d’Avola, vitigno a bacca nera, che dà vita a un vino gradevolissimo e di forte struttura.

Noto porta il percorso verso l’entroterra siciliano. “Capitale del Barocco”, il suo centro storico è stato inserito dall’Unesco nella lista dei Patrimoni dell’umanità: nel 1693, infatti, fu distrutta dal terremoto che colpì l’intera Sicilia sud-orientale, e venne rifondata in forme barocche. Noto ospita alcune delle chiese più affascinanti e decorate della regione: San Francesco all’Immacolata, Santa Chiara, San Carlo, San Domenico, oltre alla basilica cattedrale di San Nicolò e alla chiesa del Santissimo Crocifisso.

Particolarmente ricca e variegata è la cucina locale: tra i primi, ravioli di ricotta conditi con sugo di maiale, tagliatelle, cavateddi e lasagne, tutti preparati con farina di grano duro. Tra i secondi spicca il coniglio alla stimpirata. Molto ricca la tradizione nella preparazione dei dolci, per i quali viene utilizzata la mandorla delle colline netine denominata la Romana di Noto. I vigneti del territorio producono un’uva intensa e forte, che dà l’Eloro DOC (da uve Nero d’Avola), il Moscato di Noto DOC, il Rosso Sicilia IGT, il Bianco Sicilia IGT e l’Inzolia Sicilia IGT.

Lasciando Noto e inoltrandosi nell’entroterra si raggiunge San Corrado di Fuori, frazione di Noto, e si attraversa il fiume Cassibile. Si prosegue in salita per Palazzolo Acreide, nei Monti Iblei, tra le città tardo barocche della Val di Noto (sito Unesco). In Piazza del Popolo si innalza la chiesa di San Sebastiano con una scenografica gradinata, mentre in Piazza San Paolo si trova la basilica di San Paolo, la più importante delle chiese cittadine, con facciata in stile barocco. Di architettura settecentesca è il Palazzo Municipale. La chiesa dell’Annunziata è la più antica del paese: ricostruita dopo il terremoto, fu ampliata e divenne a tre navate.

Poco distante, nella Valle dell’Anapo, sorge Pantalica, la più grande necropoli del Mediterraneo, con circa 5.000 tombe a grotticelle artificiali. Il territorio di Palazzolo Acreide è conosciuto anche per il tartufo nero e per gli oliveti che producono le olive con cui si realizza l’Olio Monti Iblei DOP. Da Palazzolo Acreide si prosegue per la provincia di Catania e si giunge a Vizzini, nei pressi dell’altopiano collinare dei Monti Iblei, alle pendici del Monte Lauro. Nel territorio comunale si trova il piccolo borgo di Cunziria, che nel 1981 fu scelto da Franco Zeffirelli come set per l’opera-film “Cavalleria Rusticana”: il duello della novella di Verga è ambientato proprio nelle distese di fichi d’India che circondano Vizzini.

Il percorso, scendendo, ritorna in provincia di Siracusa e poi di nuovo in quella di Catania, in cui si incontra un passaggio a livello sulla strada per Scordia, tra i principali centri agrumicoli della Sicilia. La chiesa madre, dedicata a San Rocco, fu ricostruita nel 1712 secondo lo stile barocco. Un breve passaggio per la provincia di Siracusa anticipa il ritorno definitivo nella provincia di Catania. Si incontra un passaggio a livello prima di arrivare a Ponte Barca, contrada del comune di Paternò che ospita l’Oasi omonima, un’area naturale protetta nei dintorni del fiume Simeto.

A Paternò, primo traguardo volante di tappa, comincia la salita che porterà all’arrivo. Simbolo della città è il Castello normanno, una torre che faceva parte di un complesso difensivo fatto edificare nel 1072 da Ruggero I. Degne di nota anche la chiesa di Santa Barbara, con facciata neoclassica settecentesca, la chiesa del Carmine, di stile rinascimentale, e la chiesa del Pantheon, che funge anche da sacrario militare.

Da Paternò si prosegue per Santa Maria di Licodia, sul versante sud-occidentale dell’Etna. Simbolo del paese è la Torre campanaria, edificio merlato del 1143. Castello Normanno di Paternò. A Biancavilla, nel Parco dell’Etna, la carovana rosa incappa nel secondo traguardo volante di tappa. Tra gli edifici di rilievo vanno citati la basilica di Santa Maria dell’Elemosina, risalente al XV secolo e con il campanile più alto della provincia, la chiesa di Santa Maria del Rosario, con grandiosa facciata barocca, e la chiesa di Santa Maria Annunziata, risultato di stratificazioni e di interventi su un primo nucleo secentesco.

Si sale quindi per Castelluccio-Paratore, frazione di Biancavilla a circa 1000 metri di elevazione, e poi nei pressi della sede Mario Girolamo Fracastoro dell’Osservatorio astrofisico di Catania, in contrada Serra La Nave, nell’area di Piano Vetore.

Si chiude la tappa con l’arrivo in salita a Etna-Nicolosi, GPM di 1a categoria, con i suoi 1892 metri s.l.m., in località Rifugio Sapienza. Nicolosi, cittadina alle falde dell’Etna, fu edificata intorno al XII secolo dagli abitanti delle zone che circondavano il monastero di San Nicolò La Rena, oggi sede dell’Ente Parco dell’Etna, primo ente naturalistico della Sicilia. La chiesa principale di Nicolosi è la chiesa madre, dedicata allo Spirito Santo. A Nicolosi sono presenti un Museo della pietra lavica ceramizzata e una Casa museo della civiltà contadina.

Piazzale Rifugio Sapienza, situato sul versante meridionale dell’Etna, costituisce di fatto la base della stazione sciistica di Etna Sud. Posto al termine della strada che risale il versante sud-est dell’Etna dal Catanese, da qui parte la funivia dell’Etna. L’Etna, detto anche Mongibello, è il più alto vulcano della placca euro-asiatica, e dal 2013 è inserito dall’Unesco nella lista dei Patrimoni dell’umanità.

Per la settima volta l’Etna sarà arrivo di tappa al Giro. Gli atleti primi sull’Etna sono stati: 1967: Franco Bitossi; 1989: Acacio da Silva; 2011: Filippo Savini (1° passaggio), Alberto Contador (arrivo); 2017: Jan Polanc; 2018: Esteban Chaves; 2020: Jonathan Caicedo.

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