Nella giovane carriera di Pavel Sivakov non c'è probabilmente ricordo più dolce del Tour of the Alps 2021. La corsa euroregionale lo aveva svezzato due anni fa, quando, un po' a sorpresa riuscì a battere avversari più quotati come Vincenzo Nibali e Rafal Majka.
Quest'anno si ripresenta al TotA coi gradi di capitano - cosa mai scontata quando si corre in una corazzata zeppa di campioni come la Ineos Grenadiers - con l'obiettivo di ripetersi e, magari, alzare il suo grado in vista del Giro d'Italia. «Ho un grande ricordo del Tour of the Alps, è la corsa che mi ha ufficialmente battezzato - ammette il 24enne russo -. Dopo il forfait di Egan Bernal per i problemi alla schiena avrò maggiori responsabilità, anche se, comunque vada qua, non credo cambieranno i ruoli in vista del Giro. Egan è fenomeno che ha vinto il Tour a 22 anni, ovunque andrà sarà sempre lui il capitano».
Sivakov non ha comunque intenzione di fare la semplice spalla e non sta lasciando nulla al caso: in questi giorni è stato in ricognizione in alcune tappe del Giro, compresa quella dello Zoncolan, e al TotA vuole difendere lo scettro di campione in carica: «Le tappe decisive credo saranno quelle di Feichten im Kaunertal e di Pieve di Bono, la seconda e la quarta, ma penso che ogni giorno potrà succedere qualcosa» ha spiegato ancora il russo, che potrà contare anche sul prezioso supporto di Daniel Martinez e Ivan Ramiro Sosa.
Ma come corridore quanto è cambiato rispetto a due anni fa? «In questo mondo l'esperienza conta sempre moltissimo e io credo di averne acquisita. Rispetto a due anni fa mi sento più forte, ho intrapreso un percorso di crescita che spero mi possa portare ad essere il più competitivo possibile nelle gare a tappe. Non sono uno di quei junior che a 18 anni va già fortissimo, ho bisogno di maturare step by step, ma sono sicuro che lavorando mi toglierò delle belle soddisfazioni».