C’è chi sarà al Tour of the Alps per dare un’ultima aggiustata alla gamba prima del Giro d’Italia e chi, invece, comincerà dalle strade altoatesine, tirolesi e trentine l’avvicinamento al Tour de France. Quel che è certo è che tutti, se la condizione li assisterà, proveranno a salire sul gradino più alto del podio della corsa che ci terrà compagnia da lunedì 19 a venerdì 23 aprile (quest’anno la maglia ciclamino del vincitore verrà sostituita da quella verde).
Non c’è un favoritissimo - e questo è un bene – e la gara si preannuncia aperta e per nulla scontata. Al via da Bressanone le gerarchie non saranno chiare fin da subito e solo la seconda tappa di Feichten im Kaunertal, probabilmente, farà luce sulle reali forze in campo. Attenzione, quindi, alle imboscate di possibili outsiders nella prima frazione, sfruttando l’incertezza che sicuramente ci sarà in gruppo. (QUI L'ANALISI DEL PERCORSO)
Abbiamo diviso il lotto dei favoriti in tre fasce, provando a fare ordine e decifrare un’interessante startlist. In tutto ciò va ricordato, purtroppo, il forfait degli ultimi giorni di Egan Bernal, ancora alle prese con problemi alla schiena e che vedremo direttamente al Giro, e Vincenzo Nibali, caduto in allenamento con conseguente rottura del polso e che invece non sarà facile vedere neppure al Giro.
PRIMA FASCIA
La cosa bella di questo Tour of the Alps è che è pieno di corridori indecifrabili, in grado di fare numeri incredibili in alcune gare e naufragare inspiegabilmente in quelle successive. Simon Yates (Team BikeExhange) è l’esempio perfetto: scalatore formidabile un giorno sì e uno no. Alla Tirreno-Adriatico, nella tappa regina di Prati di Tivo, è stato battuto solo da Tadej Pogacar, mentre alla Volta a Catalunya la sua prestazione è stata piuttosto incolore. Sulle strade italiane è sempre andato forte e ha nel mirino il Giro con il quale ha ancora un conto aperto; ci son tutti i presupposti perché dia spettacolo anche al TotA. Un altro inglese, Hugh Carthy (EF Education First-Nippo), sembra in grande crescita dopo essere uscito bene dal Giro dei Paesi Baschi; all’ultima Vuelta a España ha dimostrato tutte le sue doti in salita e il TotA, di solito, sorride agli attaccanti come lui, a maggior ragione se sono giovani e con voglia di emergere.
Dopo la coppia britannica c’è quella russa, rappresentata da Pavel Sivakov (Ineos Grenadiers), che merita di stare in prima fascia dal momento che partirà con il numero 1 sulle spalle dopo aver vinto l’ultima edizione nel 2019, anche se stavolta non potrà più contare sull’effetto sorpresa, e Aleksandr Vlasov (Astana-PremierTech), sempre più uomo di punta della squadra kazako-canadese. Sivakov dovrà provare a sfruttare uno dei rari momenti in cui può guidare la squadra, visto che dopo l'affermazione di due anni fa sulle strade dell’Euregio non ha più avuto molto spazio per curare le sue ambizioni, fermo restando che non ha ancora nemmeno 24 anni. Vlasov, che non gareggia dalla Parigi-Nizza, chiusa al secondo posto, è prossimo a correre il Giro con i gradi del capitano: il Tour of the Alps servirà a testarne leadership e gamba.
Chiudiamo la prima fascia con Nairo Quintana (Arkéa-Samsic) che, sebbene non sembri essere lo stesso corridore di qualche anno fa, non può mai essere sottovalutato, soprattutto in salite come le tante che troverà al TotA, al quale parteciperà per la prima volta in carriera. Può sembrare strano, ma mai nessun colombiano è riuscito a vincere su queste strade, che pur come conformazione sono perfette per le caratteristiche degli escarabajos. Nairo ci proverà, per ritrovarsi e approcciare il Tour de France con rinnovate convinzioni.
SECONDA FASCIA
Thibaut Pinot (Groupama-FDJ) al Tour of the Alps 2018 ha ottenuto la vittoria più prestigiosa della sua carriera nella classifica generale di una corsa a tappe. Quest’anno, però, non ha ancora ingranato la marcia giusta e per essere competitivo al Giro d’Italia dovrà fare qualcosa in più. Da questo punto di vista, il TotA è un test che non mente mai. Lo stesso si può dire per il connazionale e vecchio rivale Romain Bardet, che guiderà il Team DSM (squadra aggiuntasi all’ultimo minuto dopo il forfait della Nazionale di Cassani) in vista dell’esordio al Giro, con l’obiettivo di raddrizzare una parabola personale apparsa discendente nelle ultime due stagioni. Con lui ci sarà l’australiano Jai Hindley, atteso a dare qualche segnale di continuità dopo il sorprendente secondo posto alla Corsa Rosa dell’anno passato.
Per gli italiani sarà molto difficile inserirsi nella lotta per la classifica generale. L’opzione migliore sembra essere Matteo Fabbro (Bora-hansgrohe), del quale non si conoscono esattamente le condizioni di forma, visto che non corre dalla Tirreno-Adriatico, chiusa ottimamente al 5° posto. Il friulano dovrà spartirsi i gradi con Felix Großschartner, che vorrà ben figurare sulle strade tirolesi, non avendo molte occasioni di correre sulle strade di casa durante l’anno. Mina vagante lo è anche Daniel Martin (Israel Start-Up Nation), che con i suoi cambi di ritmo in salita potrebbe trovarsi particolarmente a suo agio sulle strade euroregionali, puntando sia alla classifica generale che alle vittorie parziali.
A proposito di solidità, ci sarà anche il poco mediatico Pello Bilbao (Bahrain-Victorious), che una tappa al TotA l’ha già vinta e stavolta avrà la squadra a sua disposizione per provare a portare a casa un buon risultato, prima di mettersi al servizio di Mikel Landa al Giro d’Italia. Chiudiamo la seconda fascia con il duo colombiano della Ineos Grenadiers che affiancherà Sivakov, Daniel Martinez e Ivan Ramiro Sosa, tanto talentuosi quanto incostanti.
TERZA FASCIA
Con la consueta grinta e carattere proverà ad essere della partita anche Domenico Pozzovivo (Qhubeka-Assos), che ormai è quasi più sotto i ferri per interventi chirurgici che in gara, ma a 38 anni ha ancora voglia di stupire. Per la Trek-Segafredo, invece, toccherà a Gianluca Brambilla sopperire alle assenze di Nibali e Ciccone. Un capitolo a parte lo meriterebbe Chris Froome (Israel Start-Up Nation), che dopo il brutto infortunio di due anni fa ancora non è riuscito a tornare competitivo nonostante i tanti giorni di corsa. Magari proprio il TotA potrebbe restituircelo a buoni livelli… In casa Israel, poi, andrà tenuto d’occhio anche Ben Hermans.
Qualche segnale è lecito attenderselo anche da Ilnur Zakarin (Gazprom-Rusvelo), il miglior scalatore dell’ultimo Giro Ruben Guerreiro (EF Education First-Nippo), Attila Valter (Groupama-FDJ), se Pinot dovesse essere in ritardo di condizione, e l’austriaco Hermann Pernsteiner (Bahrain-Victorious).
Possibili sorprese, invece, potrebbero essere Andres Camilo Ardila (UAE Team Emirates), vincitore del Giro d'Italia U23 2019, Santiago Umba (Androni-Sidemrec), Torstein Træen (Uno-X) e Harold Tejada (Astana).