I PIU' LETTI
POGACAR, IL TALENTUOSO
di Giulia De Maio | 28/10/2019 | 07:55

«Sono un ciclista, potrei non essere il migliore, ma è quello che mi sforzo di essere. Potrei non arrivarci mai, ma non smetterò mai di provarci». Così si presenta al mondo di Insta­gram Tadej Pogacar, uno dei talenti più in vista del ciclismo internazionale, che come qualsiasi ragazzo della sua età usa i social per comunicare, ma si interessa e molto anche del mondo reale. Tadej è un ragazzo del suo tempo, con le idee chiare e buone intenzioni, che si sorprende del suo talento ad ogni gara. Un ragazzo a modo e con i piedi per terra, che il successo non cambierà.

Se Roglic è stato il primo sloveno a vincere un Grande Giro, lui rappresenta il nome più papabile per diventare il secondo, nel giro di poco. Oltre alle qualità di cui madre natura l’ha dotato, di lui sorprendono la sua attenzione e abilità tattica. È sempre nel posto giusto al momento giusto, neanche fosse un veterano. Invece ha solo 21 anni, compiuti il 21 settembre, alla vigilia dell’inedita staffetta mista mondiale. Prima di allora, alla prima stagione da professionista, aveva già festeggiato ot­to successi, tutti di peso. Dopo la clas­sifica generale alla Volta ao Algarve, al Tour de California si è laureato a 20 anni il più giovane vincitore di una corsa World Tour. Sul palco delle premiazioni invece dello spumante gli han­no dato un orsacchiotto, più idoneo vista l’età del baby talento.

Come se non bastasse, il neoprof della UAE Emirates, vincitore del Tour de l’Avenir 2018, nella sua prima corsa a tappe di tre settimane, la Vuelta, ha conquistato tre bellissime tappe, la classifica giovani ed è salito sul podio finale. A Madrid insieme al connazionale in maglia rossa è stato artefice di un momento storico per il ciclismo sloveno e per la nuova generazione di fe­nomeni la cui ascesa è appena iniziata.
Lo avevamo conosciuto nel corso del Giro Rosa, quando con un cartellone disegnato con i pastelli e tanto fiato in gola, macinava chilometri sulle strade d’Italia per incitare la fidanzata Ur­ška Žigart. Lo ritroviamo pochi me­si più tardi, con un palmares ancora più ricco, ma la stessa faccia da bambino terribile, che non vede l’ora di sorprenderci e sorprendersi ancora una volta.

Che voto dai alla tua prima stagione da professionista?
«Da 1 a 10, 9. Si può sempre migliorare ma obiettivamente è stata quasi perfetta. Speravo di andare forte, ma non mi aspettavo di raccogliere tan­to. Mi sono sorpreso tante volte quest’anno, praticamente ad ogni corsa. Dalla prima all’ultima ho imparato qualcosa e sono cresciuto. I successi in Spagna sono stati incredibili, me ne sono reso conto tornando a casa. In Slovenia sono impazziti tutti. Con il Mondiale nello York­shire si conclude un primo capitolo della mia carriera di cui sono orgoglioso e per cui sono grato. Il merito non è solo mio».

Di chi altro?
«In primis della mia famiglia, che mi ha sostenuto fin dal primo giorno. Abitiamo nel piccolo villaggio di Komenda, a 30 minuti di auto dalla ca­pitale Lubiana e a poche ore dal mare Adriatico. Papà Mirko lavora in una fabbrica che produce sedie per ufficio, mamma Marjeta è professoressa alle superiori. Ho una sorella maggiore, Barbara, che ha 28 anni e lavora come ingegnere elettrico; mio fratello Tilen, che ha due anni più di me, frequenta l’università; infine c’è Vita che ha 14 anni e naturalmente studia. A casa so­no tutti molto felici per me, anche se ho sempre meno tempo per stare con loro. Urška è fondamentale, mi capisce e mi dà motivazione, così come Andrej Haup­t­­man (ex professionista e attuale CT della Slovenia, ndr), mio allenatore da quando ero junior, che per me è co­me un padre sportivo. In generale devo dire grazie a tutte le persone che hanno lavorato con me negli anni passati e dal 2019 alla UAE Emirates. Non posso dimenticare i miei amici e i tifosi, il cui affetto è speciale».

Con le vittorie, come sta cambiando la tua vita?
«Il mio stile di vita non cambia, si sta modificando un po’ il mondo attorno a me. Devo rispondere a più domande di prima perché le interviste fanno parte del ciclismo, così come gli impegni con gli sponsor, ma resto quello che sono. Non mi preoccupa che le aspettative su di me crescano, la mia forza è la calma. Non mi piace lo stress, non soffro la pressione e non mi piace arrabbiarmi. Sono uno che lascia scorrere le cose non importanti. Non mi importa troppo se perdo. Capita. Anzi è meglio, mi fa capire quali sono i miei limiti, mi aiuta a capire dove posso migliorarmi. L’unica paura che ho è proprio quella di smettere di migliorare».

Raccontaci la tua prima corsa.
«Fu nel 2008. Arrivai ultimo, quarantesimo su quaranta ragazzi, ma felice. La prima vittoria arrivò solo al secondo an­no. Per me la bici inizialmente è sta­ta un gioco divertente poi è diventata un bello sport e oggi è il mio strumento di lavoro. La passione è rimasta immutata. Il ciclismo oggi è una cosa seria perché è mio dovere migliorarmi e raggiungere gli obiettivi che mi sono po­sto, ma continuo a divertirmi. Da bambino ho cominciato perché un amico dei miei genitori allenava il team giovanile del paese e per imitare mio fratello. Volevo fare tutto quello che faceva lui. Poi lui ha smesso, per fortuna io invece ho continuato. La mia prima bici era di alluminio, verde, di seconda o terza mano ma per me era come se fosse nuova quindi bellissima. Sono le­gato a tutte le bici che ho usato, dalla prima alla Colnago su cui ho la fortuna di pedalare ora».

Come trascorri il tempo libero?
«Soprattutto con Urška, guardando film e cucinando. Mi piacciono gli ham­burger, la pizza e al mattino i pancakes; mi piace cucinare ma Urška è più brava di me ai fornelli. Mi diverto con i videogiochi, ma anche con i classici giochi in scatola. Amo stare all’aperto e fare escursioni a piedi. Pratico ciclocross e mtb, in tv seguo tutti gli sport. Non ho idoli particolari. Il mio film preferito? Faccio fatica a scegliere, mi sono piaciute molto le saghe di Har­ry Potter e del Signore degli Anelli. Per quanto riguarda la musica ascolto spesso Eminem, ma non ho una playlist speciale. Va bene quello che passa la radio».

Se non avessi fatto il ciclista...?
«Chi lo sa. È da così tanto tempo che sono nel ciclismo... Sicuramente avrei continuato a studiare e avrei lavorato ma non ho la più pallida idea in che am­bito. Ho frequentato un istituto mec­canico, poi mi sono iscritto alla fa­coltà di Management sportivo, ma ho lasciato l’università per concentrarmi sulla bici. Forse la laurea avrebbe potuto essere utile per la mia carriera, ma al momento non ho intenzione di ri­mettermi sul libri. Per curare i miei in­teressi mi fiderò dei professionisti che mi circondano».

Come ti chiamano in squadra?
«Nel team in cui ho militato da junior mi chiamavano “Tamao” perché ero il piccoletto del gruppo, ora alla UAE non ho soprannomi particolari. So che il commentatore di Eurosport Italia (Ric­car­do Magrini, ndr) mi ha affibbiato “Pikachu”, forse perché non sapeva pronunciare il mio cognome, ma è un soprannome che non mi piace proprio».

Corse a tappe o classiche?
«Le prime perché sono più portato per sforzi prolungati. Si corrono un giorno dopo l’altro e un giorno dopo l’altro non devi farti staccare. Si deve evitare di perdere e, quando si ha la possibilità, guadagnare. È come in cucina, bi­so­gna conoscere gli ingredienti, sapere i tempi di cottura e rispettarli stando sempre attenti. Vorrei far bene nei grandi giri e ai mondiali. Chi non vorrebbe vestire la maglia iridata?».

Qual è il segreto del ciclismo sloveno?
«Abbiamo un buon sistema per crescere i giovani. Anche in passato avevamo buoni atleti, ma avevano meno occasioni per entrare a far parte di squadre WorldTour e correre ad alti livelli. I ri­sultati che stiamo raccogliendo danno morale, ci spronano l’uno con l’altro a migliorarci e avvicinano i bambini a questo sport».

Che rapporto hai con Roglic?
«Buono. Lo ammiro, è un bravo ragazzo. Spero un giorno di diventare forte come lui».

O anche di più.
«Certo, batterlo non sarebbe ma­le» sorride, arrossendo.

Se avessi una bacchetta magica, quale problema risolveresti?
«La fame nel mondo e l’inquinamento».

Ti interessi di politica?
«No».

Sei credente?
«Sono cristiano, non praticante. Credo in Dio ma non nella chiesa».

Cosa sogni per il tuo futuro?
«Vorrei ripagare il ciclismo delle tante emozioni che mi sta regalando, fare qualcosa per i giovani».

A 21 anni appena compiuti pensi già a chi verrà dopo di te?
«Sì. Perché vi stupisce? Chiaramente nel frattempo vorrei anche crearmi una famiglia e ottenere dei buoni risultati».

da tuttoBICI di ottobre

Copyright © TBW
TUTTE LE NEWS
All'Italian Bike Festival 2025 di Misano, Gregario ha lanciato sul mercato un'innovazione mondiale: VERA, il primo telaio monoscocca che viene realizzato veramente su misura del cliente. Gregario è una bike-tech...

Vito. Semplicemente Vito. E se la bicicletta è prodotta dalla Guerciotti Vito non può che essere il nome di Di Tano, indimenticato fuoriclasse del cross, due volte campione del mondo...

Julbo, storica azienda fondata nel lontano 1888 da Jules Baud, continua da anni a convincere anche in ambito ciclistico, merito sopratutto della preziosa collaborazione con il team World Tour Groupama-FDJ....

A Italian Bike Festival, tra appassionati, innovazione e passione per le due ruote, Maurizio Fondriest ha presentato ufficialmente l’equipaggiamento con cui affronterà la prossima edizione della Gravel Burn, una delle...

Polini Motori è presente all'Italian Bike Festival con il meglio della propria tecnologia, portando in esposizione la gamma di motori elettrici GP, ST e MX, progettati per offrire prestazioni elevate...

Nell’anno in cui taglia il traguardo dei 140 anni di storia, Bianchi celebra il fondatore Edoardo Bianchi con la Founder Edition, una collezione esclusiva di 85 modelli Oltre RC e...

R5, un numero ed una lettera per dare un nome ad una bici che è già leggenda. Amatissima da professionisti e amatori evoluti di tutto il mondo, arriva oggi la...

Bianchi inaugura la sua nuova era e lo fa all’Italian Bike Festival di Misano,  dal 5 al 7 settembre 2025. Nello stand C3,  il marchio più storico del ciclismo mondiale presenterà la...

Al prossimo IBF i riflettori saranno puntati anche sulla nuovissima Merida Scultura Special Edition, una bici da corsa resa unica da una esclusiva e particolare tecnica di verniciatura. In questo...

Il marchio di abbigliamento ciclistico premium Pas Normal Studios è orgoglioso di annunciare il lancio ufficiale della sua esclusiva collaborazione con il leggendario produttore italiano di biciclette Colnago: Pas Normal...

La S-Works Levo 4 LTD ha solo un compito, sa farvi innamorare al primo sguardo. Colpo di fulmine o no, con questa innovativa ed invidiata e-MTB Specialized ha ridefinito il...

Pinarello lancia oggi sul mercato la nuova serie F, una gamma completamente aggiornata di biciclette rivolte a ciclisti focalizzati sulla performance e sulla tecnologia. In questo preciso segmento l’esperienza di...

Da oggi sarà possibile personalizzare la nuova Pinarello Dogma GR così come le altre due regine di casa, ovvero Dogma X e Dogma F. A rendere possibile tutto questo ci...

Quella che in breve è diventato un modello iconico per Prologo cambia pelle e viene prodotta oggi anche in una versione 3D, un passo che porta questa sella ad un...

Cambiano i tempi e dopo aver detto addio a cerchi bassi e pneumatici stretti, sembra di vedere oggi più apertura verso i nuovi standard proposti dalle case costruttrici. La proposta...

Come si può migliorare ancora qualcosa che è gia molto buono? Shimano presenta le nuove tacchette SPD CL-MT001 a due viti, il primo grande aggiornamento della piattaforma SPD in quasi...

In questi giorni EthicSport lancia ufficialmente MaltoShot® Endurance PLUS, un nuovo gel energetico in grado di offrire energia a rilascio prolungato, una formulazione innovativa che prevede la presenza di ben 5 fonti...

Dovremo aspettare l’Italian Bike Festival di Misano ( 5-7 settembre ) per vedere una preview più abbondante della nuova collezione FW2025 di Q36.5, ma giù in questi giorni il marchio...

Molti preferiscono il gilet, ma questo capo rende di più e ha un raggio d’azione nettamente più ampio. Ecco a voi l’Equipe RS Shell Jersey S11 di Assos, un capo...

Il marchio americano Chamois Butt’r, leader nei prodotti anti-sfregamento per ciclisti e atleti di endurance, è una delle ultime aziende portate in Italia da  Ciclo Promo Components. Nell’ampio catalogo spiccano prodotti...

Credo che nessuno di noi riesca ad uscire senza una chiave multiuso in tasca, anche perché senza non si potrebbero fare operazioni semplicissime come rimuovere una ruota o regolare il...

Campagnolo celebra i 100 anni di DRALI e lo fa completando la bellissima Iridio con il nuovo gruppo Super Record 13. Qualità, meccanica avanzata, storia e molto altro accomunano questi...

Colnago, bici ufficiale de La Vuelta, presenta oggi la Colnago C68 Rossa, un capolavoro nato dall'incontro tra la rinomata creatività italiana e la grande tradizione - 70 anni celebrati nel...

Rapha svela oggi la nuova collezione in edizione limitata per celebrare il decennio del Rapha Cycling Club (RCC) e lo fa con una vera esclusiva, ovvero una collezione disponibile...

VIDEO TEST
ALTRI VIDEO DI TEST




di Giorgio Perugini
In casa UVEX il look ultra-sportivo e le migliori tecnologie disponibili per gli occhiali danno vita ad una collezione di...
di Giorgio Perugini
Fa caldo? Troppo? Dall’asfalto si elevano solo fiamme ma voi desiderate più di ogni altra cosa uscire in bici? Attrezzatevi...
di Giorgio Perugini
Per le giornate più calde un cycling kit leggero e dotato di massima traspirabilità fa la differenza? La risposta è...
di Giorgio Perugini
Potremmo senza dubbio definirlo il kit più veloce prodotto da Castelli ed è quello con cui il team Soudal Quick-Step...
di Giorgio Perugini
Ieri è sta una giornata prestigiosa per il Team Lidl-Trek, vincitori al Tour de France con un velocissimo Jonathan Milan...
di Giorgio Perugini
Con il modello CGO009 Tenways va ben oltre quello che si intende per e-bike urbana, infatti, si tratta di un...
di Giorgio Perugini
La forcella su una gravel, la stravolge? La rende più comoda ed efficace? Oppure la appesantisce e basta? Le domande...
di Giorgio Perugini
Fizik, brand capace di scrivere pagine importantissime nel ciclismo di oggi con selle e scarpe diventate in breve oggetti di...
di Giorgio Perugini
Sia chiaro, questa non è una guerra al tubeless, ma testare una copertura per camera d’aria di altissima gamma come...
di Giorgio Perugini
Santini introduce nel mondo dell’abbigliamento da ciclismo la tintura in capo, una tecnica largamente diffusa nella moda che permette di...
di Giorgio Perugini
La 785 Huez è la bici tuttofare di casa Look, un modello nato per chi desidera confrontarsi con sé stesso...
di Giorgio Perugini
Le ruote Sharq di Fulcrum, frutto di tantissima ricerca aerodinamica e di un nuovo approccio alla  progettazione, sono un prodotto...
di Giorgio Perugini
Se desiderate una bici gravel con cui cominciare a vivere questa specialità in lungo e in largo nel nostro paese...
di Giorgio Perugini
Occhiali o lenti a contatto? Un bel dilemma per il quale si potrebbero spendere davvero molte parole, anche se la...
di Giorgio Perugini
Se non siete alla ricerca di una scarpa votata all’agonismo esasperato nel fuoristrada, la nuova Fizik Terra Ergolace GTX è...
di Giorgio Perugini
È difficile nel nostro settore trovare un prodotto che goda di ampi consensi come accade per la Pinarello Dogma F,...
di Giorgio Perugini
È innegabile, le giornate si stanno allungando, le classiche di primavera sono dietro l’angolo e la voglia di rimettersi sui...
di Giorgio Perugini
Il dilemma resta sempre lo stesso, meglio un casco aero o un casco ventilato? Purtroppo una riposta sola non esiste,...
© 2018 | Prima Pagina Edizioni Srl | P.IVA 11980460155
Pubblicità | Redazione | Privacy Policy | Cookie Policy | Contattaci

[X] Il nostro sito web utilizza i cookies (piccoli file salvati sul tuo hard disk) per migliorare la navigazione, analizzare l'accesso alle pagine web e personalizzare i propri servizi. L'utente è consapevole che, se esplora il nostro sito web, accetta l'utilizzo dei cookies.
Per maggiori informazioni consulta la nostra privacy policy