I PIU' LETTI
FORMULA FORMOLO
di Giulia De Maio | 04/08/2019 | 07:41

Se ti chiamano Roccia, non puoi mostrarti debole. Le aspettative portavano Davide Formolo a lavorare tanto, troppo, per non deluderle. È il nuovo Ivan Basso? Una promessa per le corse a tappe? Anche nelle Classiche però se la cava... Di lui è stato detto di tutto. L’Italia cerca così disperatamente un erede a Vincenzo Nibali che forse ha caricato di pressioni eccessive un buon giovane corridore che aveva semplicemente bisogno di trovare la sua dimensione, tra il desiderio di es­sere competitivo nel corso delle tre settimane e la strada che finora lo ha premiato più nelle prove in linea. La vita del corridore non gli è mai pesata, l’ha sempre svolta con cura estrema. Se il preparatore chiede 100 in allenamento, lui è uno che dà il 120%. Dopo un Giro d’Italia deludente, in primis per lui, ha staccato la spina per ritrovarsi forte come non mai al Cam­pio­na­to Italiano. Finalmente ha capito che il riposo è parte integrante della preparazione e che in questa vita frenetica, ogni tanto, una giornata di relax è più utile di una in sella.

Sul circuito di Compiano, già teatro della vittoria di Francesco Moser nel 1981, è riuscito a conquistare la gara che qualunque ciclista sogna fin da bambino. Per un giorno ha corso a briglia sciolta, senza aspettarsi chissà che da se stesso. In fondo nei giorni precedenti non si era allenato così tan­to, era uscito spesso a cena, era andato persino al mare.

«Sono davvero felice di aver coronato questo sogno, non me l’aspettavo. Non così, non oggi, non con questo av­vicinamento. Dopo la corsa rosa, ho staccato totalmente. La stagione è mol­to lunga, per arrivare competitivo fino al Lombardia avevo bisogno di ricaricare le batterie. Per il programma che avevo in testa pensavo di do­ver sacrificare questa gara, invece è sta­ta una giornata perfetta. Ci sono arrivato con parecchie ore in bici ma senza tanti pensieri né lavori specifici. Il “motore” l’ho riacceso soltanto tre giorni prima della sfida tricolore, quattro serie da 40-20 e mi sembrava di morire. Eppure... Sentivo la corsa, ero convinto che le gambe per stare con i migliori le avrei avute, ma fossimo ar­rivati in volata sarei stato di certo battuto. Che caldo faceva, saranno stati 40 gradi. Non avevo troppi riferimenti ma sapevo che avrei dovuto inventarmi qualcosa. Ho provato ad anticipare, o la va o la spacca, è stata la mossa vincente. Così è la vita. Ti alleni tantissimo e non ottieni niente, poi magari ti ri­posi, arrivi più rilassato e ti viene tut­to facile» racconta il ventiseienne veronese della Bora Hansgrohe con la ma­glia tricolore bagnata dallo spumante.

In conferenza stampa, al tavolo con i battuti che lo guardano con una sana invidia, spiega il valore di questo simbolo che porterà indosso per i prossimi dodici mesi: «La maglia tricolore è il sogno più concreto che fin da bambino puoi realizzare. In tv guardi il Giro e il Tour, che potrai correre solo da professionista, mentre la sfida tricolore ti si propone ogni stagione fin dal­le categorie minori. Ricordo quando da ragazzino venivo convocato dalla rappresentativa regionale veneta, la settimana prima iniziavo a pulire la bici perché fosse perfetta. Raggio per raggio, usavo i cotton fioc per togliere ogni residuo tra una maglia e l’altra della catena, doveva brillare. Que­sta volta quando sono scattato speravo di avere un po’ di compagnia, ma ben presto sono rimasto solo e allora ho deciso di tirar dritto. Mi sono detto: faccio il mio ritmo finché riesco. Pen­sa­vo mancassero quattro tornate, quando ho visto il cartello dei meno 3 mi sono rincuorato e ho deciso di tentare il tutto per tut­to. Il ri­schio era di scoppiare, invece sono riuscito ad arrivare al traguardo tutto so­lo. Che bello».

Davide ha sempre avuto nel cuore questa corsa, era già arrivato secondo da Under 23 e al primo anno da professionista, in Trentino nel 2014 si era dovuto inchinare al solo Vincenzo Nibali. Sulle strade dell’Alta Val Taro ha realizzato un’autentica impresa, per la qua­le la maglia tricolore è la degna ri­compensa. Ben spalleggiato da Oscar Gatto e Daniel Oss, Formolo è andato all’attacco a cinque giri dalla conclusione (man­cavano 60 chilometri) con altri sei uomini, li ha staccati uno ad uno e nelle ultime tre tornate ha fatto tutto da solo. Ha pedalato per oltre trenta chilometri con un vantaggio oscillante attorno ai trenta secondi, il plotoncino dei migliori si è avvicinato fino a 10 secondi, ma lui ha rilanciato, approfittando dell’attendismo degli avversari e lo hanno rivisto solo al traguardo. Die­tro hanno lavorato la Neri Sottoli (so­prattutto con Gabburo) per Vi­sconti, la Bahrain Merida (con Nibali prima e Pozzovivo poi) per Colbrelli e la UAE Emirates (bravo Aru) con Ulissi ma nessuno ha trovato il coraggio di dare continuità all’azione e quindi il sogno dell’inseguimento è sfumato. In volata, poi secondo posto per Colbrelli e terzo per Bettiol, che già era stato secondo nella crono tricolore, e ha lo stesso procuratore di Formolino. Mauro Battaglini dopo il traguardo è raggiante. «Capite perché mi era venuto un infarto? Trop­pe emozioni» scherza mentre vede i suoi ragazzi salire sul podio dopo che uno quest’anno gli ha già regalato la vittoria del Giro delle Fiandre e l’altro, prima di questa fantastica maglia, era giunto secondo alla Liegi Bastogne Lie­gi. La sua corsa dei sogni.

Tagliato il traguardo di Compiano a braccia alzate, ha subito cercato la mo­glie Mirna per darle un bacio appassionato in favore di telecamere, degna ri­compensa per chi gli sta accanto nella buona e cattiva sorte. «Ora mi concederò un paio di giorni tranquilli con lei a Monaco, dove viviamo. Due anni fa ha frequentato un corso di pasticceria, le piace stare ai fornelli. Visto che devo restare in linea abbina i piatti più sfiziosi a quelli più salutari, proponendo delle ricette light da leccarsi i baffi. Fa una cheesecake proteica nella quale la ricotta prende il posto del mascarpone e la stevia rimpiazza lo zucchero. È un vero spettacolo, potremmo festeggiare con quella e un bel bicchiere di vino della mia Valpolicella».

All’arrivo c’erano anche mamma Marina e papà Livio, comprensibilmente commossi per la gioia del loro bambino che ormai è diventato uomo. Loro sanno meglio di chiunque altro quanta strada ha dovuto percorrere per arrivare fin qui.
«Fin da piccolo amo stare a contatto con la natura, mi piaceva aiutare il non­no nei campi, la bici ha rappresentato prima un gioco poi un mezzo per andare in giro, divertirmi e sfogare il mio agonismo - racconta Davide riavvolgendo il nastro della memoria. - Ogni domenica papà usciva a divertirsi con gli amici, alla mattina in bici e al pomeriggio in windsurf sul Lago di Garda. Ricordo benissimo la mia prima bici, sarà durata una settimana (ride, ndr). Era di acciaio, viola, di ottava mano, vecchia e tutta arrugginita però bellissima. La prima gara a 7 anni, ero agitatissimo perché finalmente facevo sul serio, dopo aver passato anni ad assistere alle corse di mio fratello maggiore Jonathan che al pomeriggio riproponevo nella strada sotto casa con la fantasia, non avendo ancora l’età per gareggiare. Quel giorno ho attaccato il nu­me­ro e mi sono detto “ora davvero sono uno del gruppo”. Una bella emozione, come la prima corsa da professionista».

Questa giornata perfetta rappresenta un riscatto per la delusione rosa, che ancora gli brucia. Al Giro ci è arrivato lanciato dal bel secondo posto alla Lie­gi, ma ha raccolto poco: due terzi posti di tappa, 15° nella generale. «La delusione la devo ancora mettere via, ma la stagione è lunga e la vita, speriamo, ancora di più. Non posso essere felice del mio Giro d’Italia, non è andato per niente bene, dopo due top ten puntavo a migliorarmi e invece non sono mai stato della partita per la classifica generale. Ho avuto problemi con il piede sinistro, con il tallone. Dopo 10-15’ minuti di sforzo, non sentivo più la gamba, non riuscivo a spingere più di 300 watt. Stiamo lavorando con Specialized per risolverlo, ho provato diverse scarpe, ho cambiato la posizione in bici alzandola e indietreggiando, tornando un po’ all’antico. Sono ancora molto rammaricato per la mia prestazione nel corso delle tre settimane rosa, ma è ora di guardare avanti e questa maglia mi aiuta a farlo. A volte si parte con tante ambizioni e per stupidate non si raccoglie niente, altre vai senza troppe aspettative e porti a casa il massimo. Nella grandi corse a tappe finora mi è mancata un po’ di solidità e tranquillità per rendere al meglio. Questa cosa di essere lì lì per esplodere mi è pesata nella te­sta. Mi è mancato sempre poco. Co­me quando annusi il profumo del barbecue, ma poi non mangi. Ci resti ma­le. Spero che questo risultato mi tranquillizzi definitivamente a livello mentale. Al Giro ero stressato. Ero giù. Faccio un lavoro che mi piace da matti e ho davvero tanta voglia di arrivare. Forse non lo faccio vedere, ma questa foga mi fa vivere più stressato di quanto dovrei».

Davide vince poco, ma quando lo fa è sempre da lontano. E quando parte, non lo vedi più. Così accadde quattro anni fa a La Spezia, al Giro 2015, quando andò a conquistarsi il primo successo da prof; così è successo anche la scorsa primavera quando ha centrato la tappa di Barcellona alla Volta Ca­ta­lunya. Dopo la maglia tricolore, Roccia è pronto a vestire quella azzurra alla preolimpica sul percorso dei Giochi di Tokyo 2020 quindi lo aspettano Tour de Pologne e Vuelta a España.
«Il ciclismo è imprevedibile. Stiamo sempre a guardare il contachilometri, a vedere i numeri come vanno. Se sono alti vai bene, se bassi vai male... Certo, devi averli, ma non sono tutto. L’importante è non mollare, continuare e non demordere. E prima o poi si raccoglie. A me è successo a Compiano il 30 giugno. Quando fai tanti sacrifici e le cose non girano come vorresti, capita che ti chiedi se ne vale la pena. Do­po il Giro, che avevo preparato senza lasciare nulla al caso e passando lunghi periodi in ritiro in altura, me lo sono chiesto. Poi arrivano giornate così che in un amen ti rimettono in bolla. Il ciclismo è uno sport di sofferenza, non di numeri. I numeri, ribadisco, sono solo la conseguenza. Quando attacchi il numero sulla schiena devi dire “che bello, oggi vado a soffrire, ad ammazzarmi”. Se invece parti stressato, non si va da nessuna parte. E per avere voglia di soffrire, devi essere felice. Voglio continuare a fare tutto con il sorriso. Senza pensarci troppo. Con molta leggerezza. Questa maglia incarna la passione per lo sport che amo e la fierezza di rappresentare il mio Paese. Sarà un orgoglio portarla in giro per il mondo».

da tuttoBICI di luglio

Copyright © TBW
TUTTE LE NEWS
L’inconfondibile design italiano e i capi di alta qualità di Bianchi Milano tornano con una veste rinfrescata e nuove colorazioni per la collezione Spring Summer 2024. Dopo aver...

L’inconfondibile gabbia prodotta da Ceramicspeed si rifà il trucco e si presenta più rigida e aerodinamica che mai. In accoppiata la rinomata azienda può fornire ora nuove pulegge e una...

Metti insieme la metodologia Body Geometry e la rivoluzionaria stampa 3D Mirror ed il gioco è fatto, ecco a voi la nuova Sella S-Works Phenom di Specialized progettata e scientificamente...

Sono le ali per volare e inseguire un sogno. Sono ali azzurre e nere, con il tricolore e fregi d’oro; come la loro visione onirica. Loro sono i ragazzoni del...

SCICON dal lontano 1980 protegge la vostra bici mentre viaggiate e lo fa alla grande, una missione che ha reso questa azienda leader nel mercato. Da quei tempi il reparto...

Gravel e bella stagione sono un connubio esplosivo, del resto, come si può resistere all’esplorazione di nuovi sentieri quando la primavera scuote la natura? La nuova collezione Off Road Gravel...

Continua la bellissima collaborazione tra Fizik e il Team Movistar, uno dei migliori team professionistici al mondo. Oggi ogni singolo atleta ha a disposizione una calzatura dell’intera collezione dedicata al...

Nel corso della conferenza stampa organizzata dalla Regione Emilia-Romagna in occasione dei 100 giorni che ci separano dall'arrivo del Tour de France 2024 a Bologna, seconda tappa della grande manifestazione...

Garmin annuncia la campagna promozionale che fino al 5 maggio offre la possibilità di cambiare il vecchio ciclo-computer di qualsiasi brand ricevendo uno sconto che può arrivare fino a 170...

Gli specialisti di Topeak, marchio distribuito in Italia da Ciclo Promo Components, hanno appena presentato il nuovissimo portaborraccia Feza Cage V1, un elemento raffinato e leggero, perfetto per chi cerca accessori...

Internazionali d’Italia Series e Ciclo Promo Components, di nuovo. Il più importante circuito di Cross Country italiano è da sempre alla ricerca di una sinergia duratura con sponsor di alto...

Aumentano le ore di luce, aumentano le temperature ed aumenta la voglia di pedalare…un autentico sillogismo! La primavera è appena cominciata e Cipollini la celebra con un bellissimo Art Frame...

Q36.5, il marchio italiano di abbigliamento per il ciclismo, ha siglato un importante accordo di collaborazione con Haute Route, come partner tecnico degli eventi 2024. La collaborazione, annunciata oggi, vedrà...

Scicon Sports è lieta di presentare ufficialmente il suo nuovo logo, un simbolo straordinariamente innovativo che segna l’inizio di una nuova fase di eccellenza per l’Azienda. La nuova identità si...

Il dispositivo Body Rocket applicato alla bici prende misurazioni dirette della forza dai sensori posizionati in tre posizioni sulla bicicletta (pedali, reggisella, manubrio) con una elevata precisione misurando la resistenza...

Daniel Oss dopo quindici anni di onorata presenza nel mondo professionistico su strada comincia una nuova avventura e loro fa nel gravel sempre a fianco di Sportful. Il noto ambassador...

Appuntamento da non perdere sabato per appassionati di sport, studenti di scienze motorie e addetti ai lavori con il 10° convegno del Centro Ricerche Mapei Sport. Il 23 marzo presso l’Hotel Double...

Dal Team Thömus Maxon a Commençal Les Orres, passando per Buff-Megano e Soudal-Lee Cougan la sostanza cambia davvero poco e racconta di atleti Northwave pronti a scrivere la storia della...

La maglia unisex Ombra è una delle ultime novità della nuova collezione Primavera/Estate 2024 di Santini, ancora una volta frutto della collaborazione con Polartec®, il brand americano leader nella produzione...

In un mercato in cui è sempre più difficile distinguersi, Repente - giovane marchio italiano che produce selle di grande qualità - ha trovato la propria strada realizzando prodotti esclusivi...

Versatile, ergonomico ma anche innovativo e regolabile, ecco a voi il nuovo Modular Cockpit di Fara Cycling, una bella sorpresa presentata dalla poliedrica azienda norvegese. Dietro le forme uniche di...

Quest’anno Vingegaard, Kuss e Van Aert utilizzeranno la monocorona, una soluzione che diviene sempre più apprezzata. Mentre per il tuttofare Van Aert  è una conferma, l’opzione scelta da due forti...

Con questo obiettivo, nel 2019 è nato il progetto Machining Meets Cycling by CERATIZIT: lo sviluppo di programmi specifici focalizzati ad attrarre talenti e valori dal mondo dello sport al...

Gli allenamenti indoor sono sempre più apprezzati dagli appassionati ed il merito è anche di piattaforme come BKOOL, una piattaforma online che fornisce piani di allenamento utilissimi e sedute virtuali...

VIDEO TEST
ALTRI VIDEO DI TEST




di Giorgio Perugini
Audace, moderno ma anche incredibilmente protettivo e versatile, ecco in poche parole cosa mi trasmette l’occhiale Kosmos PH di Limar,...
di Giorgio Perugini
I caschi sono tutti uguali? Certo che no e questo è un aspetto su cui più volte abbiamo cercato di...
di Giorgio Perugini
Da sempre in casa Trek la parola Madone ha un solo sinonimo ed è “velocità”. La nuova Madone SL 7...
di Giorgio Perugini
Laddove C sta per Carbonio e congiunzioni (anche se oggi dobbiamo parlare di parti), Colnago, Cambiago e Classe c’è anche...
di Giorgio Perugini
Se siete alla ricerca di un winter kit adeguato per pedalare in questo inverno, le proposte di Q36.5® vi daranno...
di Giorgio Perugini
Temevamo un arrivo repentino del freddo e così è stato, ora fuori le temperature sono scese molto e negli ultimi...
di Giorgio Perugini
Desiderate un’esperienza di ascolto ottima anche mentre correte o pedalate? Niente di più facile con le cuffie a conduzione ossea...
di Giorgio Perugini
Per molti amanti del gravel arriva la parte della stagione che regala emozioni forti, infatti, la natura che si appresta...
di Giorgio Perugini
Siamo a novembre e in alcune regioni d’Italia si registrano ancora temperature superiori ai 25°C, una situazione surreale che però...
di Giorgio Perugini
Leggerissime e rigide, ma anche veloci e incredibilmente scattanti, insomma, un set di ruote di livello incredibile alla portata di...
di Giorgio Perugini
Al celebre marchio francese Café du Cycliste non mancano certo stile ed inventiva, del resto, basta sfogliare le pagine della...
di Giorgio Perugini
Scegliere la ruota giusta oggi è complicato, soprattutto se siamo soliti affrontare percorsi misti in cui pianura, salita e discesa...
di Giorgio Perugini
Una cosa è certa, oggi grazie a geometrie molto spinte e al sapiente uso della fibra di carbonio le aziende...
di Giorgio Perugini
C-Shifter è l’ultimo nato dalla nobile famiglia Shifter di Bollé, un occhiale ad alte prestazioni dotato di ottiche sopraffine che...
di Giorgio Perugini
Adidas si è immessa con forza nel ciclismo, un’azione che permette di trovare il celebre marchio a tre strisce sia...
di Giorgio Perugini
Avete in tasca pochi denari e cercate un casco nuovo? Limar Maloja sarà la vostra sorpresa per l’estate 2023! Limar,...
di Giorgio Perugini
Giro Sport Design crede in maniera forte al progetto Aries, tanto da metterlo nella condizione di scalzare il modello Aether,...
di Giorgio Perugini
L’iconico pantaloncino da gara prodotto da Assos, l’Equipe R, viene completamente rivisto e rilanciato riprendendo molti concetti iper sportivi che...
© 2018 | Prima Pagina Edizioni Srl | P.IVA 11980460155
Pubblicità | Redazione | Privacy Policy | Cookie Policy | Contattaci

[X] Il nostro sito web utilizza i cookies (piccoli file salvati sul tuo hard disk) per migliorare la navigazione, analizzare l'accesso alle pagine web e personalizzare i propri servizi. L'utente è consapevole che, se esplora il nostro sito web, accetta l'utilizzo dei cookies.
Per maggiori informazioni consulta la nostra privacy policy