Rapporti&Relazioni
Tinta unita

di Gian Paolo Ormezzano

La domanda è questa, ed è più che una domanda: possibile che i ciclisti debbano continuare a gareggiare vestiti in maniera buffa, che esalta (insomma…) anche il loro procedere gof­fo giù di bici, per via delle scarpette che li obbligano a camminare co­me sulle uova? Guardiamo in­sieme un gruppo di ciclisti, al via di una tappa del Giro d’Italia co­me della Maratona delle Dolomiti come della sfida amatorialissima da campanile a campanile. Cal­zon­cini niente “ini” e molto stretti, un po’ da paggio un po’ da topo d’al­bergo; colori minerali, arroganti specialmente sulle magliette; tessuti assai acrilici, da crepitio con scin­tille se strofinati in una stanza buia; berrettini da scemo del villaggio; ridicoli persino i guanti con mezzo dito. L’insieme è desolante, scoraggiante, ammosciante. Fa­reb­be ridere, vestito così, anche Brad Pitt, impossibilitato a suscitare qualche altra reazione anche dentro la donna più brutta e assatanata del mondo. George Clooney sem­brerebbe un clown di un po­ve­ro circolo di periferia. Passando al ciclismo femminile, anche An­ge­lina Jolie, se vestita così, avrebbe dei problemi per continuare ad ap­parire sexy o quanto meno ap­petibile.

Ne abbiamo già detto, su questa rubrica, di passaggio o se preferite “di striscio”, come si esprimono og­gi i giovani. Ma stavolta vogliamo rischiare affrontando, insieme con il tema, l’ira probabilissima dei ciclofili, affezionati magari a queste divise. E prima di andare avanti ricordiamo uno splendido quadretto dipinto da Carlin, cioè Carlo Bergoglio, cioè un grande giornalista-pittore reso famoso so­prattutto dal ciclismo (Guerin Spor­tivo e Tuttosport). È raffigurata da un artista appassionato e in­na­morato dello sport in questione la partenza di una Milano-Torino del primo dopoguerra, i ciclisti in­dossano di­vise cromaticamente in­teres­santi, cattivanti, però le ma­gliette sono in tinta unita, al massimo bicolori (bianco e celeste, ad esempio: l’ac­costamento vi dice qualcosa?). C’è il felice sospetto che siano tutte di lana, o di un mi­sto lana-cotone. L’insieme è dolce, tenero, e intanto non troppo arcadico, nel senso che si annusa co­munque la battaglia imminente. Le poche scritte degli sponsor, quasi tutti industriali della bicicletta, si ve­dono assai be­ne. Anche dal pun­to di vista della resa cromatica e non solo, il risultato è ottimo. Ac­costata ad una omologa immagine di oggi, la partenza di quella Mi­la­no-Torino è insieme più forte, più tenera, più poetica, più pratica.
Già, oggi. Colorati spesso anche i pantaloncini, e se neri coperti di scritte cromaticamente forti. Le magliette poi sono tutte arlecchinesche: di base e di scritte sovrapposte ai colori di fondo. Un patchwork spesso ridicolo, sempre comico. E tale da conseguire, ai fi­ni pubblicitari, l’effetto opposto a quello voluto dagli sponsor: non si legge bene niente, non si capisce cosa il ciclista reclamizza.

Si dirà che ci sono tanti sponsor, perché ci vogliono tanti soldi e le spese devono essere suddivise, e dunque le scritte debbono risaltare in spazi ridotti, fare a pugni fra di loro per ap­parire al meglio, al mas­simo consentito. Vero, ma pen­siamo che allo sponsor, non essendo lui un cretino, una offerta di spazi dove le scritte risaltino me­glio, e in maniera non caotica, ar­rogante e intanto fredda, do­vrebbe interessarli. Scritte brevi, secche, in un colore che risalti sul colore unito di base: e dunque ma­glietta monocromatica di suo, non policromatica e messa insieme con due, tre, quattro tinte diverse di un tessuto fra l’altro antipaticamente sintetico.

L’arlecchinismo attuale è stato co­mandato dalla televisione a colori incipiente, in maniera repente e idiota. Si è pensato di fare colpo facilmente. E allora avanti con i colori forti e le scritte insistenti, tante poi per via della raccolta di sponsor tutti piccoli, e dunque da collezionare in grande numero onde ottenere da tutti insieme un contributo valido.
Davvero sembra che qualche de­monietto burlone si sia divertito a rendere goffo esteticamente il ci­clismo pedalante, quasi per sottolineare, evidenziare, ridicolizzare il suo presunto anacronismo rispetto a tempi comodi e motorizzati, ri­spetto a tanto sport che fa sudare poco e fa guadagnare molto. Tor­na­re indietro significa ammettere di essere stati presi in giro, sia pu­re senza cattiveria esplicita, voluta? Pazienza, specie per i cicloamatori contagiati dalla brutta mo­da.
Offriamo due diciamo controprove per far capire la situazione.
Si pensi a ciclisti che vanno dal ca­po dello stato, dal pontefice, in qual­che consesso solenne. Altri sportivi possono tranquillamente andarci con la loro divisa da gara, che appare guerriera, affascinante. I ciclisti, se ci vanno vestiti da ci­clisti, rischiano di far ridere.

Si pensi ad una donna, una ragazza: più facile che sia gentile, dolce, affettuosa con un atleta vestito da ciclista o con un atleta vestito da atleta? In altre parole, un maratoneta anche se disfatto dalla fatica è sexy, un ciclista anche se reduce da una discesa col vento in faccia è pagliaccesco. E non vogliamo neppure pensare ad una donna vestita da ciclista accanto anche soltanto ad uno Stefano Accorsi…
Siamo brutti e cattivi e impietosi e iconolastici e blasfemi? Un poco, lo ammettiamo, ma pensiamo che sia necessario. Altra controprova: pensiamo a Fausto Coppi e Gino Bartali in gara vestiti come i ciclisti di adesso. Siamo sicuri che ci piacerebbero? E che nessuno ci dica che le divise attuali sono intonate alla pratica, alle esigenze aerodinamiche oltre che pubblicitarie. Si­cu­ramente esiste il modo di progettare una bella maglia a tinta unita, tinta anche forte per la televisione, e di sistemarci sopra ogni scritta senza passare all’effetto-Arlecchino. Sicuramente esiste il mo­do di vestire il ciclista più da atleta e meno da manichino,da clown per un circo sadico e irriverente e becero della fatica.
E adesso aspettiamo insulti. Co­lo­ra­tissimi.

Copyright © TBW
TBRADIO

00:00
00:00
Intorno ai 35 anni raggiungiamo il nostro picco di crescita, a seguire nel nostro organismo si riduce la sintesi di alcuni ormoni. Un evento fisiologico che avviene sia negli uomini che nelle donne, se pur con differenze tra i due generi,...


Pinarello e INEOS Grenadiers continueranno a pedalare insieme nel solco di una collaborazione che ha contribuito a creare alcuni dei momenti più memorabili nel ciclismo. Insieme sin dalla nascita del team nel 2010, Pinarello ha rappresentato per il team molto più di...


Dalla corona in carbonio alla cassetta in titanio passando per i cuscinetti del movimento centrale con sfere in ceramica: l’upgrade ULTRA del nuovo gruppo Campagnolo si rivolge a un ciclista ultra-esigente che saprà apprezzare la massima espressione della meccatronica applicata...


Diversi anni fa affrontare l’inverno in bici richiedeva tanto coraggio, altro che storie. I materiali con cui potevamo fronteggiare il freddo, la pioggia ed il ghiaccio erano piuttosto deboli, ma oggi le cose sono fortunatamente cambiate. Le nuove scarpe Celsius...


Sono 40 anni che Look rivoluziona il mercato con pedali che hanno fatto la storia, un processo che non conosce sosta e trova oggi come massimo interprete il nuovo Keo Blade, un pedale che è arrivato in breve alla sua...


Thermobooster P1 di Assos è un capo davvero innovativo, infatti, altro non è che un laser termico ultra-versatile da utilizzare nelle più diverse situazioni. SI indossa sotto una maglia estiva nelle prime giornate fresche, oppure sotto una giacca nelle giornate più...


Le scarpe Vaypor SL di Bont sono a mio avviso non solo un prodotto iconico che permette al marchio australiano di essere conosciuto int tutto il mondo, ma si sono rivelate nel lungo test condotto fino ad oggi una vera...


Colnago celebra con orgoglio la vittoria di Florian Vermeersch ai Campionati del Mondo Gravel UCI 2025, disputati nei Paesi Bassi. Il corridore belga ha conquistato il titolo in sella alla Colnago G4-X, confermando le doti di performance, equilibrio e affidabilità...


E’ da gli anni ’90 che Vision innova con prodotti fortemente aerodinamici ed erano gli anni in cui l’azienda, considerata già allora pionieristica, si concentrava su componenti orientati al miglior coefficiente aerodinamico e alla riduzione del peso. Poi sono arrivati...


Oggi Trek ha aggiunto una nuova verniciatura alla sua collezione Project One ICON: Gamut, una combinazione di colori vivaci e multicolori che sarà la combinazione ufficiale del team di triathlon Trek Factory Racing ai Campionati mondiali Ironman 2025 a Kona....


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024