Scripta manent
di Gian Paolo Porreca

C’è ancora, ad una nuova primavera, deo gratias, un ciclismo che ci ispi­ra. E che si conferma, di sen­ti­menti validi, e non solo banal­men­te buoni. Se questo sport l’ab­bia­mo eletto come massima inter­pre­tazione in terra di una ideale fan­tasia, di un sogno ad occhi chiari, le vicende in tem­po reale di Nicola D’Andrea e Leon Van Bon, giun­gono pun­tuali a confermarcene la verità.

Nicola D’Andrea, detto “Nick”, 25 anni ad ot­to­bre, è un giovane profes­sionista casertano, di San Nicola la Strada, che gareggia dal 2007 per la Miche. Un ragazzo del Sud, di un territorio da sempre in­na­mo­ra­to del ciclismo come quella di Caserta, pur in un contesto so­ciale ed economico di estrema pre­ca­rie­tà, e con un debito ormai in­ve­te­rato quanto a chances organiz­za­tive ed im­prenditoriali.
Questo ragazzo aveva un desiderio, da piccolo: disputare un giorno la “Sanremo”, quella corsa che per anni da bambino e poi da adolescente, nel solco di una solida tra­dizione familiare, aveva ammirato o solo intuito sui teleschermi della tv.
Ebbene, il sogno di D’Andrea si è realizzato. Con il numero “168” di iscrizione, in gara con la spinta e quasi per delega mo­rale di tutti gli appassionati del suo paese e della provincia di Caserta, D’Andrea è riuscito a realizzare l’utopia: correre la Sanremo.
La sua telefonata di gioia, esclamativa, solo due giorni prima della corsa, è ancora in onda: «dottò, corro la Sanremooo!». La Miche-Silver Cross, infatti, è sta­ta l’ultima squadra prescelta dalla RCS Sport per la partecipazione alla classicissima. E D’Andrea, così, ha corso sul pal­coscenico della Sanremo, do­po ben 44 anni - la vita di un uomo - dalla ultima partecipazione di un conterraneo alla cor­sa: parliamo di Alberto Mar­zaioli, un ca­postipite, che con la maglia della Ci­­te l’aveva disputata nel 1964.

Leon Van Bon, invece, è un corridore che identifica una storia, non solo un nome. Trentasei anni, una car­riera che nasce nel ’93, Van Bon, nel solco tracciato da Rooks e Breu­kink, è stato con Boogerd e Den Bakker uno degli “affidabili” del ciclismo olandese dell’ultimo decennio. Dall’esordio nella Wordperfect di Raas alla Rabobank, dalla Mercury alla Lotto, e di nuovo l’anno scorso alla Rabobank, Van Bon ha vin­to un bel novero di corse: una tap­pa a Fiuggi della Tirreno-Adria­tico, due frazioni del Tour e svariate in altri giri, un Giro di Olanda (2001), è stato due volte cam­pione nazionale in linea (2000 e 2006), si è aggiudicato la Cy­classics Ambur­go nel ’98, da­vanti a Bartoli...
E solo l’anno scorso, di questi tem­pi, si era aggiudicato l’ul­ti­ma corsa, a Nokere.
Bene, quest’anno Van Bon si è ritrovato senza squadra, perché la Rabobank non gli ha sorprendentemente rinnovato il contratto. La Rabobank, questa la lettura plausibile della decisione, ancora turbata dall’affare Rasmussen, non vuole più sotto la sua egida atleti che in qualche modo rappresentino il pas­sato del ciclismo e della formazione, atleti di una generazione marchiata dalle plumbee vicende del doping. Tagliare di netto. Tut­­to, tutti, anche se innocenti. Anche se, come Van Bon, generosi capitani di strada, dopo i ritiri di Erik Dekker e Marc Wau­ters, an­che se come Van Bon meritevoli di un congedo più grato.
Niente più spazio nel ciclismo mag­giore, allora, per un reduce come Van Bon.

Ma Leon Van Bon non si è arreso. Ha ricominciato dal­la pista, un vecchio amo­re, dove si era spesso ci­men­tato nella gara a punti, pro­vando a gareggiare pure nelle Sei Giorni... Ed infine ha fatto, in un solo ge­sto, una scelta di vita e di “altro” ciclismo. Da qual­che settimana Van Bon cor­re per la prima e uni­ca for­ma­zio­ne Continental made in Cina, la Trek-Marco Polo Cy­cling Team, una squadra esotica di nome e di sostanza, che allinea ciclisti di nazionalità diverse: un capitano cinese, Li Fuyu, un cro­noman russo, Sergey Ku­dent­sov, un velocista australiano come Rhys Pollock, un reduce dalla VTT come l’altro olandese Bart Brent­jens... Lingua uffi­cia­le, l’inglese.
«Con questa squadra potrò girare il mondo e fare il ciclista viaggiatore a tempo pieno - ha detto Van Bon -. E non guadagno praticamente niente. Lo faccio per spirito di amatore del­la bici e per poter confrontarmi con altre realtà ed affinare così quel mio hobby, che vorrei diventasse il lavoro del futuro, quello di fotografo del ciclismo». Cominciando dal Tour de Georgia, USA, dal 21 aprile.

Ele storie di D’Andrea che scopre la Sanremo e quel­la di Van Bon che scopre un altro mondo su questa terra, ci sembrano davvero due av­venture a lieto fine, per un ciclismo che ha bisogno di tanta fortuna. E di ri­scoprire innan­zitutto quel sacro Marco Polo che era in sé.

Gian Paolo Porreca, napoletano,
docente universitario di chirurgia cardio-vascolare,
editorialista de “Il Mattino”
Copyright © TBW
TBRADIO

00:00
00:00
Sport Performance è il cerotto sportivo concepito da Omstrip per aiutare l’atleta a migliorare non solo la performance muscolare, ma anche  l’equilibrio e la resistenza durante l’attività fisica. Il marchio, distribuito in Italia da Ciclo Promo Components, sfrutta una tecnologia...


Dovete trasportare la vostra gravel in aereo e siete pieni di dubbi? Metteteli da parte e per farlo puntate sulla Aerocomfort 3.1 Gravel di Scicon Sports, la nuova borsa porta bici che punta tutto su robustezza e praticità, ovvero tutto...


Vuoi sostenere pienamente la tua crescita muscolare ed il recupero dopo intensi workout in palestra? EthicSport ha appena lanciato un prodotto che potrebbe rivoluzionare tutto: ecco a voi Whey PRO+, l’innovativa proteina in polvere che combina il meglio del meglio....


La nuova sella Nago R4 PAS AGX, una sella semi-tonda caratterizzata da un evidente e caratteristico T-shape, è l’elemento con cui Prologo va a completare la linea di selle AGX, quella che per intenderci è destinata ad una buona parte di...


Oggi  Colnago torna ufficialmente nei velodromi con un modello pronto a fare storia, ovvero il nuovo T1RS. In questa modernissima bici da pista si concentra quanto di straordinario è stato fatto da Colnago con i progetti TT1 e Y1RS. ...


"Il paradigma dell'alimentazione nel ciclismo per fortuna è cambiato rispetto a quando si pensava più che altro a trasportare sulla bici un corpo più leggero possibile. Quando si è capito che gli standard di allenamento erano di dominio di tutti...


In ASSOS la definiscono senza mezzi termini il capo invernale per eccellenza, una giacca progettata per consentire prestazioni elevate anche quando il freddo è pungente. Il limite per diversi capi invernali non riguarda certo il grado di isolamento termico, ma...


La novità era nell’aria e dopo le varie prove sul campo nelle più importanti manifestazioni gravel al mondo, arriva oggi con tutta la sua forza la nuova piattaforma Super Record 13 wireless con le sue tre declinazioni: Road, Gravel, All...


Se i pedali Kéo prodotti da LOOK Cycle sono un’assoluta garanzia in termini di prestazioni e affidabilità, arriva oggi quello che potremmo definire un vero potenziamento del prodotto, un potenziamento in grado di cambiare le regole in termini di sicurezza....


Pare che l’idea di partenza sia proprio questa, ovvero quella di interpretare un nuovo concetto di occhiale sportivo in cui tra lente e montatura non ci sono confini, ma solo totale continuità. Vediamola così, anzi, parliamo di integrazione visto che...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024