Ogni tanto chi pure ama il ciclismo di amore classico sente il forte bisogno di un po’ di gossip, tanto per stare all’onore del mondo. Escono pubblicazioni specializzate sugli amori fra calciatori e veline, schedine, letterine, sgallettatine, smandrappatine, e per il ciclsmo niente. La strepitosa avvenenza di Mario Cipolini è stata da questo punto di vista sciupata. E Alessandro Petacchi che appena finito di vincere la sua prima Milano-Sanremo dice che quello è il secondo giorno più bello della sua vita, il primo in ordine di importanza sarà quello in cui sposerà la sua donna (Anna Chiara, se ricordiamo bene) in chiesa, serve sicuramente al cardinale Ruini e prenota applausi nel meeting di Rimini di Comunione e Liberazione, ma non possiamo sperare che diventi un idolo dei giovani.
L’unico gossip ciclistico è quello relativo al doping, poca cosa rispetto al fenomeno globale del gossip: e poi è gossip soltanto di striscio, manca il sesso, ad esempio.
Una volta ci fu la vicenda di Fausto Coppi e Giulia Occhini detta Dama Bianca, e il primato del ciclismo sul calcio durò, sotto questo aspetto, una quarantina d’anni. Il calcio aveva in tutto da offrire l’idillio fra Angelillo, giocatore argentino dell’Inter, e una cantante lombarda, bustocca se ricordiamo bene, col nome d’arte di Ilia Lopez: robetta. In Francia Anquetil metteva in piedi, fra moglie di un altro, figlia di quella moglie e di quell’altro, figlia della figlia e anche figlia sua, moglie del figlio della moglie dell’altro e figlio suo avuto da lei, uno dei più colossali grovigli di parentela, amore, sesso, burocrazia mai conosciuto, il padre di tutti i gossip, finito solo con la morte di lui..
Adesso niente, al massimo qualche fidanzata non più del genere casto (sublimato da Girardengo quando parlava di sua moglie: “Dalla Sanremo al Lombardia noi due eravamo fratello e sorella”), qualche convivenza in attesa magari del matrimonio in chiesa, e amen. Oddio, bello è vivere senza gossip, ma il problema è se senza gossip si possa sopravvivere, almeno su una certa vetrina in cui ci si mette, o si viene messi. Diciamo pure che se Cunego rubasse la fidanzata a Vieri sarebbe un bel colpo mediatico per il ciclismo tutto: e magari sarebbe un bel colpo per lo stesso Cunego. La gente non è obbligata a pensare nei secoli dei secoli che il ciclista faccia l’amore soltanto d’inverno, e con parsimonia.
Il ciclismo fra l’altro offrirebbe un gossip speciale, itinerante giorno dopo giorno, quasi zingaresco: si pensi ad una storia d’amore sviluppata al Giro d’Italia, o al Tour de France, con varianti di tappa eccetera. Amore da pianura, da discesa, da salita. Sprint d’amore, amore a cronometro. Ci divertiremmo tutti molto, si arriverebbe finalmente nella televisione del pomeriggio, fra Cucuzza e De Filippi, Leofreddi e Parodi, e chissà che dopo tanto andare alla ventura senza gossip a illuminare la strada non si vada finalmente alla Ventura: sia in senso di trasmissione targata Simona, sia in senso di Simona che sa di virtù degli atleti.
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Roba da Freud. Ho visto, dal vivo e in televisione centinaia di volate di quelle “da paura”, tanti atleti in poco spazio, colpi di spalla e gomitate, toccamenti vari, sbandate, patti col diavolo. Ogni volta sto male, come se dovesse capitare un patatrac, e dovessero cadere in tanti, e alcuni facendosi anche del male. E vorrei non solo che la corsa avesse provocato una serie di fratture dentro il plotone, ma addirittura che la corsa venisse cancellata, pur di non dover soffrire così di fronte all’ipotesi del pericolo.
Non so cosa esattamente sia, so che provavo questo tipo di paura quando ero giornalista giovane, con il passare del tempo la mia situazione psicologica non si è aggravata, ma non ha neppure fatto registrare segni di guarigione o riduzione del pathos. Aspetto sempre il dramma, la tragedia, quanto meno il crack delle scapole che vanno in pezzi. Mi sento sempre mamma apprensiva di quei ragazzi che vanno ai centomila all’ora. Strano che io non riesca a provare lo stesso tipo di apprensione a proposito di corridori in discesa, o sotto la sferza del maltempo. Proprio la volata mi fa paura. Sono pronto per il lettino dello psicoanalista.
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Torno al gossip. Un giorno o l’altro, un anno o l’altro, ci sarà anche la bellona celebre che stenderà le sue memorie, a costo di stendere dei campioni sotto i suoi giudizi. Ricordiamo che Moana Pozzi, la pornozia di tante sue epigone ancora un po’ pudiche, incoronò un calciatore, da un certo punto di vista, proprio quello che pensate, e umiliò un tennista.
C’è una bellona famosa perché dopo essere stata (che bel verbo: stare) con il celebre calciatore sta ora con un celebre schermidore. Eppure pare che sia stata anche con un celebre ciclista, ma va da sé che il suo passaggio nel cosiddetto mondo delle due ruote non ha avuto gli onori delle cronache, e dunque chissà se avrà una presenza in quella storia che auspichiamo. Segnaliamo la cosa per chi si trovasse, in qualche discussione, imbarazzato nel non avere, lui ciclofilo, un bel flirt di qualche suo campione da portare all’occhiello per conto di tutto il ciclismo, un trofeo da rivendicare, sia pure per interposta persona. La luce riflessa è discreta, di solito, e dunque la privilegiamo a priori sulla luce violenta: però, via, ogni tanto fare anche noi, almeno una volta, un bagno di volt.
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