Editoriale

di Pier Augusto Stagi

STAREMO A VEDERE. È un bel Giro, un gran bel Giro. Sulla carta, confidando su qualche montagna inedita, mi sembra un Giro meno prolisso e più intenso, con tappe più brevi (solo 4 oltre i 200 km) e montagne un po’ più basse, ma con tantissime difficoltà concentrate nel finale adatte a stimolare lotta e attacchi. Queste sono le linee guida che hanno ispirato il direttore del Giro Mauro Vegni e mi sembra che il suo lavoro sia più che apprezzabile. I 47.000 metri totali di dislivello sono lì a testimoniarlo, anche se suona curiosa solo una cosa: nell’anno in cui abbiamo il cronoman più forte del pianeta, il campione del mondo Filippo Ganna, la “corsa rosa” registra il minimo storico di chilometri contro il tempo. Mai così pochi, solo 38,4, dal 1974 (allora furono 40), con vittoria finale di Eddy Merckx.
Insomma, questo è il Giro dove c’è un poco di tutto, ma quel poco si farà sentire: molto. Un Giro che a prima vista pare molto bello, con il tappone dolomitico che arriva a Cortina, offrendo 5.700 metri di dislivello e le scalate del Passo Fedaia (è la montagna dedicata a Marco Pantani di questa edizione), il Pordoi (Cima Coppi a 2.239 metri) e il Giau. La salita più dura è il Monte Zoncolan, che viene affrontata dal versante di Sutrio (quello del debutto nel 2003). E nella geografia del Giro appaiono diverse ascese inedite come Sega di Ala (17a tappa, prima c’è anche il San Valentino), dove Nibali fiaccò la resistenza di Bradley Wiggins vincendo il Giro del Trentino 2013, e l’Alpe di Mera (19a). Se ci si limita a guardare, forse questo Giro può dire poco, perché ricco di salite meno “griffate”, meno storiche e conosciute, ma come in tutte le cose, oltre a guardare è necessario imparare anche a vedere e senza pregiudizi.

IL PROBLEMA SONO I CORRIDORI? Qualcuno ha ironizzato asserendo che l’Uci sta preparando una squalifica per chi... pedala. Altri si sono domandati provocatoriamente se siano note le sanzioni - in realtà mai annunciate - per gli organizzatori del Giro di Polonia, per l’arrivo pericoloso di Katowice e l’incidente di Fabio Jakobsen, finito contro le transenne dopo una manovra scellerata ad opera di Dylan Groenewegen. Questo per dire che cosa? Che a partire dal 1° aprile sarà vietata la posizione in bici alla “super-tuck”, con il peso tutto proteso in avanti, sulla canna. Basta con le mani penzolanti sulla bici: sarà obbligatorio tenere stretto il manubrio, insomma. Per i trasgressori multe fino a 1.000 franchi svizzeri (circa 930 euro) e 25 punti di penalizzazione nel ranking. Tutto bene, ma il punto resta quello di partenza: se si parla di sicurezza, questa non può riguardare solo i corridori, ma anche gli organizzatori. All’Etoile de Besseges, solo qualche settimana fa, Kwiatkowski e altri hanno rischiato di scivolare su una macchia d’olio non indicata, mentre in un altro finale, all’altezza di una rotonda, uno “strike” aveva coinvolto tra gli altri l’ex iridato Pedersen. I problemi ci sono e vanno chiaramente risolti, ma per l’Uci sembra che l’unico problema siano i corridori. Non è così.

MEGLIO RESILIENTI. Ha ragione Valentino Sciotti: mai come in questo momento così delicato bisogna fare squadra. Fare sistema e darsi una mano, senza finire nel doloroso gioco del tutti contro tutti. Vero, mi associo, ne ho parlato con il gran patron della Vini Zabù e gli ho ribadito che, se è vero come è vero che bisogna fare sistema, bisogna anche trovare il sistema per cambiare le regole del gioco. È importante che Rcs Sport, la grande mamma del nostro ciclismo assieme alla Federazione (a proposito, auguri di buon lavoro a Cordiano Dagnoni!), si faccia interprete di questo cambiamento in seno all’Uci. È chiaro che il format di un World Tour a 19 squadre più una è troppo vincolante, bisognerebbe trovare il modo e il metodo di restringere a sedici squadre il panel delle formazioni che possono correre tutto e lasciare almeno sei “wild card” a disposizione degli organizzatori che avrebbero così molto più margine di manovra per poter agevolare l’attività nazionale. Un World Tour che si chiude per aprirsi. Sembra un ossimoro, una contraddizione in termini, ma così non è. Rendere l’eccellenza più eccellente, per provare a far crescere anche qualche piccola squadra e magari metterla nelle condizioni di poter diventare grande. Restringersi per allargarsi. Meglio resilienti che rigidi.

Copyright © TBW
TBRADIO

00:00
00:00
La 785 Huez è la bici tuttofare di casa Look, un modello nato per chi desidera confrontarsi con sé stesso e con gli altri quando la strada comincia a salire. Scattante, leggera ed elegante, conquista su strada e si prende...


Progettate per assicurare un controllo senza pari, le scarpe Q36.5 Unique Pro uniscono tecnologie italiane di produzione all'avanguardia con una struttura che massimizza stabilità, potenza e comfort. Con un peso di appena 225g (taglia 42) e uno stack minimo di...


Il Rubino in casa Vittoria è un pneumatico iconico, un prodotto particolarmente apprezzato da chi pedala ogni giorno. Oggi il nuovo Rubino torna in aula versione completamente rinnovata che si pone al centro della gamma stradale Vittoria. Pur restando un...


Santini ha appena svelato la nuova collezione ufficiale dedicata al Tour de France e al Tour de France Femmes avec Zwift e la linea Maillot Jaune, un sentito omaggio alla grande corsa a tappe francese, alla sua storia, al suo...


Quella che avete appena visto in foto è la S-Works Tarmac SL8 Remco “Golden Season” LTD, un tributo all’anno da record di Remco Evenepoel che diventa limited edition visti i soli 272 esemplari disponibili in tutto il mondo. Da tempo non...


Il Giro d’Italia 2025 è per Miche un evento speciale. L’azienda trevigiana di ruote e componentistica per il ciclismo è alla sua prima esperienza come sponsor di un team UCI WorldTour. Ha stretto un contratto triennale con il team Groupama-FDJ...


Pinarello è orgogliosa di annunciare il suo ritorno come bicicletta ufficiale del Giro d’Italia. La 108ª edizione di questa prestigiosa corsa parte dalla città albanese di Durazzo venerdì 9 maggio e si concluderà a Roma domenica 1 giugno. La tappa...


De Rosa, da oltre 70 anni ambasciatrice della tradizione artigianale ciclistica italiana, sceglie di svelare la sua nuova 70 Icona Revò alla vigilia del Giro d'Italia. Una bicicletta accompagnata da un claim - eccellenza senza compromessi - che non lascia...


Nel cycling kit formato dalla Aero Race 8S Jersey e dal Free Aero Race S Bibshort Castelli ha concentrato più di un decennio di innovazione ed esperienza maturata nel mondo del professionismo. Il risultato? Pazzesco ed è a disposizione dei...


Ieri nel tardo pomeriggio è calato il sipario su FSA Bike Festival Riva del Garda, con la quarta e ultima giornata tutta dedicata allo Scott Junior Trophy, dove i campioni di domani hanno potuto dimostrare le proprie capacità sulla mountain...


TBRADIO

-

00:00
00:00
SONDAGGIO
30 ANNI DI TUTTOBICI, VOTATE LA COPERTINA PIU' BELLA
Trenta copertine per raccontare la nostra storia: scegliete quella che per voi è la "copertina delle copertine"





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024