DILETTANTI. Rivelazione Lonardi
di Paolo Broggi

Davide ed Edoardo vanno for­te in salita, Giovanni è atleta da volate, ma quando possono si allenano insieme e Giovanni cerca di carpire qualche se­greto ai suoi compaesani più esperti e già professionisti.
Lonardi, è di lui che stiamo parlando, viene da Marano di Va­po­li­cella, la terra in cui Formolo e Zardini so­no cresciuti.
«Quando posso mi alleno vo­lentieri con loro, an­che se purtroppo non ca­pita spesso: Davide si è trasferito a Mon­te­carlo, Edo­ardo è sempre in gi­ro... Così per trovare compagnia in allenamento scendo ver­so val­le, dove trovo amici e colleghi dilettanti con cui condividere le fatiche quotidiane».
Giovanni Lonardi ha 21 anni - è nato il 9 novembre del 1996 - e da quest’anno è approdato alla Zalf Eu­romobil Désirée Fior con la quale ha firmato un avvio di stagione di grande rilievo, tale da proiettarlo anche al vertice della classifica dell’Oscar tuttoBICI Gran Premio Iseo.
«Non mi aspettavo di vincere subito, an­che se con il no­stro diesse Gianni Faresin avevamo la­vorato bene per preparare l’esordio stagionale. Ma centrare il successo in apertura di stagione nel Me­morial Polese, che da quest’anno è nazionale, e poi nel­la Popolaris­si­ma, che è internazionale, mi ha portato ad an­dare oltre le mie aspet­tative».
Le tue ca­rat­teri­sti­che sono quelle del velocista...
«Sì, sono uno sprinter anche se tengo duro sulle salite non troppo impegnative e sto la­vorando per mi­gliorare an­cora. So­no al quarto an­no nel­la categoria Un­der 23 e questo si­gnifica essere arrivato ad un passaggio fondamentale nella mia carriera. Pur­trop­po in Italia diventare élite è un problema, quindi in questa stagione cercherò di dare il massimo per puntare al passaggio di categoria».
Quando hai cominciato a pedalare?
«Da allievo, con la maglia della Ausonia Pescantina. Alla bici ci sono arrivato tardi, prima giocavo a calcio, poi ho seguito le orme di mio zio e... mi sono trovato in sella. Mamma Elisabetta e papà Paolo mi hanno appoggiato in tutto, ma a fare il ciclista sul se­rio ho cominciato solo dopo aver ottenuto la maturità ed ora sono arrivato all’università del ciclismo giovanile, in questa Zalf Euromobil nella quale mi sono subito ambientato molto be­ne. Qui ho trovato un buon feeling con i compagni e lo staff, qui ho le condizioni ideali per crescere ulteriormente e puntare al passaggio con i professionisti».
Sei cresciuto con qualche idolo?
«A me piace il ciclismo, tutto il ciclismo: l’ho sempre seguito in tv, ho esultato per le imprese di tanti campioni ma devo dire che Boonen, Cancellara e Sagan mi hanno sempre regalato emozioni speciali».
Gente da classiche, gente da corse du­re.
«Campioni con la C maiuscola che sa­rebbe bello riuscire ad imitare almeno in piccola parte».
Quali sono i tuoi obiettivi per questa stagione?
«Il primo era partire bene e l’ho centrato, il secondo è continuare su questa strada, il terzo cercare di cogliere risultati importanti negli appuntamenti internazionali».
A cominciare dal Giro d’Italia.
«Quella è la corsa più importante ed è normale che sia il fulcro di tutta la mia stagione. Come ho detto, sto lavorando per crescere e lo faccio pensando so­prattutto ad appuntamenti come quello rappresentato dalla corsa rosa».
E poi ci sono gli impegni con la maglia della Nazionale.
«Basta che non parliamo di mondiale, perché questo è davvero troppo duro per me... Ci sono gli Europei e i Giochi del Mediterraneo che potrebbero essere adatti alle mie caratteristiche, ma sono entrambi troppo lontani nel corso della stagione per cominciare a pensarci. A proposito di maglia azzurra, mi spiace non essere riuscito a far bene alla Gand-Wevelgem, una corsa alla quale tenevo, ma ho trovato una giornata no. Spero di avere presto l’occasione per riscattarmi».
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