Gatti & Misfatti
Giro d'Italia: triste, solitario y final

di Cristiano Gatti

È con profondo dolore e sincero cordoglio che si an­nuncia una grave perdita. Ufficiale: il Giro d’Italia non è più la seconda corsa più importante al mondo. È la terza. Per il momento. Quando una discesa comincia, non si sa mai dove finisca.

Purtroppo quello che ci stiamo dicendo da un po’ di anni è puntualmente av­venuto: a furia di osservare, copiare, sognare il Tour, non ci siamo accorti che da dietro stava arrivando con andatura sorniona, ma molto co­stante, la Vuelta di Spagna. Adesso la situazione è sotto gli occhi di tut­ti, spadellata proprio in questa edizione 2015, anno storico del sorpasso: la Vuelta è decisamente più im­portante, più prestigiosa, più spettacolare del nostro Giro. E chi lo ne­ga è in malafede, a meno che non vada in giro con fettone di mortadella davanti agli occhi.

Mentre vado avanti con il discorso, grondo rabbia. Io non sono di quel­li che vogliono vedere il Giro in rovina soltanto perché non sopportano questo o quello dell’organizzazione, o perché hanno interessi inconfessabili, o perché semplicemente sono del genere invidioso di­sfattista. Io adoro il Giro, amo il suo modo di attraversare l’Italia e gli italiani, amo l’umanità e la cultura di questo incredibile miracolo italiano. Farei qualunque cosa per vederlo ai vertici mondiali, con tutti quei campioni e quegli squadroni allineati al via, pronti a dare gomitate per esserci. Purtroppo c’è poco da fare: il disastro è compiuto. Pri­mo Tour, seconda Vuelta, terzo il Giro. La speranza degli italiani fa­talisti e ottimisti è che si tratti solo di una disgraziata coincidenza, però irripetibile. La sensazione molto più ragionata è che purtroppo sia l’inizio di un’era piuttosto lunga. Maledizione.

Per come siamo fatti noi italiani, riusciremo adesso a perderci in interminabili - e sterili - risse per trovare il colpevole. Un colpevole. Ma colpevoli sono tutti. Io ci metto i giornali italiani, visto che ciascuno dovrebbe partire dalla sana autocritica: questi giornali italiani che da Pantani in poi non hanno più saputo raccontare, tenere su, valorizzare il Giro d’I­ta­lia se non con paginate di doping (per essere chiari: doverose, ma se si parla solo di quello diventa inaccettabile). Agli altri addetti ai lavori il compito di trovare le proprie colpe. Però cambia poco: alla Vuelta sono in gara i primi quattro del Tour e il secondo e il terzo del Giro. Tutti i migliori del mondo, con la sola ec­cezione di Contador (al quale spetta un bustino commemorativo nella sede della Gazzetta: non si fosse in­ventato la follia di correre Giro e Tour, la Caporetto rosa sarebbe mo­struosa). C’è qualcuno che ancora si sente di negare la supremazia spagnola sulla corsa italiana? Va bene essere patrioti, ma non possiamo fare rima con idioti. Nomi e cognomi sono lì da vedere. Per chi li vo­glia vedere.

Non conviene sprecare troppo tempo per riassumere tutte le componenti negative che hanno determinato il risultato. Tra le altre: la scelta orgogliosa della Gazzetta di non spostare il Giro da Maggio, i grandi interessi delle grandi squadre che hanno in te­sta solo il Tour, dunque non vo­gliono rischiare niente prima, caso mai lasciano spazio solo per l’eventuale rivincita alla Vuelta. Eccetera, eccetera. Ormai l’andazzo è sempre più radicato: tutti puntano al Tour e snobbano il Giro, poi al Tour vince soltanto uno, allora tutti quanti si ridano appuntamento un mese dopo per salvare la stagione alla Vuelta (per suprema umiliazione, quest’anno c’è pure chi ha già vinto il Tour, cioè Froome: lui in cerca della ri-vincita). Anni fa, se non altro, an­dava alla Vuelta chi voleva preparare bene il Mondiale: adesso proprio è un appuntamento fisso per tutti i Vip, come la spiaggia di For­men­te­ra…

Faremmo male, malissimo, se non aprissimo subito gli occhi e non prendessimo atto della grande sconfitta italiana. Se ci rendiamo conto di quanto grave sia la novità, forse riusciamo a improvvisare qualcosa, a modo nostro, mettendo mano alla nostra fantasia e alla nostra inventiva. Se invece fingiamo che non sia successo niente, se facciamo i presuntuosi e continuiamo a guardare la Vuelta dall’alto in basso, rischiamo la brutta fine di tanta nobiltà finita in mez­zo a una strada, con le pezze al sedere a dire in giro lei non sa chi sono io. Serve subito un segnale, già per il 2016. Forte e chiaro. Di vera riscossa. Altrimenti bisognerà rassegnarsi al declino: il Giro diventerà la Lega Pro del grande ciclismo, una corsa per ragazzini in cerca di un domani e vecchie lenze in cerca dell’ultimo applauso, se sulla strada ci sarà ancora qualcuno ad applaudire.
Copyright © TBW
TBRADIO

00:00
00:00
La nuova sella Nago R4 PAS AGX, una sella semi-tonda caratterizzata da un evidente e caratteristico T-shape, è l’elemento con cui Prologo va a completare la linea di selle AGX, quella che per intenderci è destinata ad una buona parte di...


Oggi  Colnago torna ufficialmente nei velodromi con un modello pronto a fare storia, ovvero il nuovo T1RS. In questa modernissima bici da pista si concentra quanto di straordinario è stato fatto da Colnago con i progetti TT1 e Y1RS. ...


"Il paradigma dell'alimentazione nel ciclismo per fortuna è cambiato rispetto a quando si pensava più che altro a trasportare sulla bici un corpo più leggero possibile. Quando si è capito che gli standard di allenamento erano di dominio di tutti...


In ASSOS la definiscono senza mezzi termini il capo invernale per eccellenza, una giacca progettata per consentire prestazioni elevate anche quando il freddo è pungente. Il limite per diversi capi invernali non riguarda certo il grado di isolamento termico, ma...


La novità era nell’aria e dopo le varie prove sul campo nelle più importanti manifestazioni gravel al mondo, arriva oggi con tutta la sua forza la nuova piattaforma Super Record 13 wireless con le sue tre declinazioni: Road, Gravel, All...


Se i pedali Kéo prodotti da LOOK Cycle sono un’assoluta garanzia in termini di prestazioni e affidabilità, arriva oggi quello che potremmo definire un vero potenziamento del prodotto, un potenziamento in grado di cambiare le regole in termini di sicurezza....


Pare che l’idea di partenza sia proprio questa, ovvero quella di interpretare un nuovo concetto di occhiale sportivo in cui tra lente e montatura non ci sono confini, ma solo totale continuità. Vediamola così, anzi, parliamo di integrazione visto che...


Consideriamola l’età del cambio di ritmo, una sorta di giro di boa ed è così che una volta compiuti i cinquanta anni dovremmo prendere in esame alcuni aspetti che prima non prendevamo affatto in considerazione. Cambiano i tempi di recupero,...


Cosa ci fa un CEO da miliardi di euro con un due volte vincitore del Giro d'Italia? Venerdì 3 ottobre atleti e staff della Polti VisitMalta hanno avuto l'occasione di confrontarsi con un mentore speciale. Un uomo che non proviene...


Il nuovo configuratore “YOUR LOOK A la Carte” diventa il braccio armato della tua immaginazione, anzi, direi che è e sarà il traduttore universale che ti permetterà di progettare il tuo sogno originale. Così prende vita la nuova esperienza di...


TBRADIO

-

00:00
00:00
SONDAGGIO
OSCAR TUTTOBICI 2025. SCEGLIETE IL MIGLIOR TECNICO ITALIANO DELL'ANNO
Dieci candidati, tocca a voi assegnare il Gran Premio Fondazione Iseni y Nervi





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024