Moderno, insidioso, intrigante: è il Giro numero 104

di Paolo Broggi

È nato il Giro, viva il Giro. È il numero 104 e sarà una corsa decisamente affascinante, ric­ca di trappole come è tradizione che sia la più grande gara italiana delle due ruote, con montagne severe e il classico finale duro, ma tanti spunti disseminati sui 3.500 chilometri del percorso.

CELEBRAZIONI
E come sempre il Giro sarà anche l’occasione per onorare anniversari, personaggi e territori che hanno scritto la storia del nostro Paese. Le celebrazioni cominceranno sin dalla prima tappa, la crono di Torino, con il 160° Anni­ver­sario dell’Unità d’Italia, poi per il settecentesimo anniversario della morte di Dante Alighieri si farà tappa a Ravenna (dove il Sommo Poeta è sepolto) e Ve­rona mentre a Foligno si ricorderà che nel 1472 venne stampata lì la prima Di­vina Commedia. E ancora, l’omaggio ad Alfredo Martini, nei 100 anni della nascita, con il passaggio Sesto Fio­rentino nella “tappa Bartali”. Da non dimenticare il 90° compleanno della Ma­glia Rosa (indossata per la prima volta nel 1931, prima tappa vinta da Learco Guerra e Giro vinto da Fran­ce­sco Camusso) che sarà celebrato con un logo speciale posto proprio sul simbolo del primato. Omaggio poi alle Olimpiadi del 2026 con l’arrivo a Cor­tina d’Ampezzo, la montagna Pantani, la Cima Coppi (che sarà il Pordoi) e tanti altri piccoli e grandi spunti che si of­frirà la corsa lungo il percorso che si concluderà in Piazza Duomo a Milano.

IL PERCORSO
Dal punto di vista tecnico, la corsa sarà compresa fra due cronometro: 9 km a Torino per la tappa inaugurale e 29,4 a Milano per quella conclusiva. Mai così pochi chilometri contro il tempo dal 1962 ad oggi: in quel Giro, il primo vin­to da Franco Balmamion, non ci fu nemmeno un chilometro a cronometro. Dopo le prime tre tappe piemontesi rapida discesa della Penisola fino a Fog­gia - stavolta il profondo Sud non verrà toccato dal Giro - e altrettanto rapida risalita lungo l’Appennino per affrontare le grandi montagne alla fine della seconda settimana e poi ovviamente in quella conclusiva.

LA PRIMA SETTIMANA
Come noto ormai da qualche settimana, la prima frazione sarà una cronometro individuale di 9 chilometri per le vie di Torino e Filippo Ganna si candida sin d’ora per tornare ad indossare la maglia rosa che è già stata sua a Pa­ler­mo nel 2020; frazione ideale per i velocisti la seconda che porterà da Stu­pi­nigi a Novara mentre la Biella-Canale si adatta ai finisseur sulle colline delle Langhe.
Alla quarta giornata, il primo arrivo in salita a Sestola, dove nel 2016 vinse un giovanissimo Giulio Ciccone. Tutta pianura nella Modena-Cattolica che strizza l’occhio agli sprinter mentre la sesta frazione si annuncia molto insidiosa: dalle Grotte di Frasassi ad Asco­li Piceno San Giacomo ci sono due Gpm e l’arrivo a quota 1090 m per un totale di 3700 metri di dislivello.
Ancora velocisti attesi a Termoli, quindi sabato 15 maggio attenzione alla Foggia-Guardia Sanframondi con il Gpm di Bocca della Selva a 53 km dal traguardo e un totale di 3.400 metri di dislivello.
A seguire, domenica 16 maggio, l’inedito arrivo in salita a Campo Felice con tre Gran premi della Montagna prima dell’erta finale. Infine il primo blocco si concluderà con la tappa da L’Aquila a Foligno che, valicando l’Appennino, sembra disegnata apposta per favorire chi ha voglia di osare.
LA SECONDA SETTIMANA
Dopo il primo giorno di riposo, si ri­parte mercoledì 19 con una tappa che promette spettacolo da Perugia a Montalcino: degli ultimi 70 chilometri ben 35 saranno di Strade Bianche. L’ul­timo arrivo a Montalcino, nel 2010, vi­de l’impresa dell’allora campione del mondo Cadel Evans in una giornata caratterizzatta da pioggia e fango.
La Siena-Bagno di Romagna, tappa intitolata a Gino Bartali, toccherà Pon­te a Ema, dove il grande Ginet­taccio era nato, e Sesto Fiorentino per rendere omaggio ad Alfredo Martini. Ma non sarà solo una tappa dei ricordi: da affrontare ci sono 3 Gpm e 3.700 metri di dislivello. Da Ravenna a Ve­rona la tappa successiva è dedicata agli sprinter e si correrà nell’omaggio a Dan­te Alighieri prima di tornare a salire. Sabato 22 maggio, infatti, sarà il giorno dello Zoncolan, affrontato dal versante di Sutrio come al Giro 2003 quando vinse Gilberto Simoni.
Sempre Friuli con tanto di sconfinamento domenica 23 per la Grado - Go­rizia che prevede un circuito, da ripetere tre volte, che sconfinerà nella contigua Nova Gorica. E per chiudere la seconda settimana, ecco il tappone do­lomitico: la Sacile - Cortina d’Am­pez­zo di lunedì 24 maggioprevede il Passo Fedaia (Montagna Pantani), il Passo Pordoi (Cima Coppi) e il Passo di Giau prima del traguardo nella città che ospiterà nel 2026 le Olimpiadi Invernali.

LA TERZA SETTIMANA
Il secondo giorno di riposo precede un’altra frazione di montagna: mercoledì 26 riparte infatti con la Canazei a Sega di Ala, arrivo in salita inedito per il Giro, preceduto dal Passo San Va­lentino. La Rovereto-Stradella propone diversi strappi nel finale tra le colline dell’Oltrepò Pavese e sarà il prodromo per il grande trittico finale. Da Ab­bia­tegrasso la tappa numero 19 porterà sull’Alpe di Mera in Val­sesia, altro arrivo inedito dopo aver su­perato il Mot­tarone e la Colma di Va­ral­lo.
Da Verbania partirà l’ultima tappa in linea contrassegnata da 5 stellette di difficoltà e 4.800 m di dislivello: prima di arrivare al traguardo dell’Alpe di Motta nella Valle Spluga ci saranno da scalare il Passo San Bernardino e il Passo del­lo Spluga, salite che porteranno il gruppo oltre i duemila metri.
Per finire, la seconda cronometro individuale, una tappa vera, 29,4 km con partenza da Senago e arrivo sotto il Duomo di Milano.

LE VOCI DEL GRUPPO
Cosa ne pensano i corridori di questo percorso? Scopriamolo insieme.
Filippo Ganna vede già rosa: «Sono felice della partenza dal mio Piemonte, vorrei davvero cercare di ripetere il ri­sultato dello scorso anno a Palermo e vestire la maglia rosa. Ho visto il percorso della crono, so che sarà una pro­va molto veloce e cercherò di farmi trovare pronto all'appuntamento».
Remco Evenepoel vuole essere al via: «Come sapete, ho ripreso ad allenarmi dopo l'infortunio dello scorso anno al Lombardia e il mio sogno è quello di essere pronto per il Giro. Il percorso sembra essere davvero bello e difficile e a me interessa scoprire l’atmosfera della corsa e conoscere i tifosi italiani».
Ed ecco il pensiero di Davide Cassani: «Un Giro molto impegnativo e bellissimo, otto arrivi in salita, più facili nella prima metà e molto più impegnativi nella seconda parte. In più considerate che il tappone dolomitico ha sì l’arrivo in discesa ma prima propone davvero tanti chilometri di salita. Ci sono almeno 14 tappe nelle quali la classifica può cambiare».
L’ultimo italiano a vincere un Giro è stato Vincenzo Nibali: «Sono molto contento del percorso, ci sono tante salite importanti, alcune già nella pri­ma settimana. Un Giro molto particolare, cercheremo di prepararlo bene».
Infine il pretendente più atteso, Egan Bernal: «Sono molto felice di preparare il Giro, una corsa che sogno di disputare sin dal mio arrivo in Italia alla An­droni. Ho provato la salita di Alpe di Mera, vi dico che sarà una tappa molto difficile. Vi aspetto davanti alla tivù a tifare per me e per il ciclismo».

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