Rapporti & Relazioni

Ciclismo nuovo, ciclisti barbuti

di Gian Paolo Ormezzano

Attenzione,  questa è a suo modo quasi una confessione, e non dica l’eventuale lettore di non essere stato tempestivamente avvertito. Mi chiedo ogni tanto quale è l’ultima novità - meglio se positiva, si capisce - dello sport che amo di più e al quale più debbo, cioè il ciclismo (il ca­so del Torino Calcio è a sé, direi che non riguarda neppure il mondo del pallone e persino dello sport tut­to e e le sue co­stantemente ricorrenti mi­serie), e mi fornisco risposte assortite. Ora riguardano l’evoluzione tecnica delle biciclette, specie per via di leghe nuove im­piegate nella co­stru­zione del mezzo, ora ri­guardano la chimica persistente troppo spesso detta an­che do­ping, ora riguardano le nuo­ve nazionalità che si pre­­sentano (o ripresentano, si pensi all’Australia) sulla scena, ora riguardano i nuo­vi teatri di gara.

Nel 2020 poi c’è stata la colossale tremenda novità del virus, della pandemia, direi superata o comunque affrontata dal ciclismo meglio che da quasi tutti gli altri sport, sia pure con accorgimenti e sa­crifici pesanti: a suo modo ho dato al problema un con­­tributo personale assai pesante, visto che il covid mi ha aggredito, invaso e mi­nacciato per qua­si un me­se di ricoveri (cinque cen­tri diversi), con ri­schio forte di vita e soluzione po­sitiva davvero all’ultima goccia di cortisone.
Comunque non è della mia odissea che voglio e posso parlare, è invece di un particolare strettamente visivo che mi ha colpito. Ancora qualche riga e ci siamo.
Ho detto di nuove nazionalità in arrivo, comprensive si capisce di nuove etnie (e vi­ce­versa). Mi sono ricordato che, quando scrivere di ci­clismo era il mio pane quotidiano, mi ancoravo spesso ad altri sport a me cari, su tut­ti nuoto e atletica, e chiedevo appunto per iscritto cosa sarebbe accaduto quando sulle biciclette fossero sa­liti certi mostri di potenza e agilità insieme, originati ma­gari in altre di­scipline. In parte ci siamo, e i prossimi arrivi intensificheranno un trend che vede i ciclisti sempre meno scorfani, pulci dei Pirenei, gattacci delle volate o nanetti delle salite.

Ma intanto è arrivato sulle scene un ciclista nuovo, im­pensabile sino a poco tem­po fa. E attenzione: non par­­lo del ciclista tatuato, troppo facile. Parlo del ci­clista barbuto. Ricordo quando il pe­lo, anche il pe­li­no più infimo sulla pelle del ciclista, era un attentato alla sua salute, al suo benessere. Pelino che co­munque  significava polvere trattenuta, problema di ri­marginazione delle ferite, di sparizione dei graffi, dei rossori anche minimi, pelino che veniva portato via dal ra­soio del massaggiatore. Pe­lino brutto e cattivo che stazionava anche sui volti. E un pedalatore svizzero persino forte, Freuler, con i suoi baf­foni faceva colpo ed an­che un po’ scandalo.

Adesso ci sono ciclisti decisamente barbuti, e non mi riferisco soltanto al pizzetto di un Ala­philippe. Ciclisti di  ogni nazionalità, in ossequio a quella che ormai è una mo­da spesso perentoria fra i ma­schietti. Non si tratta obiettivamente di una grande novità, da qualsiasi punto di vista la si consideri, però, ecco, il ciclista in una congrega di atleti può essere con­fuso con un praticante al­tri sport (persino con un Tamberi dell’atletica, se si ra­de soltanto la me­tà sinistra o la metà destra del viso).

Non si tratta di novità destinata ad avere ripercussioni  sulla valenza tecnica e atletica di uno sport, ma siccome or­mai il campione è un ma­nichino pubblicitario, va da sé che anche la barba “gioca” la sua parte sulle fattezze di un uomo-sand­wich, sul personaggio nel suo insieme. Per sollevarci dal troppo fu­tile proponiamo adesso, e seriamente, il lancio di un concorso internazionale per trovare il so­prannome univoco, universale, di facile dizione in ogni lingua del mondo, al ciclista che, an­nun­ciato co­me il grande campione pros­simo venturo e fermato da una frattura al bacino, do­vrebbe improntare di sé le prossime stagioni agonistiche. Diciamo dell’impronunciabile belga Remco Eve­­ne­poel, c’è qualcuno che ha l’idea buona?

Copyright © TBW
TBRADIO

00:00
00:00
Il kit è ben articolato e prevede praticamente gli stessi elementi che verranno utilizzati dalla formazione di Roglič al prossimo Tour de France che prenderà il via sabato prossimo. Bici, casco e nuova linea Race Apparel saranno protagoniste di una...


Un tornante dopo l’altro fino alla cima brulla e arida del Mont Ventoux, la “bestia della Provenza”. Quasi 21 chilometri di salita con pendenze fino al 20%, sotto il sole d’estate e sopra un paesaggio lunare. È qui, nella tappa...


Il cuore che batte, trepidante, alle prime luci dell’alba, mentre il sole sorge e l’attesa in griglia si fa vibrante, al cospetto delle Dolomiti: è uno dei momenti più emozionanti che tutti i ciclisti che partecipano ad un evento unico...


"Cycling Beyond": una vera e propria dichiarazione d’intenti. L’esclusivo appuntamento con cui lunedì 30 giugno Bianchi ha accolto media e stakeholder internazionali presso Casa Bianchi, la rinnovata sede e sito produttivo di Treviglio, ha raccontato una fase di evoluzione profonda: nuovi prodotti, una nuova...


Da una parte abbiamo la Grail, un fast gravel dotata di geometria Gravel Pro, dall'altra abbiamo ora la nuova GRIZL, la gravel bike che può affrontare qualsiasi avventura, un ultimo innesto che rende davvero completa la gamma gravel di Canyon....


Ci sono i modelli top di gamma, poi ci sono quelli di media gamma, spesso e volentieri anch’essi realizzati in carbonio. Poi fortunatamente ci sono bellissime soluzioni in alluminio che rendono più accessibile il sogno e lo fanno con ottimi...


Le eccellenze si attraggono. Non prendetela come una frase fatta e nemmeno come un banale luogo comune. Le cose vanno così ed il bello, si sa, attira il bello. Nasce così l’elegantissima Pinarello Dogma F Metal Black, un’edizione limitata creata...


Castelli e AC Milan si sono uniti per lanciare una collezione di capi da ciclismo premium per celebrare la loro eredità, i valori condivisi e l'impegno per spingere sempre più in là i confini nello sport e nello stile. Le...


HJC Sports, azienda coreana specializzata nella produzione di caschi, ha presentato nell'autunno scorso il casco CROSSER, probabilmente il prodotto più versatile della sua linea. Il prezzo di soli 79€ lo rende decisamente interessante, soprattuto per via della sua polivalenza che concede...


La gamma NDR di Prologo si arricchisce di quattro nuove selle leggere e multidisciplinari studiate per la mountain bike cross-country e marathon: la nuova Dimension R2 NDR, due versioni di Nago NDR - con o senza il canale PAS -...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024