di Giorgia Monguzzi
Fino ad un anno fa quasi nessuno, nel mondo del ciclismo, conosceva Monica Trinca Colonel, o meglio, c’era qualcuno che già sapeva delle sue doti. Si trattava di un piccolo gruppo composto dalla famiglia, gli amici, il fidanzato e quell’uomo di esperienza di nome Walter Zini che l’ha accolta nella sua squadra stravolgendole la vita. Se le avessimo telefonato 12 mesi fa avrebbe risposto un’optometrista con base a Livigno per prendere appuntamento per una visita specialistica; a distanza di un solo anno Monica Trinca Colonel è diventata non solo una ciclista professionista, ma una delle atlete più promettenti del panorama italiano. In questa stagione, la sua prima vera da ciclista, ha raggiunto dei risultati inattesi tra cui un terzo posto al Tour de l’Ardeche, un settimo alla Tre Valli e al Giro dell’Emilia, una vittoria in Friuli e un ottimo piazzamento al Giro d’Italia.
Sembra una vicenda da fiaba, anzi a dire la verità per Monica lo era sul serio, ma con tanta tenacia e dedizione è diventata una realtà bellissima. La storia della venticinquenne di Grosio, Valtellina è la conferma che realizzare un sogno è possibile: sentendola raccontare sembra di assistere a qualcosa di incredibile, ma che fortunatamente è successo. Rimanere imparziali e distaccati questa volta risulta veramente impossibile, è difficile non provare anche un briciolo di emozione e di empatia per una ragazza che ha stravolto la propria vita per amore del ciclismo
L’esito è noto a tutti, dopo una stagione super con la Bepink Bongioanni nel 2025 Monica Trinca Colonel passerà nel World Tour con il team Liv AlUla Jayco, ma il bello di questa storia è raccontarla così come è, partendo dall’inizio come una favola stupenda.
«Ho sempre amato il ciclismo, in qualche modo ha fatto sempre parte di me» ci dice Monica appena la chiamiamo. È una giornata di metà ottobre, è appena rientrata da un allenamento, l’ennesimo sotto l’acqua tra i su e giù della Valtellina; la stagione è appena finita ed è il tempo di tirare le somme, ma anche di gustarsi un po’ di relax. Durante il 2024 l’abbiamo vista tante volte alle gare, c’è sempre stato tempo per un confronto e per un saluto, ma questa è la prima occasione in cui facciamo un viaggio nel suo mondo che fin da subito ci appare speciale. Sarà la sensazione di essere in una storia magica, o semplicemente di trovarci davanti ad una passione sconfinata per il ciclismo, ci viene automatico immergerci completamente.
Dopo tutto si può dire che Monica Trinca Colonel se non è nata con la bici, ci è andata davvero vicino: la colpa di questo innamoramento precoce è stata tutta del fratello maggiore che ha iniziato a pedalare da bambino e l’ha trascinata in questo folle mondo.
«Mio fratello aveva iniziato ad andare in bici un po’ per gioco con la squadra del paese; nei weekend andavamo a vedere le sue gare con tutta la famiglia e alla fine mi sono appassionata. Ho incominciato a pedalare sulla mtb ancora prima che per me esistesse una categoria, poi ho fatto tutte le giovanili da G1 a G6 e mi sono avvicinata anche alla strada. Sono passata esordiente, ero felicissima, poi però ho deciso di smettere» ci racconta Monica, ma dopo il suo slancio iniziale si blocca su quella che forse è ancora una ferita aperta. Nel suo paese era l’unica ragazza che praticava ciclismo, nessuna squadra, poche strutture, ma soprattutto nessuna compagnia e aiuto per le trasferte, come avviene in molti casi a questa età la scelta è stata quella di buttarsi su altri sport. Così Monica ha provato di tutto, in particolare le specialità dello sci, ma senza mai fare gare agonistiche. Monica intanto è cresciuta, ha continuato con la scuola e con gli studi e dopo la maturità si è trasferita a Milano per seguire un corso triennale in ottica con specializzazione in optometria. La bici è rimasta in disparte, come ci dice lei, per anni nemmeno toccata, appoggiata nel garage in attesa di qualcosa più grande. In realtà il ciclismo c’è sempre stato, da appassionata non si è mai persa una gara in televisione e vedeva le avversarie conosciute da ragazzina che ce l’avevano fatta.
«Un po’ di rammarico c’era, soprattutto quando in televisione vedevo che molte mie coetanee avevano raggiunto un livello molto alto come Elisa Balsamo o Letizia Paternoster che nel mio primo anno da esordiente aveva vinto il campionato italiano. Ho iniziato a chiedermi cosa sarebbe successo se avessi continuato, magari avrei potuto essere lì con loro, c’era sempre il sogno di provarci, ma anche la consapevolezza che ormai il mio treno era passato».
Poi d’un tratto nella piovosa Milano è scattato qualcosa, un desiderio messo da parte per un po’ che improvvisamente si è fatto vivo, più forte di prima. Monica ha ripreso in mano la bici ma non solo, prima usciva per passione e per interrompere la monotonia cittadina, poi ha iniziato a farlo seriamente con allenamenti e distanze sempre più lunghe.
«Credo sia stata la città che un po’ mi opprimeva, non mi sentivo nel mio habitat e mi è ritornata la voglia di riprendere la bici. Non toccavo quella da strada da almeno 5 anni, poi un giorno l’ho ripresa letteralmente per caso, mi sono riappassionata e non ho più potuto farne a meno»
È difficile dire cosa sia scattato nella testa di Monica Trinca Colonel, anche lei fatica a spiegarcelo, ma per chi crede nel destino in qualche modo era proprio scritto che sarebbe dovuta andare così. La uscite settimanali si sono moltiplicate, con il gruppo del paese ha provato a partecipare a qualche Gran Fondo e proprio alla Nove Colli ha conosciuto Alex, poi suo fidanzato e persona fondamentale nella sua rinascita.
Nel giugno 2020 Monica si trasferisce a Livigno dove ha un lavoro fisso, durante l’inverno si dedica allo sci di fondo, ma durante le pause pranzo, appena il clima lo permette, salta in sella e segue il suo sogno. Formalmente non è un’atleta, ma si allena come se fosse tale, esce in gruppo, partecipa a qualche garetta, migliora in pianura e soprattutto in salita. Il sogno di fare del ciclismo il suo lavoro si è allontanato ma non è mai sparito, è Alex a spingerla a provare.
«Mi è sempre piaciuto andare in bici, mi sentivo bene, in qualche modo ero portata anche se effettivamente non usavo dei misuratori di potenza, semplicemente mi divertivo. È stato il mio fidanzato ad accorgersi che dopo tutto avevo i numeri, mi diceva che pedalavo bene e che miglioravo, lo stesso mi hanno detto sempre più persone e così anche in me è iniziata a nascere una piccola consapevolezza. Ad un certo punto nell’estate 2023 ho deciso di buttarmi, non avevo contatti con il mondo del ciclismo e così mi sono semplicemente affidata ad un centro specializzato per fare dai test e per avere dei dati in mano, poi hanno inoltrato loro tutto alle squadre. Sinceramente non sapevo cosa aspettarmi, era Alex a dirmi di non mollare e poi a fine agosto è arrivata la prima chiamata di Walter Zini» spiega Monica e capiamo subito che durante questo racconto sta trattenendo l’emozione. Esattamente un anno fa, proprio in questo periodo, Walter Zini le comunicava che l’avrebbe presa in squadra, la sua vita stava cambiando, stava per buttarsi nel vuoto.
L’8 dicembre 2023, il giorno dell’Immacolata, Monica ha lasciato il lavoro a tempo indeterminato e ha preso quel treno verso la carriera da ciclista professionista. Walter Zini è stato l’unico a crederci, sicuramente è stato merito della sua esperienza, ha visto in quella ragazza valtellinese non solo la voglia di provarci, ma i numeri per farcela sul serio. Monica Trinca Colonel è stata accolta dalla Be Pink Bongioanni e ha ripreso un viaggio che era iniziato molti anni prima, subito le sono venute in mente le prime volte in bici, il sogno che aveva da bambina, le scelte e le rinunce, un circolo che finalmente si chiudeva per incominciare una nuova storia.
«Walter è stato fondamentale, se lui non avesse creduto in me non avrei mai iniziato. Io ero un pesce fuor d’acqua, non sapevo da dove incominciare e invece lui non solo ha voluto scommettere su di me, ma mi ha preso sotto la sua ala. È diventato il mio preparatore creando una tipologia di allenamento che mi mantenesse sempre costante senza avere picchi di forma, l’obiettivo era non strafare ma essere me stessa, non avevo mai corso prima. Non sapevo come funzionava il tutto, ma la squadra mi ha letteralmente accolto facendomi sentire a casa »
La prima stagione da professionista di Monica è iniziata con la classica di Almeria e, a differenza di quanto si potrebbe pensare. si è trovata subito a suo agio. Certo, l’agitazione un po’ c’era ma dopo le prime pedalate ha avuto la meglio quella sensazione magica di non aver fatto altro per tutta la vita.
«Di solito si dice che una volta che impari ad andare in bici da bambina non te lo scordi più e posso dire che è vero. Più i chilometri passavano, più ero felice, mi sentivo al mio posto, era quello che avrei voluto fare per tutta la vita. Addirittura ho provato pure ad andare in fuga» racconta Monica con la leggerezza di chi è follemente innamorata di uno sport, ma anche di chi ha la determinazione di migliorarsi ancora e ancora.
Dopo l’esperienza spagnola la sua stagione è stata un crescendo continuo che ha fatto di lei la vera rivelazione del panorama italiano. Ha sempre lasciato il segno in tutte le gare a cui ha preso parte: con un attacco o un piazzamento, Monica Trinca Colonel si è fatta conoscere come una ragazza che ha tutte le carte in regola per diventare una vera fuoriclasse. Ciò che maggiormente colpisce della sua storia è che, nonostante non abbia mai effettivamente corso prima in vita sua, non ha mai avuto timore di buttarsi e di affrontare di petto le gare con le grandi campionesse. Nel 2024 ha preso parte ad un numero importante di corse, da quelle di seconda fascia fino alle classiche del Nord non facendosi mancare una Vuelta e un Giro d’Italia dove ha confermato il suo incredibile potenziale. Il finale di stagione è stato un crescendo e sono arrivate le vittorie a San Daniele del Friuli e nel campionato italiano cronosquadre. Monica è perfetta per le corse a tappe, tiene bene in salita, ma soprattutto ha una determinazione che è raro trovare, per lei correre in bici è qualcosa di naturale e non ha paura né della fatica né tanto meno delle difficoltà che potrà trovare sulla sua strada. Lei che è partita da un sogno gigantesco, ma apparentemente irrealizzabile, ha capito che con la determinazione effettivamente tutto è possibile.
«Ho sognato tante volte di correre in bici, ma non avrei mai immaginato di riuscire a farne un lavoro. Quest’anno è stato un susseguirsi di emozioni, ma quella più bella, la più grande di tutte, è stata a marzo alle Strade Bianche. Era una corsa che volevo disputare assolutamente perché sono zone che amo, ma soprattutto c’è lo sterrato, un vero paradiso per chi come me viene dalla mtb. È stata una gara dura, ma bellissima, nonostante la fatica me la sono goduta perché ho avuto la sensazione che non avrei voluto fare altro. Voglio continuare a correre e un giorno mi piacerebbe poter essere al via della mia gara dei sogni, il Tour de France».
L’anno prossimo tutto è destinato a cambiare, ancora una volta, Monica ha firmato un contratto biennale con la Liv AlUla Jayco ed è pronta a gettarsi nel World Tour. Sarà un mondo nuovo con tempi diversi, un nuovo preparatore e per la prima volta un nutrizionista, ma ormai lo abbiamo capito, nulla la spaventa. Nel 2025 punterà a piccole corse a tappe con l’obiettivo di arrivare poi a fare la differenza anche nei grandi giri, poi si vedrà, cercherà di scoprire questo nuovo mondo, ma soprattutto se stessa, poco alla volta.
Monica è elettrizzata all’idea di questo nuovo viaggio: la strada davanti a lei è ancora lunga e lo sa benissimo, ma non ha paura... dopo tutto il suo sogno è appena iniziato.