Rapporti&Relazioni
Evolution

di Gian paolo Ormezzano

Ifrancesi di Marsiglia, razza dannata secondo i parametri dello sport pa­rigino radicalchic, che li ritiene settari, casinisti, gaglioffi, rissosi, insomma come gli italiani del calcio e non solo, han­no fischiato e aggredito vo­calmente, durante la penultima tappa del Tour, dipanatasi a cronometro per la città ca­pitale del sud, gli avversari stranieri più titolati dei loro connazionali Bardet e Barguil, vicini in classifica alla maglia gialla, e anche l’ormai sicuro vincitore della prova, Froome britannico del Kenya.

L’occasione, diciamo così, (ci) serve per introdurre un di­scorso sul tifo ciclistico, dintorni e contorni, e sulle sue rappresentazioni. Non tanto sulle sue persistenti calde ma tenere valenze sentimentali (proprio per questo i fischi e i buuu di Marsiglia hanno fatto effetto), di cui teniamo conto sempre, felici di poterlo fare, quanto, almeno questa volta, sulla eventuale progressiva calcisticizzazione o meglio tec­no modernizzazione di ga­re e riprese e attori e comparse (il pubblico).
Perché qualcosa di grosso de­ve avvenire, con le squadre in­titolate anche a nazioni o a lo­ro simboli espliciti, con il mercato internazionale, planetario dei ciclisti più celebri, con la spettacolarizzazione delle fasi sportive non affidata in linea (tradizionale) di massima al paesaggio, alla natura che fa da fondale, ma alla tecnologia nel senso di riprese televisive sempre più sofisticate, sempre meglio minimaliste, a costo di apparire anche sempre più det­tagliate e sadiche. Il ciclista sempre più è scrutato, sezionato, radiografato come un calciatore sul campo.

Presto o tardi questo porterà ad una totale sua nuova televalorizzazione in chiave moderna simbolica e anche pratica: sarà il protagonista coatto di speciali intensi momenti di video, a costo di sforare, il suo sforzo verrà evidenziato in particolari anche anatomici assortiti, in­somma lui diventerà sempre più personaggio. E sarà oggetto, da parte dei ciclofili, di at­tenzioni di tipo nuovo che ora come ora possiamo dire che ci saranno, non quali saranno. Intorno a lui comunque cresceranno sicuramente teleinvenzioni sempre nuove dello sponsor, del manager, del pubblicitario, insomma dei tanti delegati (magari da un governo, non solo da un ente o una organizzazione o da una federazione) all’ottimizzazione dell’investimento.

E possiamo pensare che intorno a lui, al campione, si faranno sempre più importanti una industria colossale, una serie di servizi di squadra per lui (vi­sta la Sky al Tour?), ma non - non più - nel senso antiquo e persino patetico di gruppo itinerante di bravi ragazzi impegnatissimi a servire in fachiresca umiltà il capitano,ma di coro di specialisti con funzioni anche nuove. Pronti tutti, i gregari se proprio vogliamo chiamarli così, a dire che han­no sempre sognato di correre con e per il campione taldeitali e prontissimi anche, la stagione successiva, a lasciarlo, a tradirlo e a dire che finalmente si realizzano nella squadra di un altro campione, di un’altra città (il tutto pensato calcisticamente non vi dice qualcosa?).

Ci rendiamo conto di es­sere confusi,ma non possiamo fare altro. L’evoluzione del ciclismo è inarrestabile, sociologia e tecnologia e ecologia spingono insieme, e nello sport più diffuso, praticato nel mondo, da donne e uomini, con sofisticati strumenti a due ruote per specialità di vario tipo. Alla luce dei valori attuali, è pazzesco pensare a così tante ore di televisione come quelle di cui gode attualmente il grande ci­clismo e intanto a così poco sfruttamento della commedia totale. Molti, troppi minuti in diretta “vuota”, di testimonianza e basta, di una tappona sono adesso uno sciupio di oc­casioni. Anche i dialoghi, le riflessioni dovrebbero trovare destinazioni nuove più funzionali per chi investe: a costo, diciamolo,di apparire meno oneste (ma anche meno noiose).

Il fascino dell’attesa (figlio di quello dei nostri padri quando, senza informazioni di sorta, aspettavano, sul colle aspro e conquistato scarpinando a fatica, di vedere chi sarebbe spuntato per primo da quella curva) secondo noi si sta evolvendo nell’aspettarci che il ciclismo impari a sfruttare se stesso, il nuovo e il vecchio se stesso, secondo mo­delli ammodernati sinché si vuole o secondo moduli in­ventati o imitati. Si pensi allo show che si può combinare su quell’Alpe di Huez che que­st’anno ci è mancata (altro che i fischi di Marsiglia).
Le riprese attuali di una gara ciclistica sono quelle di mezzo secolo fa, quando arrivò la te­levisione in diretta e al seguito: ma allora si aspettavano la Milano-Sanremo e la primavera per aprire la stagione, ades­so la stagione non vien mai chiusa. È ora di cambiare tutto, o qualcosa. Non sappiamo cosa, e questo ci pare persino il bello.

P.S.: e poi c’è internet (aiutooo), che magari farà di ogni previsione emessa, qui e altrove, una fesseria. Ma stop, qui siamo ad Armaggedon, il Ventoux della tecnologia.
Copyright © TBW
TBRADIO

00:00
00:00
Dalla corona in carbonio alla cassetta in titanio passando per i cuscinetti del movimento centrale con sfere in ceramica: l’upgrade ULTRA del nuovo gruppo Campagnolo si rivolge a un ciclista ultra-esigente che saprà apprezzare la massima espressione della meccatronica applicata...


Diversi anni fa affrontare l’inverno in bici richiedeva tanto coraggio, altro che storie. I materiali con cui potevamo fronteggiare il freddo, la pioggia ed il ghiaccio erano piuttosto deboli, ma oggi le cose sono fortunatamente cambiate. Le nuove scarpe Celsius...


Sono 40 anni che Look rivoluziona il mercato con pedali che hanno fatto la storia, un processo che non conosce sosta e trova oggi come massimo interprete il nuovo Keo Blade, un pedale che è arrivato in breve alla sua...


Thermobooster P1 di Assos è un capo davvero innovativo, infatti, altro non è che un laser termico ultra-versatile da utilizzare nelle più diverse situazioni. SI indossa sotto una maglia estiva nelle prime giornate fresche, oppure sotto una giacca nelle giornate più...


Le scarpe Vaypor SL di Bont sono a mio avviso non solo un prodotto iconico che permette al marchio australiano di essere conosciuto int tutto il mondo, ma si sono rivelate nel lungo test condotto fino ad oggi una vera...


Colnago celebra con orgoglio la vittoria di Florian Vermeersch ai Campionati del Mondo Gravel UCI 2025, disputati nei Paesi Bassi. Il corridore belga ha conquistato il titolo in sella alla Colnago G4-X, confermando le doti di performance, equilibrio e affidabilità...


E’ da gli anni ’90 che Vision innova con prodotti fortemente aerodinamici ed erano gli anni in cui l’azienda, considerata già allora pionieristica, si concentrava su componenti orientati al miglior coefficiente aerodinamico e alla riduzione del peso. Poi sono arrivati...


Oggi Trek ha aggiunto una nuova verniciatura alla sua collezione Project One ICON: Gamut, una combinazione di colori vivaci e multicolori che sarà la combinazione ufficiale del team di triathlon Trek Factory Racing ai Campionati mondiali Ironman 2025 a Kona....


Pinarello rinfoltisce la gamma della serie X con il lancio di quattro nuove e accattivanti colorazioni, nuance che esaltano le forme di questa bici all’avanguardia nata per chi pratica ciclismo su lunghe percorrenze.  X9, la punta di diamante Il...


Prologo rinnova e completa la sua linea AGX dedicata al mondo Gravel, Adventure e Ciclocross con tre nuove selle leggere, confortevoli e multidisciplinari studiate per i terreni off-road. La linea si arricchisce con l’introduzione della nuova sella semi-tonda Nago R4...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024