Rapporti&Relazioni
Giornali, gossip e ciclismo serio

di Gian Paolo Ormezzano


Un grande direttore di un grande giornale mi ha detto che uno di questi giorni (il che, considerati i suoi impegni, vuol dire uno di questi mesi) mi convoca a cena o addirittura a pranzo (per molti giornalisti il mezzogiorno a tavola quasi non esiste) e mi fa parlare di colleghi importanti e trapassati del giornalismo sportivo, visto che ne ho conosciuti tanti e bene, e che lui è rimasto sempre affascinato dal loro modo di vivere, di lavorare. L’ho incuriosito con rapidi accenni a Tizio e a Caio, grandi aedi, grandi maestri, decisamente più e meglio innamorati dello sport, e specialmente del ciclismo, che della grammatica e della sintassi. Con storie di doping nascosto e di dame bianche esibite, fatti e cose entrati nel fluire classico delle vicende ciclistiche, e subito sconvolgenti. L’ho anche coinvolto con storie di reportages ciclistici, così diversi da ogni altro reportage sportivo. Non certamente titolare di una sua passione personale per la bicicletta, mi ha comunque seguito assai di più quando parlavo dei campionissimi del pedale che dei campionissimi del pallone.

Io penso che la tutto sommato scarsa considerazione di cui il ciclismo gode (ma sarebbe meglio dire: soffre) nelle pagine sportive dei giornali politici, in assoluto o relativamente ai grandi favori di natura grafica che ottengono altri sport fortemente bischeri, nonché nelle pagine di giornali sportivi che sono in realtà fogli calcistici, paradossalmente può risentire proprio di questo atteggiamento tutto sommato cordiale, attento, incuriosito, interessato, estimatore, quasi devoto di chi sta nella stanza dei bottoni o ha comunque il potere di dare ordini sugli spazi da offrire a questo o a quello sport.

Il ciclismo è rispettato, insomma, è stimato, se non altro come palestra di fatica, di sofferenza: e dunque va sottratto al nuovo giornalismo voyeuristico, gossiparo, alle pagine con grossi titoli, insomma alla maggioranza dei giornali di adesso, alle loro attenzioni morbose. Ecco: il ciclismo viene penalizzato proprio perché è una faccenda seria, di quelle così serie e giuste e valide che sono date per postulato, non interessa che si realizzino, casomai interesserebbero se non si realizzassero. Il ciclismo avrebbe grandi spazi sui giornali e nelle radioteletramissioni se fosse sport decisamente fetente, se puzzasse sempre, di doping o di anacronismo, anziché nettarsi con bagni lustrali di folla entusiasta, di sudore prezioso, di buoni e caldi sentimenti antiqui. E quanto ai suoi cantori, la loro memoria, con annessa nostra riconoscenza, è forte e cara proprio perché si valuta cosa sono riusciti a scrivere pur essendo culturalmente nonché grammaticalmente sprovveduti. Li si consuma adesso come si consuma il pane conservato però riscaldato e sempre croccante.

Mi accorgo che quando dico Giro d’Italia i santoni di adesso, i padroni del nostro vapore si fanno attenti, quasi devoti: e mi piacciono assai in questa che in fondo è una loro dichiarazione di stima, se non di amore. E non importa che sul loro giornale offrano al Giro poco spazio: magari sono convinti di farlo terapeuticamente, perché sanno bene che lo spazio sui giornali (e alla televisione) non significa di questi tempi stima, valenza effettiva, valore vero, ma incitamento alla pazzia, quando non anche allo schifo. Ragion per cui meno si viene messi su una certa ribalta, una certa vetrina, meglio in assoluto è, anche se nel relativo si paga la mancanza di luce forte addosso alle proprie vicende.

Capisco che l’idea di un ciclismo che debba essere felice o quanto meno sereno perché mediaticamente non troppo seguito da una stampa che deve, impegnata in una lotta tremenda di sopravvivenza, seguire le cosacce anziché le belle cose sia un’idea difficile da accettare, masticare, digerire. Però è così, penso di averlo capito e credo di doverlo partecipare. E se poi il ciclismo, quando si vede sbattuto sulle prime pagine per storie di doping che riguardano eccome pure altri sport, può anche scocciarsi, la scusa è pronta: ti vogliamo bene, caro ciclismo, e proprio per questo quando tu ti comporti male ci ferisci, ci addolori, ci porti a diventare cattivi.

Forse sono andato troppo lontano, partendo dal desiderio o dalla curiosità di un grande importante giornalista di sapere come ci comportavamo alle prese con Coppi e la sua vicenda e da qui allargandomi a considerazioni che non riguardano lui, si capisce, ma tutto un ambiente, tutta una situazione. Ma davvero penso che il ciclismo viva presso i grandi giornali di informazione una situazione particolare. Cambiati i tempi da quando un maestro grande e tremendo di direzione giornalistica, Giulio De Benedetti de La Stampa, in redazione e in tipografia diceva ostentatamente Bartàli con l’accento tonico per scremare i suoi redattori, separare quelli che avevano il coraggio di segnalargli l’errore, ridicolo visto che milioni di persone gli insegnavano l’accento giusto, da quelli che prendevano a dire anch’essi Bartàli per andargli dietro, servili e compiacenti e ruffiani.
Copyright © TBW
TBRADIO

00:00
00:00
Pinarello presenta con orgoglio la prima di una nuova serie di bici uniche ed esclusive, la DOGMA F Luxter Green 1K. La serie “One Of A Kind “ (1K) sarà implementata con un modello nuovo ogni anno sempre in un...


Ursus si prepara a fare il suo ritorno sulle strade dell’evento più importante del ciclismo mondiale. Sabato 5 Luglio, l’azienda italiana sarà infatti al via dell’edizione 112 del Tour de France assieme al Team Picnic-PostNL. Dopo l’esperienza sulle strade di...


La nuova collezione Bianchi Milano unisce eleganza e innovazione. Il kit Race ne è la massima espressione: un completo pensato per chi affronta ogni uscita con spirito competitivo, senza mai rinunciare al comfort e al design. La maglia Race è...


Specialized rivoluziona ancora una volta il concetto di sella ad alte prestazioni con l’introduzione della nuova S-Works Power EVO con tecnologia Mirror: un prodotto pensato per chi cerca la massima libertà di movimento sulla bici, senza rinunciare a comfort e supporto nelle...


Look Cycle, portabandiera dell'eccellenza francese nelle ciclismo, presenta oggi la 795 Blade RS Iconic Black Radial, la bici ufficiale del Team Cofidis per il Tour de France 2025. Veloce, reattiva e incredibilmente elegante, sara una delle migliori ai nastri di...


Nimbl è orgogliosa di annunciare che la partnership con Team Visma | Lease a Bike, andrà oltre le calzature, includendo ora anche una linea di abbigliamento da ciclismo ad alte prestazioni. Questa pietra miliare segna una nuova fase del percorso...


La forcella su una gravel, la stravolge? La rende più comoda ed efficace? Oppure la appesantisce e basta? Le domande sono tante e vale la pena approfondire l’argomento. La regina di questo test è la forcella ammortizzata GTC Gravel 700C di...


Il kit è ben articolato e prevede praticamente gli stessi elementi che verranno utilizzati dalla formazione di Roglič al prossimo Tour de France che prenderà il via sabato prossimo. Bici, casco e nuova linea Race Apparel saranno protagoniste di una...


Un tornante dopo l’altro fino alla cima brulla e arida del Mont Ventoux, la “bestia della Provenza”. Quasi 21 chilometri di salita con pendenze fino al 20%, sotto il sole d’estate e sopra un paesaggio lunare. È qui, nella tappa...


Il cuore che batte, trepidante, alle prime luci dell’alba, mentre il sole sorge e l’attesa in griglia si fa vibrante, al cospetto delle Dolomiti: è uno dei momenti più emozionanti che tutti i ciclisti che partecipano ad un evento unico...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024