Contador: «Siamo un team... Fortunato»

di Carlo Malvestio

Non sappiamo quello che la Eolo Kometa diventerà in futuro, ma quel che è certo è che i mesi di maggio e giugno 2021 rimarranno come un periodo memorabile per la formazione italiana. Il progetto, ov­viamente, arriva da molto più lontano ma mai come in queste ultime settimane i vertici del team hanno potuto ac­qui­sire forza e consapevolezza su quello che stanno portando avanti. La strada è quella giusta, non resta che continuare a porre dei paletti e crescere tutti assieme.
Il volto in copertina è quello di Lo­ren­zo Fortunato, probabilmente la più bel­la rivelazione per il ciclismo italiano di questa prima parte di stagione. Al Giro d’Italia ci eravamo sorpresi nel vederlo tra i primi 20 della classifica generale nei primi 10 giorni di gara, poi è arrivato l’incredibile exploit sullo Zoncolan e da lì qualsiasi dubbio sulle qualità del ragazzo è caduto. Il sedicesimo posto finale a Milano, dopo una cronometro piuttosto lenta e sulla quale ha già am­messo di dover lavorare molto, è la conferma che il 25enne di Castel de’ Britti è un corridore sul quale si potrà puntare anche nel futuro stretto e del quale ancora non si conoscono i veri limiti.
All’Adriatica Ionica Race ha regalato un’altra, enorme, soddisfazione alla sua squadra: la prima vittoria nella classifica generale di una corsa a tappe. Il simpatico bolognese si è imposto in cima al Monte Grappa - giusto per ag­giungere al suo palmares un altro successo su una salita mitica - difendendosi poi nell’ultima tappa degli sterrati e portandosi a casa la maglia blu di vincitore della generale. Per l’occasione, è sceso a Comacchio (Ferrara), do­ve si è conclusa l’AIRace, anche Al­berto Con­tador, fondatore della squadra insieme ad Ivan Basso. Il fuoriclasse spagnolo ha voluto festeggiare con Fortu­na­to questo importante traguardo per la Eolo Kometa: «Fin dall’inizio di questo progetto abbiamo sempre avuto un unico obiettivo: dare il 100% - spiega Contador -. Sapevamo che prima o poi i risultati sarebbero cominciati ad arrivare e nell’ultimo mese ci siamo tolti delle belle soddisfazioni: prima la vittoria sullo Zoncolan, poi il successo all’Adriatica Ionica Race e poi voglio citare anche il successo di Erik Fetter al campionato nazionale ungherese a cronometro, che è molto importante per il nostro co-sponsor Kometa. Que­sti successi fanno bene, soprattutto agli sponsor che ci supportano economicamente e si galvanizzano nel vedere ri­sultati positivi. Solo con il loro appoggio possiamo sperare di continuare a crescere. Se tutto va bene, questi mesi saranno solamente delle tappe importanti di un progetto molto grande».
Per uno scalatore come Fortunato, in­vece, avere a turno Basso o Contador a spalleggiarlo è un privilegio che non hanno in molti: «Da inizio stagione ad oggi sono cambiate molte cose. Prima si partiva per farsi vedere, ora per vincere. Contador è venuto a farci sentire il suo supporto, era molto felice di questo primo successo in una corsa a tappe per il team. Non manca mai di darci qualche consiglio, è in grado di vedere cose che altri non riescono a vedere» ammette Fortunato.
Contador sprona Fortunato, ma Fortu­na­to sprona Contador: «È molto motivante, perché se vedi che i tuoi corridori vincono vuol dire che stai facendo un buon lavoro e la strada intrapresa è quella giusta - ammette ancora Con­ta­dor -. Il morale di tutto l’ambiente cresce e si guarda avanti con fiducia».
Quando Fortunato ha vinto sullo Zon­colan, abbiamo visto Contador impazzire di gioia davanti alla TV di casa sua, tanto che lì per lì disse “se vince Fortunato vado da Pinto a Mi­lano in bici”. Quella promessa probabilmente non la manterrà, ma è la conferma di quanto Contador tenga a questo progetto: «Se ad inizio anno mi avessero detto “cosa sogni di vincere quest’anno?” avrei detto la tappa dello Zoncolan. Beh, ci abbiamo vinto davvero e da questa stagione alla fine non possiamo chiedere molto di meglio. Dopo quella vittoria Fortunato ha fatto mentalmente un salto di qualità. Se me lo aspettavo così forte? In ritiro aveva dimostrato ottimi numeri, ma un Grande Giro, si sa, fa storia a sé. Sulle tre settimane, invece, si è confermato molto forte, dimostrando ottime qualità di recupero e capacità in salita. Sarà un punto di riferimento della Eolo Kometa del futuro».
Dal canto suo, Fortunato si gode il mo­mento. Non si aspettava una stagione così ricca di soddisfazioni, ma sapeva che prima o poi il grande lavoro fatto in questi anni avrebbe dato i suoi frutti: «Nell’ultimo mese e mezzo sento di essere cresciuto tanto, ma ciò non to­glie che abbia ancora dei margini di mi­glioramento per crescere ancora. Sono sicuramente nell’ambiente giusto per farlo». Anche perché il bolognese non è mai stato un predestinato, seppur un ottimo corridore. Aveva fatto lo stagista con la Tinkoff e poi con la Bardiani, ma il salto coi grandi lo ha fatto solamente a 23 anni con la Vini Zabù.
I primi risultati ha cominciato a raccoglierli quest’anno, a 25 anni, prima dei quali l’ultima vittoria di livello internazionale risaliva a quando era juniores. Un percorso molto differente da quello a cui siamo ormai abituati a vedere nel ciclismo professionistico, in cui i corridori, a 20 anni, sembrano già pienamente maturi.
«Da juniores ho fatto lo juniores e da di­lettante il dilettante. In quegli anni non ho fatto cose eccezionali, anche perché da dilettante non ho portato avanti la vita da professionista, ho dato spazio anche ad altre cose, come la laurea in scienze motorie. Ora che sono prof, invece, sto dando tutto me stesso. Quando vedo questi 18enni andare così forte non posso fare altro che pensare: “beati loro!”».
Lorenzo, però, ha trovato il suo am­biente ideale: Lui e la Eolo Kometa di Contador e Basso sono pronti a crescere insieme.

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