Rapporti&Relazioni
Il doping delle coscienze
di Gian Paolo Ormezzano

Ci spiace che nessuno abbia saputo o voluto valutare la tristezza del fatto di quel ciclista - non ci importa sapere chi è, non ci importa che tutti lo sappiano - che in una trasmissione televisiva molto popolare ha parlato di doping diffusissimo nel suo ambiente. È passato un bel po’ di tempo da quella performance e possiamo ripensarla serenamente. Fra l’altro non c’è stato nessunissimo scoop: quel ciclista ha detto cose che tutti conoscevano, non ha fatto un nome ed un cognome, è stato generico sino ai limiti della decenza. La sua esibizione è avvenuta nei giorni in cui il mondo del calcio doveva ammettere che sì, un pochino di doping circola anche nelle sue file, lo si apprende non appena si fa un pochino di vero antidoping. Al posto di un calciofilo avremmo cercato di ingaggiare un ciclista che dicesse, in quel preciso momento, certe cose, che riportasse tutte le attenzioni di moralisti puristi e anche farisei sul mondo della bicicletta. E chissà che non sia proprio andata così.

Personalmente sono fuori (aiuto: mi tocca usare la prima persona singolare, quasi un orrore: necessaria qui, giuro che non lo farò più in altri articoli almeno di questa pubblicazione, se non proprio perché costretto dalla speciale natura di essi), nel mio lavoro di giornalista, dal rapporto immediato con gli eventi. Voglio dire che per ragioni anagrafiche collegate a ragioni pensionistiche e anche sindacali non faccio più l’inviato speciale dietro e dentro l’attualità, non sono più perennemente in viaggio o in partenza verso l’evento. Dico questo per scusarmi se il giorno dopo il fattaccio non sono uscito con un articolo in prima pagina a sette colonne di un giornale di enorme diffusione in Italia e già che c’ero anche all’estero. Non ho a disposizione una pubblicazione simile, e penso che se per caso l’avessi «loro» si affretterebbero a togliermela di mano. Cerco di rifarmi adesso, di scusarmi senza intanto piegare troppo la testolina..

Secondo me si è trattato di una enorme puzzonata: del ciclista che intervenuto e di chi gli ha dato corda. Un canoista, Daniele Scarpa, quando avvertì l’impegno di fare una denuncia si espose pubblicamente, e pagò. Speravo che i miei ciclisti carissimi fossero come lui. Ma peggio hanno fatto quelli che hanno fornito alla «confessione» le casse di risonanza: giornalisti, e non solo. Segnalo al proposito, per andare subito agli antipodi dei comportamenti, l’intervento del professor Salizzoni, grandissimo chirurgo, che presiede la commissione antidoping del ciclismo e che è riuscito, in televisione, a dire tutto quello che doveva, bene, senza nessun anonimato, e senza gettare fango sul mondo nel quale lavora, sul mondo che sta cercando, per quel che gli compete, di cambiare in meglio.

Naturalmente qualche giornalista serio c’è stato, e naturalmente anche il meno serio ha messo nel suo intervento quelle due-tre righe che di solito servono da alibi. Come quando si incensa o si distrugge per iscritto una persona avendo però cura di uscir fuori, nello stesso articolo, anche con un pensierino che formuli una riserva, nel male quando si parla troppo bene, nel bene quando si parla troppo male. Resta il fatto d’insieme: una puzzonata. Come tutte le cose anonime, quando vogliono fare sensazionalismo e non stanno sotto il segreto della confessione religiosa. E al proposito chiarisco subito che fra il caso del calciatore che scrive ad un settimanale confessando una colpa sua (avere «venduto» una certa partita) come un pesante tormento personale, e per questo viene coperto e difeso dalla rivista a cui la lettera è stata inviata, e il caso di un ciclista che di spalle e con voce elettronicamente alterata getta fango su tutto il suo ambiente c’è una distanza siderale: tanto per dire di un altro evento che in un tempo non lontano ha fatto rumore e che in un certo senso mi ha toccato da vicino.

E adesso parliamo pure di doping nel ciclismo. Ce ne è sicuramente molto, anche e specialmente fra i giovani. Ce ne è come in quasi tutto il resto dello sport, e questo è gravissimo, nessuna teoria del mal comune eccetera deve essere neanche sfiorata. Ce ne è come in tutto il mondo nostro, dove parlamentari che fanno leggi contro le droghe leggere sono praticanti abituali di droghe pesanti, forse necessarie per trovare la forza di emettere certi decreti farisaici. Ce ne è come in tutto il mondo, dove la chimica e anche la natura sembrano collaborare insieme per confondere le idee (di recente abbiamo appreso che la foglia di coca fa bene mentre un prodotto della foglia di coca si chiama cocaina e fa male). Ce ne è come nelle nostre coscienze, ormai così dopate che quando vediamo, sentiamo uno che di spalle e con la voce che non è più la sua accusa di doping i suoi compagni di fatica non spegniamo il video.
*************

Certo che se non ci aiutano da fuori nel ciclismo non ci si arrabbia più, giornalisticamente parlando, come una volta. La melassa della teleinformazione anzi della teledisinformazione, del telerimbecillimento avvolge anche tutti noi. Insisto con la prima persone singolare: ricordo dei Giri d’Italia dove avevo fifa, fifa fisica, quando si entrava nel peraltro civilissimo Abruzzo e io avevo sulla coscienza alcuni attacchi al presenzialismo televisivo di Vito Taccone, mio amico anche se i suoi fratelli di regione esponevano per le strade cartelli che invitavano Vincenzo Torriani a cacciarmi dal seguito della corsa. Ricordo polemiche giornalistiche ardenti, per linee interne con Cesare Facetti che stava nel mio stesso giornale, per linee esterne con Giorgio Tosatti, amico fraterno d’infanzia torinese, che scriveva su un giornale concorrente. Ricordo Bruno Raschi che al raduno di partenza guardava Gian Paolo, suo antico allievo di scuola media al collegio San Giuseppe di Torino, e gli faceva un segno ammonitore col dito, come a dirgli che lo aveva letto e che lo trovava dinamitardo.  Ricordo, ricordo...

Ricordo troppe cose per non avere paura di stare, sempre più curvo, a portare in giro per la mia stanza, o pochi metri fuori, lo zaino del passato. Dunque passo e chiudo. E se invece non chiudo e passo, è perché mi sento già passato.

Gian Paolo Ormezzano, opinionista de “La Stampa”
Copyright © TBW
TBRADIO

00:00
00:00
La 785 Huez è la bici tuttofare di casa Look, un modello nato per chi desidera confrontarsi con sé stesso e con gli altri quando la strada comincia a salire. Scattante, leggera ed elegante, conquista su strada e si prende...


Progettate per assicurare un controllo senza pari, le scarpe Q36.5 Unique Pro uniscono tecnologie italiane di produzione all'avanguardia con una struttura che massimizza stabilità, potenza e comfort. Con un peso di appena 225g (taglia 42) e uno stack minimo di...


Il Rubino in casa Vittoria è un pneumatico iconico, un prodotto particolarmente apprezzato da chi pedala ogni giorno. Oggi il nuovo Rubino torna in aula versione completamente rinnovata che si pone al centro della gamma stradale Vittoria. Pur restando un...


Santini ha appena svelato la nuova collezione ufficiale dedicata al Tour de France e al Tour de France Femmes avec Zwift e la linea Maillot Jaune, un sentito omaggio alla grande corsa a tappe francese, alla sua storia, al suo...


Quella che avete appena visto in foto è la S-Works Tarmac SL8 Remco “Golden Season” LTD, un tributo all’anno da record di Remco Evenepoel che diventa limited edition visti i soli 272 esemplari disponibili in tutto il mondo. Da tempo non...


Il Giro d’Italia 2025 è per Miche un evento speciale. L’azienda trevigiana di ruote e componentistica per il ciclismo è alla sua prima esperienza come sponsor di un team UCI WorldTour. Ha stretto un contratto triennale con il team Groupama-FDJ...


Pinarello è orgogliosa di annunciare il suo ritorno come bicicletta ufficiale del Giro d’Italia. La 108ª edizione di questa prestigiosa corsa parte dalla città albanese di Durazzo venerdì 9 maggio e si concluderà a Roma domenica 1 giugno. La tappa...


De Rosa, da oltre 70 anni ambasciatrice della tradizione artigianale ciclistica italiana, sceglie di svelare la sua nuova 70 Icona Revò alla vigilia del Giro d'Italia. Una bicicletta accompagnata da un claim - eccellenza senza compromessi - che non lascia...


Nel cycling kit formato dalla Aero Race 8S Jersey e dal Free Aero Race S Bibshort Castelli ha concentrato più di un decennio di innovazione ed esperienza maturata nel mondo del professionismo. Il risultato? Pazzesco ed è a disposizione dei...


Ieri nel tardo pomeriggio è calato il sipario su FSA Bike Festival Riva del Garda, con la quarta e ultima giornata tutta dedicata allo Scott Junior Trophy, dove i campioni di domani hanno potuto dimostrare le proprie capacità sulla mountain...


TBRADIO

-

00:00
00:00
SONDAGGIO
30 ANNI DI TUTTOBICI, VOTATE LA COPERTINA PIU' BELLA
Trenta copertine per raccontare la nostra storia: scegliete quella che per voi è la "copertina delle copertine"





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024