Rapporti&Relazioni
La filosofia dello scherzo

di Gian Paolo Ormezzano

U na lunga pratica dello sport, cose e cosine e co­sacce, come è stata la mia, concede anche di vivere e catalogare una faccenda che si chiama scherzo, e che nel ciclismo ha va­lenza particolare. Lo scherzo, sì, la burla, la recita, la finzione. Qual­cosa di comunque sempre allegro, almeno un poco. E non mai il bieco raggiro, la truffa, la cattiveria travestita o no.

Il primo scherzo accertato per me risale ai Giochi di Roma 1960, e viene dall’ambiente della pallanuoto. Non ne presi parte ma ne fui edotto, essendo io arrivato al giornalismo sportivo proprio dal mon­do - praticato agonisticamente - delle piscine. Il giocatore più giovane della squadra azzurra (che avrebbe conquistato la medaglia d’oro), la matricola in­somma, venne convinto che quella pianticella messa in un vaso sul davanzale della sua cameretta al villaggio olimpico era un esemplare nuovo di innesto: un peresco, mezzo pesco mezzo pero, e il r­agazzo fu invitato a descrivere sul sua diario i progressi della crescita. Una cosa quasi tenera, però il diario faceva davvero ridere. Re­stando nel mondo olimpico, non so se sia attribuibile alla categoria dello scherzo la vicenda seriale dei gavettoni: tremendi quelli al villaggio degli atleti a Città del Messico 1968, bombe d’acqua giù dal terrazzo della palazzina dell’Italia, e soprattutto ricordo una spaurita ce­lebre cantante in visita, Rita Pa­vone.
Ma passo al ciclismo. Uno dei miei primissimi Giri d’Italia spostava in nave la carovana da Genova alla Sar­de­gna. Le scarpe venivano lasciate, come allora negli alberghi di un certo livello, fuori dalle stanze da letto, in quel caso delle cabine, perché fossero lucidate. Nella not­te tante scarpe vennero cambiate di posto, al mattino fu il caos. Niente caos invece, ma solo rabbia, quella mattina in cui, nel lussuoso Grand Hotel delle Terme di San Pellegrino, gli ospiti di un’ala dell’albergo trovarono appena una scarpa per ogni paio di quelle allineate fuori dalla porta di ogni stanza. L’altra era finita nel fiume che mugghiava sotto la finestra che concludeva appunto quell’ala, e che era aperta, invitante, provocante. Ricordo quello scherzo da testimone e non solo.

Scherzo fu, in un Tour de France, l’impiego di un immenso cane nero “rapito” sotto la pioggia battente, in quella località sulla Manica, e im­messo nella stanza di un celebre giornalista che era andato a dormire senza chiudersi a chiave. Era una notte buia e tempestosa, il giornalista venne svegliato dal ca­ne che gli apparve come un diavolo nero brutto e cattivo, e furono urla e paura.
Potrei andare avanti, ma non è la rassegna il più possibile vasta la cosa a a cui tengo, Voglio invece dire come e quanto una volta lo scherzo quasi quasi faceva parte integrante del “servizio” giornalistico. Si cercava di combinarne uno almeno per ogni trasferta, si era un bel gruppo di scherzomani itineranti, e la gamma degli scherzi era vastissima, da quelli innocenti a quelli contorti. Non mai per fare del male, ma neanche pe fare del bene. Lo scherzo era la spezia dei viaggi noiosi, dei servizi monotoni. Era anche la prova del fuoco, il vero e proprio collaudo dei giornalisti giovani: da come reagivano, o non reagivano, molto si argomentava la loro capacità di tenuta an­che sotto le ondate di tsunami furiosi.

Il fatto che il ciclismo propiziasse lo scherzo per ragioni diciamo logistiche non esclude che secondo me lo scherzo ottimo massimo sia stato quello perpetrato verso un giornalista alle pri­me armi che però voleva sapere tutto di tutto e di tutti.
Lessi - stavolta la prima persona è doverosa - dell’arrivo a Torino di Giuseppe Di Stefano il celeberrimo tenore siciliano, dissi a lui che si trattava di Alfredo Di Stefano il celeberrimo calciatore argentino del Real Madrid, lui si proclamò al corrente da tempo della venuta e si propose per andarlo ad intervistare. Lo spe­dii dunque nell’albergo dove avvenne il contatto: poche battute riferite poi faticosamente dallo stesso giornalista, secondo un co­pione con prima domanda ispirata da me (giornalista: mi hanno detto che lei parla bene italiano; cantante: e perché non dovrei? giornalista: eggià, lei è un oriundo…; cantante: lo so che al Nord chiamate così noi del Sud), poche battute e l’equivoco che venne alla luce e l’ira del tenore.

Ma perché scrivo sempre al passato? Perché lo scherzo di questo tipo non trova posto nel presente del nostro mestiere, del nostro lavoro. Dove fra l’altro c’è una tale aria di crisi da far ritenere qualsiasi scherzo inopportuno e persino sacrilego. E dove temo che il grande scherzo sia già stato messo in atto, nel senso che è stato fatto sparire il vero giornalismo. Ma questa è un’altra storia, anzi è una storia “altra”, che direttamente non mi riguarda più: mi sono regalato l’indifferenza, o qualcosa di simile, in occasione del mio ottantesimo compleanno. Quando ho anche deciso di rimuovere tutti i sospetti di essere stato io pure vittima, in­consapevole, di scherzi.
Copyright © TBW
TBRADIO

00:00
00:00
Dalla corona in carbonio alla cassetta in titanio passando per i cuscinetti del movimento centrale con sfere in ceramica: l’upgrade ULTRA del nuovo gruppo Campagnolo si rivolge a un ciclista ultra-esigente che saprà apprezzare la massima espressione della meccatronica applicata...


Diversi anni fa affrontare l’inverno in bici richiedeva tanto coraggio, altro che storie. I materiali con cui potevamo fronteggiare il freddo, la pioggia ed il ghiaccio erano piuttosto deboli, ma oggi le cose sono fortunatamente cambiate. Le nuove scarpe Celsius...


Sono 40 anni che Look rivoluziona il mercato con pedali che hanno fatto la storia, un processo che non conosce sosta e trova oggi come massimo interprete il nuovo Keo Blade, un pedale che è arrivato in breve alla sua...


Thermobooster P1 di Assos è un capo davvero innovativo, infatti, altro non è che un laser termico ultra-versatile da utilizzare nelle più diverse situazioni. SI indossa sotto una maglia estiva nelle prime giornate fresche, oppure sotto una giacca nelle giornate più...


Le scarpe Vaypor SL di Bont sono a mio avviso non solo un prodotto iconico che permette al marchio australiano di essere conosciuto int tutto il mondo, ma si sono rivelate nel lungo test condotto fino ad oggi una vera...


Colnago celebra con orgoglio la vittoria di Florian Vermeersch ai Campionati del Mondo Gravel UCI 2025, disputati nei Paesi Bassi. Il corridore belga ha conquistato il titolo in sella alla Colnago G4-X, confermando le doti di performance, equilibrio e affidabilità...


E’ da gli anni ’90 che Vision innova con prodotti fortemente aerodinamici ed erano gli anni in cui l’azienda, considerata già allora pionieristica, si concentrava su componenti orientati al miglior coefficiente aerodinamico e alla riduzione del peso. Poi sono arrivati...


Oggi Trek ha aggiunto una nuova verniciatura alla sua collezione Project One ICON: Gamut, una combinazione di colori vivaci e multicolori che sarà la combinazione ufficiale del team di triathlon Trek Factory Racing ai Campionati mondiali Ironman 2025 a Kona....


Pinarello rinfoltisce la gamma della serie X con il lancio di quattro nuove e accattivanti colorazioni, nuance che esaltano le forme di questa bici all’avanguardia nata per chi pratica ciclismo su lunghe percorrenze.  X9, la punta di diamante Il...


Prologo rinnova e completa la sua linea AGX dedicata al mondo Gravel, Adventure e Ciclocross con tre nuove selle leggere, confortevoli e multidisciplinari studiate per i terreni off-road. La linea si arricchisce con l’introduzione della nuova sella semi-tonda Nago R4...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024