L’ETA’ DELLA PIETRA. Noi abbiamo fatto, noi abbiamo detto, noi faremo… Non è mai bello e soprattutto non è elegante cantarsela e suonarsela da soli, ma in materia di internet e di digitale noi di tuttoBICI siamo stati i primi a crederci e ad investire e possiamo dire con orgoglio di essere oggi leader del mercato italiano e tra i primi tre siti del mondo in materia di ciclismo. Conosciamo gli strumenti e pensiamo anche di saperci fare piuttosto bene. Chi frequenta e pratica il mondo della rete sa che si parla di numeri, che “google analytics” non è un’entità astratta ma uno strumento che ti dice in tempo reale i gusti dei tuoi internauti: cosa leggono più volentieri e cosa meno. In tempo reale, secondo dopo secondo, ti dà il polso della situazione. Sui giornali si continua a parlare dei casi legati a Marco Pantani: della sua morte o della vicenda legata all’esclusione dal Giro nel ’99. Ora sui fatti di Madonna di Campiglio indaga anche la Direzione distrettuale antimafia di Bologna, come riportato da La Gazzetta dello Sport qualche settimana fa. Sul fatto che indaghi, nulla da dire. Sul fatto che se ne parli, neanche. Sull’opportunità di dedicarci pagine intere qualcosa ci sarebbe da dire e dirò. Sia ben chiaro, sono per la verità, ma se siamo ancora in una fase di indagine non è il caso di eccedere. Sarebbe però anche cosa buona e giusta capire cosa interessa davvero ai nostri lettori, cosa piace e cosa meno. Di Pantani piace ricordare le imprese, rivedere le sue vittorie, ripercorrere il suo cammino agonistico, di tutto il corollario extrasportivo se ne può fare tranquillamente a meno: non è una mia opinione, è quella degli sportivi che ogni qualvolta si trovano una notizia scandalistica su uno dei campioni più amati della storia, rifuggono dal leggerla. Mi sembra già di sentirli i miei colleghi: non possiamo rincorrere i gusti dei lettori, le notizie sono notizie. Bene, dico io, le notizie sono notizie e vanno date senza esitazione, ma c’è modo e modo. E, in ogni caso, i giornali dovrebbero andare anche incontro ai gusti di chi il giornale è abituato a comprarlo, sempre che si voglia fare impresa e non qualcosa d’altro. Da anni si dice: non si legge più, i giornali non li compra più nessuno: e chiedersi come mai? Come vi spiegate il successo di uno dei pochissimi editori puri, se non l’unico, come Urbano Cairo, che con i suoi settimanali DiPIÙ, Di PIÙ Tv e Diva e Donna, fa il pieno di copie? Lo sapete perché? Perché pubblica quello che la gente si aspetta. In termini tecnici si dice intercettare l’interesse del pubblico. Bene, con Pantani non si intercetta nulla, perché l’argomento non solo non interessa, ma ormai dà pure fastidio. Ogni volta che mettiamo una notizia sulle torbide vicende del Pirata, i lettori reagiscono con poca partecipazione, passano ad altro. Insomma, l’argomento non tira. Diversamente se si carica un video con la vittoria di Montecampione o del Galibier, fai il pieno. Vorrà dire qualcosa? I numeri non spiegheranno tutto, ma danno però indicazioni importanti. Chi ama Pantani, chi davvero ne ha una malattia, vuole solo riportare alla luce lo splendore delle sue magiche annate, non la luce tetra del suo epilogo dannato. E lo stesso vale per la vicenda Armstrong. Ancora oggi tutti a scriverne, ma basta lanciare una notizia su internet per vedere in tempo reale la reazione degli sportivi. Se volete una cartina tornasole oltre i numeri di internet, c’è il suo film, uscito in pompa magna e che i legali di Michele Ferrari, il dottor Mito, per ovvie ragioni volevano far ritirare dalle sale. Non ce n’è stato alcun bisogno: sono bastati cinque giorni di sale vuote e il film è stato ritirato. Vorrà dire qualcosa? I numeri ci corrono in aiuto, ma facciamo finta di niente. Non li prendiamo nemmeno in considerazione. Questa è la vera differenza tra l’era della carta e quella del digitale. Ma molti sono rimasti all’età della pietra.
LA BELLA ETA’. Vent’anni festeggiati pochi giorni fa, a Milano, nella nostra città, con una cena di gala nella quale abbiamo invitato tutti i premiati degli Oscar e i loro accompagnatori, oltre agli sponsor che da anni sostengono questi riconoscimenti e personalità politiche e sportive di prima grandezza. È stata una bella festa, alla quale avremmo voluto invitare il mondo intero, ma gli spazi sono quelli che sono e la selezione è stata dettata non tanto dalle simpatie, ma solo ed esclusivamente da esigenze di location. In questo numero potrete rivivere, pagina dopo pagina, la festa che abbiamo dedicato ai magnifici Oscar e a noi stessi, che abbiamo tagliato il traguardo dei primi 20 anni di tuttoBICI, nobilitato dalla presenza del primo cittadino di Milano il sindaco Giuliano Pisapia, grande appassionato e ciclista metropolitano. Già il mese scorso vi avevo salutato ricordando che vincere è fondamentale, ma altrettanto importante è arrivare. Visto che sono in vena di riflessioni sagge e profonde, vi lascio con un aforisma prenatalizio: beati gli ultimi se i primi andranno piano. Lo so, per dirla con Fantozzi è una boiata pazzesca, ma siamo in clima di festa e concedetemi un po’ di leggerezza: i nostri vent’anni, gli Oscar, ora il Natale e un anno nuovo… Facciamo il pieno di energia e auguriamoci di tutto cuore salute, pace e serenità. Ma visti i tempi, tanta tanta pace.
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