Editoriale

di Pier Augusto Stagi

VA SEGUITO. Se non è una guerra civile, poco ci manca. Di sicuro è una guerra di civiltà, che va fatta, che va perseguita. È una priorità, per non dire un’urgenza, anche se ad ogni morto sulla strada seguono inchieste ricche di dati, valutazioni, analisi e qualche bella dichiarazione a effetto, poi tutto si ferma, tutto si placa, per restare lì dov’è, soprattutto così come è.
Ogni due giorni muore un ciclista, non necessariamente un corridore, ma un amante delle due ruote, un cittadino della Repubblica che sceglie un mezzo leggero e alternativo alla macchina. Ma sotto le macchine ci finisce, con regolarità inquietante, e la sensazione di una partita che al momento non si riesce a vincere. Se le morti sul lavoro sono due al giorno, le morti in sella alla propria bicicletta sono di poco inferiori. Sono dati impressionanti, che parlano di guerra, di mattanza, di eliminazione diretta che non può andare avanti. Il presidente federale Cordiano Dagnoni ha parlato della necessità di lanciare una pubblicità progresso con gli assi del pedale: è un’idea, ma non è la soluzione. O meglio, non è l’unica. È un primo passo, anche se due passi in più bisognerebbe farli nella direzione delle istituzioni, dove si legifera, dove i legislatori operano. C’è da modificare con urgenza il codice della strada e l’ex prefetto Roberto Sgalla potrebbe essere l’uomo giusto da delegare e seguire. Va seguito.

SOGNI ROSA. E dire che solo tre anni fa l’Uci era partita con otto formazioni World Tour, tra cui l’italiana Alé: sembrava un salto nel buio, per non dire nel vuoto. “Dura minga, dura no”, che tradotto per chi non è meneghino grosso modo significa non dura, non ce la fanno. Difatti, in pochi avrebbero scommesso sulla crescita esponenziale e vorticosa del movimento femminile. Invece, sono bastate tre stagioni – anche se il 2020 e il 2021 sono state condizionate dalla pandemia -, per spiccare il volo. Le nostre ragazze fanno faville e stanno riempiendo spazi di dominio lasciato dai colleghi maschi, che vivono un delicato cambio generazionale.
Quest’anno sarà un anno record: l’Uci ha registrato 15 formazioni (per il momento è il massimo consentito) nel World Tour rosa, una in più del 2022, ecco perché AG Insurance Nextg (legata alla Quick Step) e Ceratizit, che avevano chiesto una licenza, per il momento restano fuori. Se il team Israel si è assicurato la licenza della svizzera Cogeas, la new entry è la belga Fenix-Deceunick. Poi ci sono dieci formazioni che sono emanazione diretta o d’ispirazione delle corrispondenti squadre maschili: Alpecin, Ef, Fdj, Jayco, Movistar, Dsm, Jumbo-Visma, Trek-Segafredo, Uae e Israel.
Come detto, le nostre ragazze sono indubbiamente punto di riferimento e d’ispirazione per il mondo intero. L’anno che ci siamo lasciati alle spalle è stato semplicemente straordinario. La regina Elisa Longo Borghini sul gradino più alto della Roubaix, Marta Cavalli principessa di Amstel Gold Race, Freccia Vallone e del Mont Ventoux (più il 2° posto al Giro), poi c’è la divina Elisa Balsamo con le sue nove perle ottenute in maglia iridata (Trofeo Binda, De Panne, Gand-Wevelgem, 2 tappe al Giro, 1 alla Vuelta), oltre al tricolore. E ancora l’oro mondiale di Vittoria Guazzini nella crono Under 23, le vittorie di Chiara Consonni, Rachele Barbieri, Sofia Bertizzolo, oltre all’esplosione di Silvia Persico (bronzi ai Mondiali cross e strada, quinta al Tour). Insomma, abbiamo buoni motivi per poter raccogliere qualcosa di importante anche quest’anno. Sperare è d’obbligo, sognare è una logica conseguenza. Sogni rosa.

IL TOUR FARA’ BENE AL GIRO. Il Tour de France in Italia? Una vergogna! Sono in tanti che hanno storto il naso, perché non si danno i soldi ai francesi, perché abbiamo il nostro Giro e le nostre corse, perché non si sperperano così i soldi pubblici, perché Firenze nel mondo è già abbondantemente conosciuta e non necessità di queste ardite iniziative: perché perché perché… Una tiritera senza fine. Priva
di visione.
Intanto va detto che la Grand Depart - la prima nella storia per il nostro Paese - non è costata uno sproposito: si parla di sei milioni di euro. E poi con questa logica perché ospitare la finale di Champions League? Tanto abbiamo il nostro campionato. Perché chiedere gli europei e i mondiali? Il nostro Paese possiamo promuoverlo lo stesso. Perché organizzare le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina? E soprattutto: cosa centra Milano con le Olimpiadi invernali? Forse crea interesse? Forse crea nuovi flussi di turismo, nuove opportunità o no? Forse il Tour, che è e resta il terzo evento sportivo al mondo, secondo solo ai Mondiali di calcio e alle Olimpiadi che si svolgono però ogni quattro anni, ci può portare turisti e visibilità planetaria, non trovate? Forse è una bellissima cosa anche per noi italiani, che questo grande evento abbiamo visto e imparato a conoscere solo in televisione e per la prima volta ce lo troveremo lì davanti a casa o quasi. Forse, e lo credo per davvero, il Tour può fare bene anche al Giro. Può risvegliare passioni e attenzioni pubblicitarie. Il Tour ha forza, il Giro si può rinforzare.

Copyright © TBW
TBRADIO

00:00
00:00
Siamo alla quarta generazione per la celebre sella SLR di Selle Italia,  una dinastia di selle che attraversa indomita diverse ere del ciclismo dal passato fino ad oggi. Caratteristica nelle forme e nella sua leggerezza, trova oggi la sua massima...


Da fuori è proprio quello che vedete, ovvero una luce LED per bici, molto luminosa e dotata di una larghissima autonomia. In realtà c’è molto di più in questa luce, ovvero un sofisticato sistema di localizzazione GPS che vi regala tramite...


Di certo non ne avevamo fatto mistero nel giorno del suo lancio internazionale, infatti, la nuova Wilier Filante SLR ID2 di Wilier Triestina non solo spicca nel segmento delle bici AERO per via delle sue indiscusse doti, ma ruba la scena anche grazie...


Una nuova identità per valorizzare storia, tradizione e competenze tecniche. Con questo spirito URSUS presenta il suo rebranding, nato dal desiderio di comunicare in maniera ancora più profonda l’anima industriale dell’azienda fondata da Sergio Ferronato nel 1966 a...


Debutta ufficialmente Thoro, nuovo marchio italiano di biciclette che si propone di ridefinire il concetto di eleganza, forza e stabilità nel mondo del ciclismo ad alte prestazioni. Un brand che nasce da una visione chiara: creare biciclette esclusive, riconoscibili e...


Silverskin è un brand italiano specializzato in intimo tecnico sportivo ed è un marchio che si è fatto davvero apprezzare nelle ultime stagioni. La prossima collezione invernale verrà ufficialmente presentata durante la fiera internazionale dedicata agli sport invernali Prowinter 2026 che si...


Dal 2026 non sarà più possibile confondere la divisa di campionessa nazionale mauriziana di Kim Le Court con la maglia iridata. Nei giorni scorsi AG Insurance – Soudal e Soudal Quick-Step hanno presentato le nuove maglie Castelli con cui affronteranno...


Prima non si usavano addirittura, poi è arrivata la pelle…poi l’EPS bianco e puro ed è a questa breve storia che si ispira l’edizione speciale del casco IBEX 3 pensata da HJC, marchio in grado di spaziare dal motociclismo al...


È ancora inverno sul lago, ma i preparativi per uno degli eventi ciclistici più popolari d'Europa sono già in pieno svolgimento: il 32° Bike Festival Riva del Garda torna dall'1 al 3 maggio 2026 sull'iconico lungolago, ancor più grande e...


«Sportful ha fatto parte di alcuni dei momenti più significativi della mia carriera», ricorda Fabian Cancellara e sono ricordi bellissimi quelli che vengono a galla, come quelli inerenti alla stagione del 2010 che ha visto assoluto protagonista il campione svizzero. Tudor...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024